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10 Ottobre 2024
Economia

Bitcoin: E’ davvero un nemico da combattere?

E’ divertente vedere come la percezione di Bitcoin evolva nel tempo.
Chi lo conosce bene deve abbozzare e pazientemente ascoltare e indirizzare le solite obiezioni ormai ampiamente superate. In questi giorni Christine Lagard, attuale presidente della Banca Centrale Europea e precedentemente direttrice del Fondo monetario internazionale, ha dichiarato che Bitcoin va regolato perché favorisce il riciclaggio di denaro e “affari strani”.
I bitcoiner incalliti sorridono pensando che la sua opinione comunque conta poco. Se è vero che i governi possono mettere ostacoli all’adozione di Bitcoin, che potrebbe essere visto come minaccia alle valute di stato, in verità non lo possono fermare. Con una rete e un funzionamento decentralizzato intorno al mondo tra migliaia di computer, Bitcoin è nato e cresciuto in ambiente avversario, attaccato da tutte le parti. Dopo circa due anni dal suo esordio, la CIA stava già sentendo uno dei principali programmatori del suo software. Durante la testimonianza del 17 luglio 2019, il parlamentare del Congresso degli Stati Uniti Patrick McHenry, ha detto direttamente ai legislatori che i tentativi di fermare Bitcoin erano inutili: “Il mondo immaginato da Satoshi Nakamoto, autore del white paper di Bitcoin e che altri stanno costruendo, è una forza inarrestabile”. Sgombriamo il campo dalla solita accusa appioppata a Bitcoin di essere legato ad attività illecite. Dalla creazione di Bitcoin nel 2009, santa pazienza, le istituzioni finanziarie mondiali hanno pagato in sanzioni più di metà del valore dell’intera capitalizzazione di Bitcoin a gennaio 2021. Gli importi illecitamente trattati da questi enti con denaro fiat (euro, dollari, ecc.) sono naturalmente di gran lunga superiori alle penalità pagate da quelle istituzioni. Per le banche quelle penalità costituiscono un costo preventivato e non così rilevante del business di trattare denaro. Secondo alcune ricerche il valore illecito trattato in Bitcoin equivale al 3% circa del suo valore. In termini assoluti un niente al confronto. Bitcoin è un fenomeno pieno di risvolti. Stando all’incrocio di diverse discipline come la crittografia, i sistemi distribuiti, la finanza, la moneta e l’economia in generale, ciascuno si sente in grado di valutarlo dal proprio punto di vista e si finisce come nell’allegoria del gruppo di persone bendate che toccano un elefante: c’è chi sente una coda, chi un’orecchia. Solo dopo avergli dedicato del tempo si capisce quanto sia un tema complesso e affascinante. Hanno iniziato a lavorarci sopra perfino filosofi di professione. Bitcoin è una rivoluzione della civiltà umana e un risultato tecnologico senza precedenti. Per la prima volta si è creata la possibilità di scambiare valore tra soggetti direttamente, senza passare per intermediari (tipicamente le banche), senza il bisogno di permessi e in modo che neppure le autorità possano censurare la transazione, tutto a livello digitale, quindi globale. Non serve documento di identità (escluso naturalmente la compravendita presso istituzioni finanziarie che richiedono formalità per legge), età minima o importo minimo. È il denaro nativo di internet. Un’altra caratteristica fondamentale di Bitcoin è la quantità limitata di Bitcoin. Per la prima volta si è creata la scarsità digitale. Diversamente da qualsiasi altro bene, incluso l’oro, la creazione di Bitcoin è limitata e verificabile. È una nuova asset class, una forma di denaro che è anche una tecnologia di risparmio.

Alberto Maccatrozzo
Business development manager at Veneta USA
Cambridge, Massachusetts, Stati Uniti d’America

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