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10 Ottobre 2024
Consumatori

È tempo di vacanze. Per quest’anno è previsto un aumento di 500 euro a famiglia e un rincaro complessivo di oltre il 40%. Come comportarsi di fronte a prezzi che sono alle stelle.

Il nostro meraviglioso Paese, da sempre è meta di attrazione turistica e destinazione ambita da tutti coloro che sognano di fare un viaggio. Lo è per gli stranieri, così come per noi che vogliamo conoscere e visitare le città d’arte e luoghi affascinanti della nostra nazione. Quest’anno poi, ora che è terminata l’epidemia, a dimostrazione della ritrovata normalità, c’è un gran desiderio di evadere, di viaggiare e di recuperare il tempo perso. Abbiamo provato a farlo anche noi. Ci siamo guardati intorno ed abbiamo chiesto dei preventivi ma, con nostra sorpresa e a nostre spese, abbiamo scoperto che i prezzi sono enormemente aumentati rispetto al passato. Aumenti pesanti, che incidono in modo determinante sulle scelte e per i quali, con questo articolo, cerchiamo di fornire una risposta, che parte dalla constatazione che gli aumenti sono molto variegati e riguardano tutta la filiera del turismo, dal prezzo dei ristoranti, a quello degli alberghi, compresi i B&B, fino al prezzo degli ombrelloni e delle sdraie sulle spiagge dove è previsto un costo maggiorato del 25% rispetto al 2022. Aumenti che probabilmente, in passato, non ci sono mai stati e con i quali dovremmo necessariamente fare i conti.

Le ragioni sono molteplici e probabilmente meno impreviste di quanto possa apparire. Al di là della speculazione che, purtroppo, non manca mai, riguardano l’aumento del costo delle materie prime, delle utenze e, soprattutto, del costo del personale. Non solo, per quanto riguarda il personale, il problema non è circoscritto all’aumento del costo, ma abbiamo verificato che non esistono quasi più gli operatori stagionali o, quanto meno, è molto difficile trovarli. Non è nostra intenzione fare polemiche, ma non c’è dubbio che, il reddito di cittadinanza, anziché favorire l’occupazione del lavoro, almeno in questo settore, ha rappresentato sicuramente un freno e un motivo di rifiuto per l’occupazione temporanea.

A lamentarsi sono i ristoratori, i quali non mancano di sottolineare che il costo di un cameriere, in una città a forte attrazione turistica, prevede oggi, uno stipendio compreso tra 1,500,00 e 2.000,00 euro al mese per un totale, oneri previdenziali compresi, che oscilla fra 3.000,00 e 4.000,00 euro al mese per 14 mensilità. Un onore notevole, che sommato agli aumenti delle materie prime, solo per fare degli esempi, il pane, rispetto agli anni scorsi è aumentato di oltre il 10%, la pasta di oltre il 20% e le utenze di oltre il 30%, incide in maniera determinante sul costo del servizio.

In aumento sono anche i prezzi dei trasporti come quello dei traghetti verso le principali isole, e i pacchetti viaggi venduti dalle agenzie, i quali, secondo la Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo, sono in aumento del 30% rispetto allo scorso anno.

Gli aumenti non riguardano soltanto il settore privato ma anche la tassa di soggiorno, che è stata aumentata in molte città, come ad esempio a Firenze, dove da 5 è aumentata fino ad 8 euro, e si appresta al raggiungere, in tutto il Paese, un picco di 10 euro a persona.

Aumenti che fanno prevedere un rincaro complessivo del 40% rispetto allo scorso anno, con un aumento di almeno 500 euro a famiglia.

Nonostante queste considerazioni, l’Italia, con i suoi 4.292 musei, le sue spiagge, le sue meravigliose città, continua ad essere meta ambita da milioni di cittadini di tutto il mondo. Mediamente, ogni anno, il nostro Paese ospita circa 70 milioni di turisti stranieri. Roma, con oltre il 70%, seguita da Firenze, Venezia e Napoli, sono le città più visitate. Per questo, malgrado i prezzi, il turismo è in forte aumento e, ovviamente, aumentando la domanda aumenta l’offerta e il suo relativo costo.

Un costo che può incidere in modo pesante nell’economia di una famiglia, per questo, noi del Foro Nazionale Consumatori, consapevoli che stante la situazione sociopolitica che coinvolge il nostro Paese e l’intero Continente, martoriato da una guerra fra due Paesi un tempo amici, non possiamo essere oltremodo incisivi sull’aumento dei prezzi, che dipendono da troppe variabili oggettivamente fuori controllo o quantomeno di difficile gestione, ci rivolgiamo a tutti i viaggiatori, per fornire semplici ma chiari consigli necessari ad evitare che il periodo più atteso dell’anno, quello delle vacanze, diventi la causa o di un danno subìto e quindi fonte di un risarcimento, o di una spesa insostenibile alla quale si è costretti a rinunciare. Questo è quello che non vogliamo fare, ragion per cui, per vivere bene le nostre vacanze e non essere vittime di situazioni spiacevoli o veri e propri raggiri economici, non ci resta che gestire al meglio le nostre scelte.

Dobbiamo, in primo luogo, cercare di organizzare le nostre vacanze con largo anticipo e quindi di non ridursi all’ultimo momento e di tenere sempre ben presente e valutarle in ogni aspetto, le offerte che ci vengono fatte. Dobbiamo inoltre modificare le nostre abitudini, ossia, la nostra, deve essere una scelta che può prevedere una diversificazione sul periodo in cui intendiamo fare le vacanze. In altri termini, per quanta riguarda il periodo scelto per il riposo estivo, in alternativa ai soliti mesi a cui siamo abituati, quelli di luglio e agosto, dove, essendo maggiore l’affluenza, i prezzi sono oggettivamente più alti, possiamo e dobbiamo scegliere dei giorni in cui i costi sono alla nostra portata, inoltre, se è necessario, è opportuno saper scegliere, in sostituzione di alberghi molto costosi, le case vacanze e, se è possibile, eventualmente, ridurre anche i giorni di presenza nelle località turistiche.

Questi sono i consigli che possiamo e ci sentiamo di dare per le vacanze scelte in modo individuale, un’opzione che gli italiani, abituati ad utilizzare in modo sempre più frequente la rete Internet, sono sempre più propensi a fare, al contrario, nel caso in cui si opta per il pacchetto turistico, ossia il cosiddetto “tutto compreso”, un modello di vacanza normalmente offerta da un’agenzia di viaggi e che coinvolge più soggetti, dal promoter, al venditore, fino al consumatore finale e che include il costo complessivo dell’offerta, ivi incluso il trasporto, il soggiorno e tutti gli altri servizi connessi, come abbiamo scritto nel numero precedente della nostra rivista, è intervenuta la direttiva del Parlamento Europeo n. 2015/2302, con la quale si è inteso assicurare la tutela dei diritti dei consumatori.

In particolare, si è prestato attenzione alla forma del contratto, che deve utilizzare un linguaggio semplice e chiaro e, ovviamente, qualora, visto che non è obbligatorio farlo, viene effettuato in forma scritta, deve essere leggibile e deve prevedere tutte le informazioni necessarie, inoltre, con questa direttiva, si è disposto in merito alla responsabilità dei professionisti artefici e parti attive nell’esecuzione del pacchetto, nonché alla possibilità di recesso offerta al consumatore finale e alla sua protezione in caso di insolvenza di un organizzatore o di un venditore.

Sabrina Greci

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