Cos’è il tatuaggio e perché ci si tatua ancora oggi
Quando decidiamo di tatuarci lo facciamo con leggerezza (tanto lo fanno tutti) o è una scelta ponderata che deriva da una profonda riflessione generata da un evento particolarmente significativo della nostra esistenza?
Il tatuaggio è una traccia indelebile
Il tatuaggio è una traccia indelebile che cela un significato strettamente personale. Questo “di-segno” può avere molteplici significati che cambiano da individuo a individuo: per alcuni un semplice ornamento da esibire con l’illusione di essere unici, una promessa d’amore, un segno di appartenenza o un ricordo di chi ci ha lasciato.
Il tatuaggio è una forma espressiva affonda le sue radici nell’antichità
Questa forma espressiva affonda le sue radici nell’antichità, una pratica rituale che si rintraccia in ogni epoca e in molti posti della terra. Le prime tracce della pratica del tatuaggio sono state trovate inconfutabilmente nel bacino del Mediterraneo. A cominciare dal più antico uomo tatuato, Ötzi il cui corpo è stato rinvenuto in stato di mummificazione naturale, per non menzionare gli antichi Egizi, con la fondamentale testimonianza della mummia della donna tatuata di Deir El Medina.
Il tatuaggio nel corso dei tempi ha assunto significati e forme differenti
Nel corso del tempo, parliamo di storia millenaria, il tatuaggio ha assunto significati e forme differenti. Chi lo faceva di propria volontà per prevenire o scongiurare la comparsa di malattie, per affermare la propria posizione sociale o per simboleggiare la propria fede religiosa. Ma si poteva essere tatuati anche forzatamente: è il caso degli schiavi o dei novizi di alcune tribù che dovevano affrontare dei riti di passaggio, fino ad arrivare ai disertori o i condannati che venivano marchiati con l’indelebile “segno dell’infamia”.
Il pregiudizio nei confronti della pratica del tatuaggio
I primi ad associare il tatuaggio agli emarginati, i deviati e ai carcerati sono stati gli antropologi criminali Cesare Lombroso e Alexandre Lacassagne tra la metà del XIX e gli inizi del XX secolo. E da qui che scaturisce il pregiudizio nei confronti della pratica del tatuaggio, considerata primitiva e indegna dell’essere “civilizzato”. Ma è proprio questo preconcetto che, all’interno di alcune subculture, rende motivo di orgoglio l’ostentazione di questo marchio.
Il tatuaggio ai giorni nostri
Arrivando ai giorni nostri in cui il tatuaggio non solo è stato socialmente accettato ma è divenuto talmente popolare da aver raggiunto un successo di proporzioni planetarie. La molteplice realtà del tatuaggio contemporaneo è, tuttora, in una continua evoluzione e reinterpretazione di significati e messaggi culturali.