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16 Gennaio 2025
Economia Primo Piano

Il lavoro, l’economia e la sfida delle imprese nel mondo che affronta la sfida del Covid-19

Franco Colombo analizza la ricerca di McKinsey Global Institute*

Abbiamo oramai molte evidenze di come la pandemia abbia sconvolto i mercati del lavoro a livello globale. Due gli effetti principali in finestre temporali diverse, a breve termine sono state improvvise e spesso gravi: milioni di persone sono state messe in aspettativa o hanno perso il lavoro, e altre si sono rapidamente adattate a lavorare da casa mentre gli uffici chiudevano. DI contro altri lavoratori sono stati ritenuti essenziali e hanno continuato a lavorare nelle strutture sanitarie, nei supermercati, nei servizi logistici, nell’igiene ambientale con nuovi e spesso complessi nuovi protocolli per ridurre la diffusione del nuovo coronavirus. Ma come valutare quelli a medio lungo termine?
La McKinsey Global Institute (Mgi), ha pubblicato un rapporto sil futuro del lavoro e dell’economia dopo il Covid-19 per valutare l’impatto duraturo della pandemia sulla domanda di lavoro, il mix di occupazioni e le competenze della forza lavoro richieste in otto Paesi con diversi modelli economici e di mercato del lavoro: Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Insieme, questi otto Paesi rappresentano quasi la metà della popolazione globale e il 62% del PIL.
E guardando a questi Paesi possiamo provare a ragionare anche a cosa potrà succedere in Italia.
Il Primo dato è che sono stati colpiti i lavori con la maggiore vicinanza fisica. Prima del Covid-19, i maggiori sconvolgimenti nel mondo del lavoro riguardavano le nuove tecnologie e i crescenti legami commerciali. La pandemia per la prima volta ha elevato l’importanza della dimensione fisica del lavoro
“MGI ha scoperto che i posti in aree di lavoro con livelli più alti di vicinanza fisica probabilmente subiranno una maggiore trasformazione dopo la pandemia, innescando effetti a catena in altre aree di lavoro, con i modelli di business cambiano di pari passo.
Durante la pandemia, il virus ha disturbato più gravemente le arene con i più alti punteggi complessivi di prossimità fisica: assistenza medica, cura della persona, servizio clienti in loco, tempo libero e viaggi. E anche lungo termine, è probabile che anche queste aree di lavoro saranno le più sconvolte, anche se la prossimità non è l’unica spiegazione.”
Tutto il Mondo dell’interazione con il Cliente (ad esempio negozi al dettaglio, banche e uffici postali, costumare care, assistenze etc.), cioè in definitiva tutti i lavori che prevedono l’interazione in loco con estranei sono migrati verso l’e-commerce e altre transazioni digitali, un cambiamento comportamentale che probabilmente rimarrà.
Per quello che riguarda il settore del tempo libero e dei viaggi, estremamente importante per il PIL Italiano ad esempio, negli 8 Paesi oggetto della ricerca e che riguarda lavoratori a contatto con i clienti in hotel, ristoranti, aeroporti e luoghi di intrattenimento nel lungo termine, il passaggio al lavoro a distanza e la relativa riduzione dei viaggi d’affari, così come l’automazione di alcune occupazioni, come i ruoli di ristorazione, potrebbero ridurre in maniera consistente e persistente la domanda di lavoro in questo settore.
Tutti i settori che si basano sul lavoro d’ufficio che implica utilizzo di computer e che includono uffici di tutte le dimensioni e spazi di lavoro amministrativi in ospedali, tribunali e fabbriche e che richiedono solo una moderata vicinanza fisica agli altri e un numero moderato di interazioni umane rappresenterà tutto il potenziale lavoro a distanza.
I settori della produzione e della manutenzione all’aperto che includono cantieri, fattorie, terreni residenziali e commerciali e altri spazi all’aperto hanno subito poco impatto poiché il lavoro in quest’area richiede poca vicinanza e poche interazioni con gli altri e si svolge completamente all’aperto. Questa è l’arena più estesa in Cina e in India, rappresentando dal 35 al 55% della loro forza lavoro.
Il Covid ha accelerato tre grandi tendenze che riconfigureranno il lavoro anche dopo che la pandemia si sarà affievolita.
Il lavoro a distanza e le riunioni virtuali probabilmente continueranno, anche se meno intensamente rispetto al picco della pandemia. Considerando solo il lavoro a distanza che può essere fatto senza perdita di produttività, MGI sostiene che circa il 20-25% della forza lavoro nelle economie avanzate potrebbe lavorare da casa da tre a cinque giorni a settimana. Un grande cambiamento nella geografia del lavoro, dato che gli individui e le aziende si spostano dalle grandi città ai sobborghi e alle piccole città.
Alcune aziende stanno già pianificando di passare a spazi di lavoro flessibili dopo le esperienze positive con il lavoro a distanza durante la pandemia: questa mossa ridurrà lo spazio complessivo di cui hanno bisogno e porterà meno lavoratori negli uffici ogni giorno. La domanda di ristoranti e negozi in centro città e di trasporto pubblico potrebbe diminuire di conseguenza.
Il lavoro a distanza potrebbe anche dare un durissimo colpo ai viaggi d’affari, dato che l’ampio uso di videoconferenze durante la pandemia ha inaugurato una nuova accettazione delle riunioni virtuali e di altri aspetti del lavoro. Mentre i viaggi di piacere e il turismo probabilmente rimbalzeranno dopo la crisi, McKinsey stima che circa il 20% dei viaggi d’affari, il segmento più redditizio per le compagnie aeree, potrebbe non ritornare. Questo avrebbe significativi effetti a catena sull’occupazione nel settore aerospaziale commerciale, negli aeroporti, nell’ospitalità e nella ristorazione.
