A ottobre ritorna il mese dell’educazione finanziaria: un ‘ecosistema’ in cui dialogano istituzioni, associazioni, enti locali, privati, scuole e università, che coinvolge i cittadini, i territori, e le comunità. Il Comitato Edufin ha dedicato la 5^ edizione della manifestazione al tema “COSTRUISCI OGGI QUELLO CHE CONTA PER IL TUO FUTURO”
Nel 2017 il Ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con il MIUR, ha dato vita al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, allo scopo di elaborare una Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale un’occasione unica per colmare il gap degli italiani con i paesi più virtuosi e volta a “definire le politiche nazionali in materia di comunicazione e diffusione di informazioni volte a promuovere l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale; prevedere la possibilità di stipulare convenzioni atte a promuovere interventi di formazione con associazioni rappresentative di categorie produttive, ordini professionali, associazioni dei consumatori, organizzazioni senza fini di lucro e università, anche con la partecipazione degli enti territoriali”.
Composto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dell’Istruzione, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Banca d’Italia, Consob, Covip, Ivass, Ocf, Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, è diretto dalla Prof. Annamaria Lusardi, una delle maggiori esperte internazionali di educazione finanziaria. Il Comitato Edufin lavora nel campo dell’attuazione e della valutazione delle politiche di alfabetizzazione finanziaria, l’attività è diretta alla programmazione ed al promuovimento di iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria per migliorare le competenze in materia di risparmio, investimenti, previdenza, assicurazioni, così da facilitare le decisioni, diversificare il rischio, ed evitare il sovraindebitamento. Un’importante sinergia e forma di collaborazione tra tutti gli attori in campo per promuovere e coordinare iniziative volte a migliorare tra la popolazione la conoscenza e le competenze finanziarie, assicurative e previdenziali così da consentire di fare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni. Dal 2018 ottobre è stato designato il Mese dell’educazione finanziaria con l’organizzazione di eventi educativi a cui partecipano scuole, giovani e adulti per perseguire “una condizione in cui conoscenza e competenze finanziarie siano disponibili a tutti, perché ciascuno possa costruire un futuro sereno e sicuro”.
E’ necessario l’impegno di tutti “per innalzare la conoscenza finanziaria non solo durante il Mese, ma tutto l’anno. Abbiamo preparato il terreno per coltivare insieme la conoscenza finanziaria nel nostro Paese. Il Mese dura tutto l’anno è sempre stato il motto del Comitato. Un motto che è divenuto realtà grazie al moltiplicarsi delle iniziative proposte negli anni dai tanti stakeholder di questa importante manifestazione. (…)”, afferma la Prof. Annamaria Lusardi. “Sono ottimista perché il livello di conoscenze sta aumentando, anche se lentamente. Il mio invito per questa edizione del Mese”, in continuità alle esperienze degli anni precedenti, “è di pensare soprattutto ai gruppi vulnerabili, come i giovani, le donne, gli anziani e chi ha un basso livello di reddito e educazione”. Ogni anno il Comitato coordina a livello nazionale la partecipazione dei membri e degli stakeholder alla Global Money Week, promossa dall’OCSE “per sensibilizzare i giovani, fin dall’età prescolare, sull’importanza di acquisire le competenze necessarie per prendere decisioni finanziarie in maniera responsabile e consapevole”, così come il supporto alla campagna World Investor Week della durata di una settimana (3-9 ottobre 2022) promossa dalla IOSCO ( www.worldinvestorweek.org), a per “incrementare la consapevolezza sull’importanza dell’educazione e della protezione degli investitori e diretta agli investitori I messaggi chiave della campagna WIW 2022 sono concentrati su due temi di fondo: 1) la resilienza degli investitori e 2) la finanza sostenibile. A questi si aggiungono i messaggi delle edizioni passate, dedicati alla prevenzione delle frodi e delle truffe e alle criptoattività”. Secondo il presidente del Comitato IOSCO sugli investitori al dettaglio, Pasquale Munafò, “gli investitori al dettaglio sono esposti a un contesto in rapida evoluzione che crea nuove opportunità ma, allo stesso tempo, aumenta anche alcuni rischi. L’educazione dell’investitore è uno degli strumenti per incrementare la consapevolezza e migliorare la comprensione di opportunità e rischi, aiutando a prendere decisioni informate”.
Nello scenario attuale di congiuntura economica nel quale maturano le scelte di investimento, il problema della conoscenza degli strumenti finanziari e della capacità di effettuare scelte complesse è di indiscusso interesse.
E’ prioritario comprendere che avere una cultura finanziaria di base è fondamentale per prendere decisioni efficaci nella gestione dei propri risparmi e scegliere in modo consapevole come investire, assicurarsi e accantonare, per migliorare il benessere finanziario delle singole persone e consentirne la partecipazione alla vita economica della società. Perché le scelte sono via via sempre più complesse, per la disponibilità di strumenti finanziari sofisticati e a volte di non semplice comprensione ed è indispensabile avere gli strumenti per valutare il rischio, confrontare le diverse opzioni finanziarie, comprendere correttamente la propria capacità di indebitamento.
