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15 Dicembre 2024
Editoriale

Editoriale n°29 – Aprile 2023

Un Paese che non ha a cuore i propri cittadini e il loro desiderio di viaggiare, soprattutto quando l’età avanza e si può godere del tempo libero, quel tempo che non si è mai avuto durante l’età lavorativa per assolvere ai propri compiti lavorativi, e beneficiare dell’immenso patrimonio artistico e culturale che l’Italia possiede, non è un Paese civile. Nel 2014 l’allora Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini ha messo in campo una scellerata decisione che ha portato come immediata conseguenza l’Italia tra le nazioni non civili. Venne deciso che dal 1° luglio di quell’anno gli italiani con più di 65 anni d’età non avrebbero più avuto accesso gratuito nei nostri musei, privando così tante persone, che dovevano vivere con una pensione che spesso non permette “vizi”, di potersi elevare culturalmente e spiritualmente beneficiando di quella agevolazione che avvicinava all’arte e alla cultura anche chi non ne aveva mai avuto occasione o possibilità in precedenza. Le motivazioni dichiarate alla base di quel decreto furono soprattutto dettate dall’esigenza di evitare le grandi code in ingresso nei musei e di risollevare le casse museali e, quindi, il deficit dello Stato.  Chissà quale grande, e magari super pagato, consulente abbia partorito la convinzione che tanti anziani, che magari a difficoltà riescono ad arrivare alla fine del mese, si sarebbero precipitati nei musei e, pagando il loro regolare biglietto d’ingresso, intero e neanche ridotto, avrebbero contribuito a risanare i conti pubblici. L’annuncio di questa triste iniziativa fu dato da Franceschini durante la terza edizione degli ‘Stati generali della cultura’, giustificandola con il fatto che i dati in possesso del Ministero evidenziavano che un terzo dei visitatori non pagasse alcun biglietto. Amara e sola consolazione fu l’introduzione della “Domenica del museo”, ovvero la possibilità di visitare i musei senza pagare il biglietto ogni prima domenica del mese. Sono passati nove anni da questa involuzione culturale italiana e penso sia giunto il momento di affrontare nuovamente il tema e restituire ai nostri pensionati il piacere di vivere nel segno della cultura, visitando un museo o un sito culturale di cui l’Italia è piena. Dalle nostre pagine de L’Esodo ci faremo promotori di questa iniziativa, per sensibilizzare quanta più gente possibile e le Istituzioni, fino al Ministro della Cultura Sangiuliano, verso questo passo di civiltà.

Massimo Maria Amorosini

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