“Con la Pasqua del Signore c’è la pace in ogni cuore”, recitava così una breve filastrocca per i bambini piccoli. Una pace che stenta però ad arrivare in Ucraina, pur essendo in corso continui incontri tra le delegazioni dei due Paesi in conflitto, ed anche un’azione costante della diplomazia internazionale. E ogni tanto però assistiamo a “parole in libertà” da parte di alcuni capi di stato o esponenti di primo piano delle varie compagini governative, che gettano benzina sul fuoco e pare voler remare per una non soluzione pacifica in breve termine. Abbiamo dedicato la copertina del mese di marzo alla guerra che era appena iniziata, una guerra che sta mietendo vittime militari in ambo gli schieramenti, ma anche tra la inerme popolazione del Paese invaso. Ma le vittime sono anche altre, siamo in vario e diverso modo vittime anche tutti noi che stiamo pagando le conseguenze che, direttamente e indirettamente, questo conflitto porta sull’economia internazionale e soprattutto italiana, sulle singole famiglie. Non sfuggono neanche ai meno attenti osservatori gli aumenti con cui quotidianamente dobbiamo fare i conti. Non solo aumenti dei costi dell’energia elettrica, del gas, del carburante, ma anche dei beni di prima necessità, alimentari e non. È come se stessimo vivendo in uno stato di torpore e di passivo assistere agli eventi che si susseguono, e siamo lì a subirli impotenti, senza reagire e senza nulla fare per contrastarli. Come in ogni periodo di crisi, causata da vari motivi, c’è sempre chi ne approfitta, chi specula, chi cerca di trarre il massimo profitto da situazioni di difficoltà andando contro ogni principio etico e di deontologia lavorativa. Siamo da poco usciti, anche se i numeri tornano a dirci che non è propriamente così, dalla emergenza epidemiologica Covid-19. Ci siamo abituati a vedere strade, piazze e intere città, luoghi reali e virtuali, presi d’assalto da una popolazione molto “presente” dei no-vax. Una popolazione che nell’ultimo periodo era sempre pronta a manifestare e a gridare il proprio dissenso per quella che veniva definita una “dittatura sanitaria”, tutti pronti a voler contrastare atti e disposizioni ritenute ingiuste e penalizzanti per i cittadini. Cosa succede ora, questo interventismo dove è finito? Poche o praticamente inesistenti le reali manifestazioni o proteste per gridare allo scandalo dei prezzi che sono aumentati pur in presenza di “scorte” che non giustificano questi aumenti. Un grande timore, che temo si tramuterà in certezza, è che questi vari aumenti, spesso anche solo di qualche decina di centesimi, diventeranno cronici e non si tornerà ai prezzi di prima. Tanto si sa che l’uomo è un animale abitudinario, e tra poco non ci farà più caso. Non è stato così anche con gli ingiustificati aumenti, quasi raddoppiati, di quasi tutti i prodotti quando abbiamo abbandonato la lira per passare all’euro? Per questa Pasqua spero si possa festeggiare la fine delle ostilità belliche in territorio ucraino, ma anche un risveglio della nostra gente per evitare che un’altra guerra, altrettanto subdola ma meno visibile, porti verso un continuo declino il nostro Paese. Lottiamo per la pace, ma facciamo pace anche con le nostre coscienze.
Massimo Maria Amorosini