È stata una estate calda, sotto tutti i punti di vista. Una delle estati più calde degli ultimi anni, meteorologicamente parlando, ma, politicamente, anche calda per una campagna elettorale infocata. Una campagna elettorale da più parti fatta contro qualcun’altro e non all’insegna di programmi, idee, progettualità. Abbiamo assistito a tutto ed al suo contrario, “matrimoni” appena consumati e finiti subito, durante la luna di miele, ma anche a tanti cambi di casacca prima delle presentazioni delle liste, per tentare di rientrare in un Parlamento che ha drasticamente ridotto i “posti a sedere”. In un clima da tifoserie ultrà si è consumato lo spettacolo che in tanti osservatori avevano immaginato, con risultati il più delle volte anche facilmente prevedibili. I veri sconfitti sembrano essere stati i comportamenti spocchiosi, arroganti, violenti, vuoti, inutili, e gli aggettivi negativi potrebbero riempire pagine e pagine per rappresentare cosa l’elettorato non vuole più. Le elezioni sono finite, i cittadini hanno liberamente espresso le loro preferenze. Questa è la democrazia, la possibilità in libertà di scegliere da chi farsi rappresentare in Parlamento e di conseguenza a chi affidare la guida del Paese. A prescindere da quale partito o coalizione risulti vincitore alle urne, bisogna accettare la volontà popolare perché significa che la gran parte ha fatto la sua scelta in quella direzione e bisogna prenderne atto. Così come è arrivato il momento di smetterla con l’idea che la cultura, l’intelligenza, il buon senso, la moralità, siano appannaggio, se non addirittura esclusività, solo di uno schieramento e che dall’altro ci sia il nulla. Questi sono comportamenti e concetti obsoleti, anacronistici, vecchi e fallimentari, come hanno dimostrato le scelte fatte in queste ultime elezioni. Gli italiani dimostrano con questo voto di volere un cambiamento di rotta, delusi ad oggi del proprio presente ed estremamente preoccupati per l’immediato futuro. Dopo la pandemia, gli aumenti dei costi di energia, l’inflazione che ha raggiunto livelli di quarant’anni fa, il conflitto in Ucraina con le ricadute economiche sulle tasche degli italiani per l’aumento delle materie prime, sembra tutto ancora più difficile. Stiamo vivendo in uno dei momenti storici, dal dopoguerra ad oggi, in assoluto più difficile e che provoca in tutti incertezza e paura per il futuro. Ha vinto il centrodestra, Fratelli d’Italia è risultato il partito più votato ed è normale pensare che il Presidente Mattarella affiderà il mandato di formare il prossimo Governo alla sua leader Giorgia Meloni, unica donna alla guida di un partito politico. Per la prima volta una donna potrebbe essere il Presidente del Consiglio in Italia, un risultato che dovrebbe, al di là delle ideologie, comunque fare piacere perché è un segno che nel nostro Paese c’è la parità di genere. Cerchiamo di mettere da parte le elezioni adesso, e voltiamo pagina. Facciamolo anche velocemente, perché non abbiamo molto tempo e gli impegni interni e internazionali da affrontare non permettono tentennamenti e confusioni. Buttiamoci alle spalle rancori, rabbia e frustrazioni. Smettiamola con il demonizzare un avversario politico senza averlo prima visto all’opera. Il tempo e i comportamenti dimostreranno se ci saranno o meno capacità e politiche valide per il Paese, ed ai cittadini la democrazia permetterà sempre di valutare e di giudicare l’operato del Governo ed esprimersi, durante le prossime elezioni, dimostrando gradimento o meno per quanto sarà realizzato. In altre e semplici, se non scherzose, parole, smettiamola di fare i “Tafazzi”.
Massimo Maria Amorosini