La literacy finanziaria è fortemente correlata all’istruzione, al reddito ed alla ricchezza degli individui. “Vi è ampia evidenza di una forte correlazione tra financial literacy e una serie di comportamenti rilevanti per il benessere individuale, ad esempio in termini di risparmio, accumulazione di ricchezza, scelte di portafoglio”, sottolinea la Prof. Lusardi: “chi è più financially literate investe con maggiore probabilità in azioni e fondi di investimento; partecipa più frequentemente a piani pensionistici privati. Ma ha anche maggiore probabilità di rimborsare i propri debiti in modo regolare e una minore esposizione a forme di indebitamento eccessivamente costose”.
La financial literacy nelle ‘Recommendation of the Council on Financial Literacy’
Le ’Recommendation of the Council on Financial Literacy’ raccolgono le raccomandazioni sui principi e le buone pratiche per l’educazione finanziaria su credito, pensioni e assicurazioni, individuano le strategie nazionali per l’alfabetizzazione finanziaria e la realizzazione efficace di programmi di alfabetizzazione finanziaria, per ognuna delle quali offre linee d’indirizzo rispetto ai target e alle buone pratiche da applicare. Si incoraggiano quindi i governi, le altre autorità pubbliche e le parti interessate all’adozione di meccanismi di coordinamento e di governance per definire le priorità dell’intervento pubblico all’interno di una strategia nazionale in materia di alfabetizzazione finanziaria, ponendo l’accento in particolare sulle attuali e future generazioni, le donne, i micro e piccoli imprenditori, gli anziani e altre categorie vulnerabili.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha definito l’educazione finanziaria “il processo attraverso il quale i consumatori/investitori finanziari migliorano la loro comprensione dei prodotti, dei concetti e dei rischi finanziari e, attraverso informazioni, istruzioni e/o consigli oggettivi, sviluppano le competenze e la fiducia per diventare più consapevoli dei rischi e delle opportunità finanziarie, per fare scelte informate, per sapere dove andare a chiedere aiuto (…) un insieme di consapevolezza finanziaria, conoscenza, abilità, approcci e comportamenti necessari per prendere decisioni finanziarie consapevoli e, infine, per raggiungere il benessere finanziario individuale, della società e consentire la partecipazione alla vita economica”.
Le persone che hanno una scarsa conoscenza finanziaria sono più inclini a prendere decisioni finanziarie inadeguate, divenendo anche vittime di frodi finanziarie, ovvero a prendere decisioni finanziarie di cui non comprendono pienamente le possibili conseguenze, sottovalutando il rischio di un investimento.
Le differenze sulle conoscenze finanziarie, così come sui comportamenti e le attitudini, dipendono – secondo gli studi e le pubblicazioni divulgative – dal livello di reddito, di istruzione, di età e di genere: in generale, gli uomini sono più alfabetizzati delle donne, mentre l’alfabetizzazione è molto bassa tra i giovani e diminuisce anche dopo i 45 anni.
Gli individui possono essere anche finanziariamente edotti ma non essere in grado di applicare le conoscenze alle proprie decisioni finanziarie: chi non conosce il funzionamento dei prodotti e dei mercati finanziari non può comprendere le possibili conseguenze delle proprie decisioni in termini di rischio, rendimento e adeguatezza ai propri bisogni finanziari, può fare una scelta rischiosa essendo convinto di compiere una scelta prudente perché la percezione del rischio potrebbe essere distorta da quelle informazioni finanziarie che non comprendono. La vera sfida è stabilire strategie diverse adatte ai diversi risparmiatori, perché ‘one size does not fit all’.
Il grado di financial literacy di un Paese può avere un costo non solo economico sul sistema dello stesso in quanto non di rado lo scarso grado di conoscenza porta con sé una sfiducia nel mercato finanziario. Più i consumatori sono finanziariamente istruiti ed indipendenti, viceversa, maggiormente probabile è che adottino scelte consapevoli in materia di investimenti, di prestiti ed assicurazioni.
Le politiche in campo di alfabetizzazione finanziaria possono essere utilizzate per migliorare i livelli di competenze e conoscenze di tutte le fasce della popolazione e per favorire il loro benessere finanziario. L’obiettivo è migliorare per tutti la capacità di fare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni attraverso un uso consapevole e responsabile una serie di prodotti e servizi finanziari, tra cui quelli digitali che stanno cambiando anche il modus con cui i risparmiatori adottano decisioni e scelgono i prodotti finanziari. L’obiettivo è quello sì di migliorare le conoscenze dei consumatori ed investitori e le loro competenze di base, presupposto di ogni processo di investimento ben strutturato, ma anche di diffondere la conoscenza degli elementi fondanti un corretto processo decisionale. Trasmettere, quindi, quegli strumenti per approcciare, da un lato, in modo ragionato alle decisioni finanziarie attraverso l’utilizzo adeguato e responsabile nel tempo delle proprie disponibilità economiche finanziarie e, dall’altro, per comprendere le proprie esigenze personali di medio e lungo periodo.
Come ricordato dall’OCSE “(…) one of the main challenges facing public authorities implementing national strategies is to find ways of changing financial attitudes and behaviours of the population”: nella prospettiva di innalzare l’efficacia delle iniziative formative, è imprescindibile il coinvolgimento di tutti gli stakeholders (accademici, istituzioni pubbliche, sistema scolastico per i giovani) potenzialmente in grado di raggiungere i soggetti che hanno necessità di elevare le proprie competenze finanziarie.
Paola Francesca Cavallero