L’e-commerce e le altre transazioni virtuali sono in piena espansione. Nel 2020, la quota di e-commerce è cresciuta da due a cinque volte il tasso precedente il Covid ed i clienti che si sono abituati a usare questo canale continueranno a usarli quando le cose torneranno alla normalità.
Questo passaggio alle transazioni digitali ha favorito la crescita dei lavori di consegna, trasporto e immagazzinaggio. In Cina, i posti di lavoro nell’e-commerce, nelle consegne e nei social media sono cresciuti di oltre 5,1 milioni nella prima metà del 2020.
Il Covid spingerà verso l’adozione più rapida dell’automazione e dell’IA, specie nelle aree di lavoro con più elevata vicinanza fisica
Molte aziende hanno implementato l’automazione e l’IA in magazzini, negozi di alimentari, call center e impianti di produzione per ridurre la densità del posto di lavoro e far fronte ai picchi della domanda le aree di lavoro con alti livelli di interazione umana probabilmente conosceranno la maggiore accelerazione nell’adozione dell’automazione e dell’IA.
Il mix di occupazioni può cambiare, con una bassa crescita nei ruoli a basso stipendio
Dopo la pandemia potrebbe emergere un mix di occupazioni marcatamente diverso nelle otto economie. Rispetto alle stime pre-Covid-19, MGI si attende che il maggiore impatto negativo ricadrà sui lavoratori dei servizi alimentari, e nel customer service, così come sui ruoli di supporto meno qualificati negli uffici. I posti di lavoro nei magazzini e nei trasporti potrebbero aumentare, come risultato della crescita dell’e-commerce e dell’economia delle consegne, ma è improbabile che questi aumenti compensino l’interruzione di molti lavori a basso stipendio.
Negli Stati Uniti, per esempio, i posti di lavoro nel customer service e nella ristorazione potrebbero diminuire di 4,3 milioni, mentre quelli nei trasporti potrebbero crescere di quasi 800.000 unità. La domanda di lavoratori nel settore sanitario e nelle occupazioni STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) potrebbe crescere più di prima della pandemia, riflettendo una maggiore attenzione alla salute con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei redditi, nonché il crescente bisogno di persone che possano creare, distribuire e mantenere le nuove tecnologie.
In otto Paesi, 100 milioni di lavoratori dovranno cambiare occupazione
“Il mix di competenze richiesto ai lavoratori che devono cambiare occupazione è cambiato. La quota di tempo che i lavoratori tedeschi passano usando le abilità cognitive di base, per esempio, potrebbe ridursi di 3,4 punti percentuali, mentre il tempo speso usando le abilità sociali ed emotive aumenterà di 3,2 punti percentuali.
In India, la quota di ore lavorative totali impiegate utilizzando competenze fisiche e manuali diminuirà di 2,2 punti percentuali, mentre il tempo dedicato alle competenze tecnologiche aumenterà di 3,3 punti percentuali.
I lavoratori nelle occupazioni della fascia salariale più bassa usano le abilità cognitive di base e le abilità fisiche e manuali per il 68% del tempo, mentre nella fascia salariale media l’uso di queste abilità occupa il 48% del tempo speso. Nelle due fasce più alte, queste abilità rappresentano meno del 20% del tempo speso.
In Europa e negli Stati Uniti, i lavoratori senza laurea, i membri di gruppi etnici minoritari e le donne hanno maggiori probabilità di dover cambiare occupazione dopo il Covid-19 rispetto a prima. Negli Stati Uniti, le persone senza un diploma di laurea hanno 1,3 volte più probabilità di dover cambiare lavoro rispetto a quelle con un diploma di laurea, e i lavoratori neri e ispanici hanno 1,1 volte più probabilità di dover passare da un’occupazione all’altra rispetto ai lavoratori bianchi. In Francia, Germania e Spagna, l’aumento delle transizioni lavorative post Covid-19 è 3,9 volte superiore per le donne rispetto agli uomini. Allo stesso modo, la necessità di cambiamenti occupazionali colpirà i lavoratori più giovani rispetto a quelli più anziani, e gli individui non nati nell’Unione Europea più dei lavoratori nativi.”
E l’Italia?
La portata delle transizioni nella forza lavoro innescate dall’influenza di Covid-19 aumenta l’urgenza per l’Italia di riformare il mercato del Lavoro da una parte e delle forze Sindacali e datoriali di dotarsi di strumenti contrattuali adeguati al periodo sostenendo ulteriori programmi di formazione e istruzione per i lavoratori che permettano di aggiornare le qualifiche e passare a una forma di lavoro più qualificata e performante.
Bisogna arrivare ad organizzare e normare in maniera corretta il lavoro a distanza per offrire ad aziende e lavoratori nuove opportunità, anche incrementando ruoli e responsabilità dell’occupazione femminile troppo spesso penalizzata dalla dicotomia lavoro famiglia.
Dalla politica serve sostegno alle imprese espandendo e migliorando l’infrastruttura digitale, basti pensare che nelle economie avanzate, quasi il 20% dei lavoratori nelle famiglie rurali non ha accesso a internet.
Vanno rivisti e migliorati i benefici e le protezioni ai lavoratori indipendenti e ai lavoratori che lavorano per costruire le loro competenze e conoscenze a metà carriera.
La sfida in Italia è superare la Crisi mantenendo i nostri punti di forza e superando le storiche difficoltà che hanno accompagnato il nostro sviluppo economico.
E non abbiamo altra opzione che riuscirci.

Franco Colombo

*Il rapporto è stato curato da Stephanie Strom, senior editor del McKinsey Global Institute, e Peter Gumbel, direttore editoriale del MGI.

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