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10 Ottobre 2024
Economia

NFT qualcosa che ci cambierà davvero la vita?

La prima opera letteraria italiana che viene lanciata come NFT è “Novecento. The Source Code” sulla piattaforma OpenSea dove sarà messo in vendita nel mese di marzo 2022. Novecento nasce come un monologo teatrale dello scrittore Alessandro Baricco, opera che lo ha reso celebre in tutto il mondo, pubblicata per la prima volta da Feltrinelli nel 1994. Nel 1998 ispira Giuseppe Tornatore che ne trae il film “La leggenda del pianista sull’oceano”. Intellettuale ecclettico e coerente, con lo sguardo rivolto alla modernità, Alessandro Baricco è pioniere di una nuova rivoluzione nel mondo della letteratura scoprendo le possibilità di un mercato che in tre sole lettere, NFT, evoca centinaia di migliaia di dollari. I dati parlano di 40,9 miliardi di dollari versati per NFT, il loro valore del mercato è cresciuto del 299% nel 2020, superando i 250 milioni di dollari (da L’Atelier BNP Paribas e Nonfungible.com). Pensate al mercato NFT come ad una E Bay nel mercato digitale, assolutamente democratico: chiunque può creare l’Nft affrontando un costo che corrisponde a poche decine di euro. Il target abbraccia un numero in crescita di investitori, agenti di borsa, collezionisti, artisti, appassionati di musica, di tecnologia e cercatori d’oro in un fantascientifico Paese di Bengodi. Parliamo di un settore nuovo, altamente speculativo, dove alcune collezioni d’arte possono aumentare di valore ma senza alcuna garanzia sulle previsioni dei prezzi, non sempre influenzati da quelle regole che normalmente riguardano l’arte fisica e gli oggetti da collezione: unicità e reputazione dell’artista che lo ha realizzato tanto che una vendita NFT ospitata da Nifty Gateway lo scorso Dicembre, ha reso l’anonimo Pak l’artista vivente più ricco del mondo, facendo cadere Jeff Koons dal primo posto. Nella vendita che ha portato a 91,8 milioni di dollari, 28.000 acquirenti hanno acquistato 266.445 unità di un’opera d’arte di Pak che, in teoria, potevano essere combinate in un unico NFT di proprietà di un singolo acquirente per un valore totale strabiliante, multimilionario. L’evento è iniziato il 2 dicembre, quando gli acquirenti sono stati invitati ad acquistare quote dell’opera che avrebbero poi potuto essere accumulate in una “massa” maggiore. I prezzi partivano da 299 dollari per gli acquirenti che già possedevano opere di Pak. Successivamente, dopo che la vendita è stata aperta a chiunque, il prezzo è balzato a 575 dollari per azione ed è aumentato di 25 dollari l’ora fino alla fine dell’asta. Ma guardiamo i numeri che hanno destato l’attenzione dei media: “Everydays: The First 5000 Days”, dell’artista Peebles, un’opera d’arte interamente digitale è stata messa all’ Asta da Christie’s a 100 dollari e venduta alla stratosferica cifra di 69,3 milioni di dollari: è cryptoarte. Arte digitale che, grazie alla tecnologia blockchain e agli NFT, permette agli artisti di rendere uniche le loro creazioni e di guadagnare tanto. Chi ha creato l’oggetto o il bene può intascare un guadagno dalla vendita e da ogni vendita successiva (una sorta di percentuale sulle vendite future, se previsto dallo stesso NFT). L’unicità e la riconducibilità all’autore, sono questi i due plus a cui gli artisti e i collezionisti danno valore. L’acronimo NFT sta per non-fungible token, letteralmente “gettone non fungibile”. Sono dei codici univoci generati per uno specifico prodotto che può essere virtuale (come francobolli, video, opere d’arte) o reale, dalle scarpe (Nike detiene un brevetto per le sue scarpe NFT basate su blockchain chiamate “CryptoKicks”), agli immobili, (gli NFT come beni artistici immobiliari digitali). Si tratta di certificati che è impossibile manomettere, generati attraverso la tecnologia della blockchain (la stessa delle criptovalute), che certificano l’unicità di quell’oggetto e lo collegano a chi lo ha creato, come una sorta di certificato di proprietà e di autenticità indelebile, con il risultato che chi acquista un NFT possiede i diritti sull’opera digitale e non può subire un furto: infatti l’oggetto “tokenizzato” non può deteriorarsi, non può essere rubato, né può essere falsificato. Plus non trascurabili visto il valore acquisito. Questi codici Nft sono versatili e personalizzabili, al loro interno infatti possono essere inserite delle clausole che specificano la percentuale da riconoscere all’autore per ogni vendita, che varia tra il 2,5 ed il 10% del prezzo di vendita, per cui una