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16 Gennaio 2025
Consumatori

La ripresa economica potrebbe essere rallentata dall’aumento del prezzo dei carburanti

Per la benzina si teme un incremento di 4 euro al litro

Nei mesi scorsi abbiamo trattato prima il tema dell’aumento degli accessori scolastici, poi quello dell’aumento delle utenze familiari e, in questo caso, abbiamo evidenziato come il Governo abbia preso dei provvedimenti per limitarne, almeno temporaneamente, l’effetto negativo.
Un effetto che avrebbe avuto gravi conseguenze non solo sull’economia, ma anche e soprattutto, sulle tasche degli italiani.
In questo numero della nostra rivista, dobbiamo registrare l’aumento del prezzo dei carburanti e constatare che, rispetto all’energia elettrica, che può eventualmente rappresentare un enorme problema non nell’immediato, ma nella prossima primavera, siamo davvero di fronte ad un’emergenza.
Gli esperti prevedono un’impennata spaventosa, che rischia di rappresentare un’autentica stangata per tutti gli automobilisti italiani. Parlare degli automobilisti vuol dire parlare delle famiglie italiane. Infatti, l’eventuale aumento del costo alle pompe dei benzinai, vista la fondamentale importanza dei mezzi di trasporto, segnerebbe inevitabilmente un aumento di costi che ricadrebbe sulle famiglie, con pesanti conseguenze. Basti pensare che, solo per il rifornimento di carburante, si ipotizza di un aumento annuo di oltre 400 euro a famiglia, per la precisione 440 euro per i possessori di auto a benzina e 430 euro per coloro che hanno l’auto diesel.
Inoltre, precisiamo che l’aumento coinvolgerà l’intero mondo dei carburanti; quindi, ad aumentare sarà sia la benzina, che il diesel, così come il metano.
Basti pensare che già oggi, la media del diesel è di poco meno di 1,80 euro al litro, mentre il prezzo della benzina è di poco inferiore ai 2 ero al litro.
Purtroppo, nonostante siano dei prezzi che non ci saremmo mai immaginati, non sono neanche dei prezzi che possiamo stimare come definitivi. Al contrario, si parla di aumenti traumatici che dovrebbero portare il costo della benzina addirittura a 4 euro al litro.
Questo non è un problema che riguarda solo gli automobilisti, perché se solo per un attimo pensiamo che l’85% delle merci che vengono trasportate in Italia, viaggiano ancora su strada, non possiamo non prevedere dei cospicui aumenti di tutti i prodotti, offerti dal mercato, ad iniziare dai generi di prima necessità, con inevitabili gravi ripercussioni sul budget familiare.
Per cercare di ovviare a questa prospettiva, non dobbiamo mai dimenticare che la tassazione sul carburante in Italia, raggiunge il 60,6% del costo complessivo. Per fronteggiare l’emergenza non ci resta chi rivolgere un appello a gran voce al nostro Governo ed invitarlo ad intervenire per impedire che l’aumento dei carburanti, possa costituire la causa di una pesante reazione a catena, l’aumento incontrollato dei prezzi del mercato, che finirebbe per incidere negativamente sulla ripresa economica del nostro Paese.
Le cause di questi aumenti, secondo gli analisti, sono da ricercare in primo luogo nel ritorno alla normalità post-Covid, con i consumi che hanno ripreso a crescere. Crescendo i consumi cresce la domanda di merce e di prodotti e di conseguenza, cresce anche la richiesta del petrolio per l’attività industriale e la mobilità.
Inoltre, non va dimenticato il peso specifico dei Paesi aderenti all’OPEC, che impongono, dall’alto della loro posizione egemone, agli altri Paesi prezzi e condizioni.
Proprio in questi giorni il presidente degli Stati Uniti, Biden, ha manifestato tutto il suo disappunto contro la decisione imposta dai principali produttori del grezzo, di limitarsi ad un aumento graduale della produzione di petrolio. In merito, i Paesi dell’OPEC, hanno annunciato che si atterrano al loro Piano che prevede, a partire dal mese di dicembre 2021, un aumento massimo di 400mila barili al giorno. Per i Paesi consumatori, in previsione della ripresa post-pandemica, questa è una produzione assolutamente insufficiente, che inciderà pesantemente, essendo maggiore la richiesta e minore l’offerta, sul pezzo finale.
A questo vero e proprio scontro politico internazionale, fa da contraltare una incapacità da parte dei Paesi europei a scegliere delle vere e proprie soluzioni alternative.
Si parla, questo è vero, delle auto elettriche e della loro definitiva consacrazione a partire dal 2035. Quello che vorremmo capire è se fino ad allora, dovremmo continuare a pagare il prezzo della nostra incapacità a saper fronteggiare l’emergenza senza saper trovare delle risposte immediate, ed ancora, a parole, tutti vogliamo un pianeta più pulito ed ecologicamente più sano, ciò non di meno, vorremmo sapere se il cambiamento che fra poco più di 13 anni rivoluzionerà il nostro modo di muoversi e di viaggiare, rappresenterà davvero la soluzione ai problemi attuali.
Su questo la politica deve confrontarsi e programmare gli interventi futuri, perché, dopo aver passato decenni a discutere sempre degli stessi problemi senza aver mai trovato delle vere soluzioni definitive, non vorremmo trovarci, nel prossimo futuro, avendo per giunta la possibilità di poterlo prevedere con largo anticipo, a commentare di una scelta altrettanto gravoso ed onerosa per tutti noi.

Sabrina Greci
Presidente Foro Nazionale Consumatori

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