Con sempre maggiore frequenza sentiamo utilizzare il termine economia blu associato all’economia circolare, alla salvaguardia del pianeta e alla Green economy, ma cosa si intende nello specifico per blue economy? La blue economy è un modello di sviluppo economico proposto da un economista di origine belga che ha realizzato un paradigma che incentiva l’utilizzo di materiali o fonti rinnovabili per far sì che diventino parte sostenibile della crescita economica e sociale. Naturalmente questo piano d’azione è una strategia proiettata al lungo periodo che fonda le sue basi sulla tecnologia e sull’innovazione, dove anche la digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale come opportunità e contributo per misurare, monitorare ed efficientare i processi. L’espressione “Blue” fa riferimento al settore in cui nasce ovvero quello marittimo, includendo anche tutte le attività che utilizzano le risorse del mare, delle coste e dei fondali in grado di conciliare la sostenibilità dell’ambiente e la redditività imprenditoriale per lo sviluppo di servizi e delle attività industriali. Il punto di partenza è quello di osservare la natura e tutte le sue risorse ed elaborare un programma su misura, in base all’area considerata, che vada a soddisfare bisogni primari, sociali ed economici. Questo sistema di miglioramento delle tecniche di produzione, provoca degli effetti a cascata, per quanto riguarda l’impatto ambientale l’obiettivo primario è quello di ridurre le emissioni dannose per il pianeta utilizzando la biomimetica ovvero la scienza che osservando la natura, elabora nuove strutture artificiali, nuovi materiali e soluzioni; può far sviluppare un nuovo concetto di imprenditorialità creando un campo di indagine con mercati diversi e nuove occasioni lavorative, portando alla crescita dell’occupazione. Un approccio interessante è legato al trasporto delle merci, sono stati realizzati dei progetti specifici approvati al fine di favorire il transito delle merci dal trasporto su gomma al trasporto marittimo. In questo senso gioca un ruolo determinante il trasporto intermodale, cioè la combinazione di diversi mezzi tra cui aerei, navi, treni che sfruttando le potenzialità di ciascuno, analizzando costi e benefici, puntano a massimizzare questi ultimi, ridurre i tempi e l’impatto sull’ambiente. Nel settore turistico invece la blue economy si manifesta educando i promotori di questo ramo ad una corretta valorizzazione del territorio, incoraggiando le attività turistiche e creative che attuano una riduzione dell’impatto ambientale, la riscoperta di luoghi in modo responsabile e innovativo. Il turismo sostenibile mira a promuovere la biodiversità e a sensibilizzare le persone nel rispetto dell’ambiente e dei suoi abitanti, gestendo lo smaltimento dei rifiuti, migliorando l’efficienza energetica delle strutture ed eliminando gli sprechi utilizzando efficientemente le risorse idriche e naturali. In un mondo in continua connessione, il digitale ricopre sempre un ruolo molto importante attraverso il turismo virtuale che permette da remoto di visitare luoghi di interesse, riducendo gli spostamenti e favorendo la diffusione della cultura locale. L’attenzione e la tutela per l’ambiente sono diventate necessarie al suo sostentamento. Per anni l’uomo ha ignorato i campanelli d’allarme in nome dei profitti e delle attività in grado di generarli, trascurando ciò che è più prezioso, il nostro pianeta. Ogni singola azione può contribuire a salvare le bellezze e le funzioni vitali del nostro pianeta, dobbiamo pensare in maniera alternativa, trovare soluzioni ai problemi in nome dell’efficienza e dell’efficacia, capire che è un obbligo morale e civile per noi stessi e per le future generazioni che dovranno fare i conti con gli errori commessi in passato. Finalmente piccole aziende, multinazionali, importanti esponenti politici, ma anche personaggi pubblici di grande notorietà si stanno dichiarando favorevoli e propensi ad attuare un reale cambiamento in questa direzione, coinvolgendo sempre di più la popolazione a fare scelte responsabili e rispettose
Maura Malato