percentuale del prezzo di vendita tornerà sempre all’autore: una forma di royalties eterne. Il 2017 è l’anno che segna l’inizio della popolarità dei token non fungibili grazie ad un gioco blockchain, i CryptoKitties, gattini da collezione crittografici simili ai Pokemon o ai Tamagochi lanciati sulla rete Ethereum, che i giocatori scambiano, allevano e acquistano. Un esempio primordiale di tecnologia del genere, CryptoKitties è stato originariamente progettato utilizzando “contratti intelligenti” e token ERC721. Ogni CryptoKitty è unico e ha il proprio genoma digitale. Era possibile creare due CryptoKitties qualsiasi utilizzando un algoritmo genetico, grazie al quale veniva prodotta una prole con le sue caratteristiche uniche in cui l’aspetto visivo o fenotipo, era determinato dal genotipo invariabile memorizzato nello smart contract. L’idea piacque molto ai detentori di Ether decretando il primo grande successo degli NFT. Quasi 180.000 utenti li comprarono investendo l’equivalente di 20 milioni di dollari. Questo nuovo fenomeno in cui il mondo dello sport ha voluto scommettere, in particolare la lega NBA, la Formula Uno e il calcio mondiale, ha visto successivamente l’interesse dell’industria cinematografica anche nella gestione del copyright: i musicisti trovano un modo diverso di monetizzare il loro lavoro. Gli NFT fungono da certificato digitale di proprietà per ciò che il musicista decide di mettere in vendita, da un singolo album tradizionale ai videoclip, ai biglietti per concerti, ai bonus track esclusivi o bundle di merchandise virtuale e reale. Interessanti le iniziative promosse nel settore dell’agro-alimentare, come quella messa in atto dal Consorzio di arance rosse di Sicilia, che ha realizzato in blockchain la versione moderna del bollino Igp presente su ogni cassetta di arance nel mercato mondiale. Il bollino permette di verificare il campo di produzione, la data del raccolto, le caratteristiche di produzione e di conservazione. L’utilizzo del blockchain apre buone prospettive anche nel mondo enogastronomico proprio in virtù dell’NFT – che è trasferibile, ma non interscambiabile, (non sono come i bitcoin) rende chiaro e legittima il concetto di opera/oggetto digitale da collezione, è il caso della collezione di champagne customizzati di 6 bottiglie a cui sono state singolarmente abbinate all’NFT realizzato dall’artista Teo KayKay in collaborazione con il fondatore della piattaforma Instagram TopChampagne Andrea Silvello. Ogni acquirente riceverà fisicamente la bottiglia acquistata e digitalmente la card associata. Ogni card (come ogni bottiglia) è un pezzo unico. La bottiglia oltre ad essere customizzata è stata digitalizzata, certificandone l’autenticità con la blockchain. Un altro esperimento di Crypto Wine avviato nel 2020, è Grap che si avvale anche dello strumento NFT. Un altro marchio noto che sta esplorando gli Nft è Pringles che ha già venduto 50 tubi virtuali CryptoCrisp “al sapore di NFT”, firmati dall’artista Vasya Kolotusha. Nel nostro mondo social non mancano le grandi firme degli Chef e fotografi specializzati in food porn, termine coniato nel 1984 da Rosalind Cowards per riferirsi alla presentazione del piatto a regola d’arte ad essere allettate da questa opportunità, come riferisce Chris Albrecht su The Spoon: “NFT legati al cibo potrebbero rivelarsi un ottimo sistema per amplificare l’autorevolezza di un marchio”, quindi via libera a ricette Nft in edizione limitata e a immagini Nft di Food photographer. Nel 2021 la Pizza Hut, una catena leader di pizzerie in Canada, ha proposto la prima pizza virtuale, allo scopo di connettersi con i suoi followers: una limited edition di Nft in stile 8 bit delle pizze Pizza Hut, come Hawaiian, Pepperoni, Canadian e Margherita, è stata offerta su Rarible. L’idea di marketing vincente è stata quella di puntare sulla leva del prezzo offrendo gli NFT a un prezzo di .0001 ETH, fissato per coincidere con il costo approssimativo di un vero boccone di pizza a 17 centesimi circa. Siamo nell’era del Nft, viene spontaneo pensare di fare dei pronostici su quali altri ambiti di business si apriranno nei prossimi tempi per l’Italia, per quegli imprenditori che penseranno come Alessandro Baricco nella sua dichiarazione ufficiale: “C’è qualcosa che sta succedendo oggi e sta succedendo nel quadrato formato da questi quattro punti: blockchain, criptovalute, Nft, Dao. Lì dentro c’è qualcosa che probabilmente è destinato a cambiare di molto la nostra vita…”.

Teresa Sisto

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