Tante sono le città e i Comuni chiamati al voto il prossimo 3 e 4 ottobre, tra questi tre grandi città d’Italia quali Roma, Milano e Torino. Ma è proprio sulla Capitale, senza entrare nel merito di quale tra i ben 22 candidati sindaco sia la scelta giusta, che voglio fare una riflessione.
Non è poco comune percepire un senso di sfiducia, di rassegnazione, di impotenza, che si palesa nella comune convinzione che Roma è Roma e non esiste alcuna amministrazione al mondo che sarebbe in grado di risolvere i suoi problemi.
Se si tratti di un alibi per non doversi difendere poi dal non riuscire a risolvere i problemi della Capitale, o dello sport nazionale di piangerci addosso, non è ancora chiaro; mentre non ha ombre il fatto che Roma debba al più presto ritrovare la dignità, l’onore e il rango che la Capitale d’Italia, anche per la sua storia, non può non avere.
Quello che serve a Roma, più della gara a voler fare il sindaco, 22 aspiranti sostenuti complessivamente da 39 liste, ognuna con 48 nomi candidati all’Assemblea capitolina, è partire dall’analisi e dallo studio delle altre capitali europee per capire quanto di buono realizzato in quei luoghi possa essere importato per la gestione di Roma.
Non si può più rimandare la realizzazione di un progetto condiviso, che parta da subito con una strategia di ampio respiro, e soprattutto realizzabile, per avere una stagione di grande sviluppo che vada di pari passo con la tutela e valorizzazione dello straordinario patrimonio archeologico, culturale ed ambientale che tutto il mondo ci invidia.
Roma, la Capitale d’Italia, deve essere una priorità per tutti i partiti, una priorità fatta di costanza e dedizione che non può prescindere dall’impegno di tutti, delle migliori energie e professionalità, per mettere in campo competenze ed esperienze.
Se questo sia stato già capito e condiviso in questa tornata elettorale lo capiremo soltanto a breve, anche se un po’ di scetticismo al riguardo c’è, anche perché sembrerebbe quasi che ancora si abbia timore di “vincere” per paura di non riuscire a gestire quello che servirebbe.
Roma non è solo dei romani, è il nostro biglietto da visita per il mondo. Un biglietto da visita non può essere malconcio e sporco, non lo merita Roma e non lo merita l’Italia.
Massimo Maria Amorosini