Il carrello della spesa degli italiani è sempre più vuoto, difficile vedere in questo periodo nelle file alle casse del supermercato carrelli pieni di ogni tipologia di prodotti. Sempre più spesso vediamo invece il consumatore optare per prodotti di minor pregio e costo, perché è diventata una scelta obbligata per far fronte ai rincari dei prodotti alimentari che, inesorabilmente, continuano imperterriti. Basti pensare che gli italiani hanno ridotto del 4,9% le quantità di prodotti alimentari acquistati nel 2023, nonostante abbiano però speso per gli stessi il 7,9% in più. Un vero e proprio crollo del potere d’acquisto del 3,7% rispetto al 2022. Gli italiani hanno rinunciato soprattutto ai prodotti surgelati, alla carne ovocaprina, ai gelati, ai cibi precotti e all’ortofrutta, privilegiando i beni rifugio come il pane, le uova, la carne di pollo e la verdura pronta. I prezzi continuano a crescere in maniera ingiustificata, ed è sbagliato voler trovare attenuanti nella crisi energetica o nelle tensioni geopolitiche con le conseguenti difficoltà di approvvigionamento. Queste sono solo alcune delle cause dell’aumento dei prezzi, ma che non giustificano l’incremento dei prezzi attuali. C’è chi sta speculando e, non poco, sulla pelle degli italiani. Gli ultimi rilevamenti dell’ISTAT risalenti all’agosto 2023, stimano per l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, un aumento dello 0,3% su base mensile e del 5,4% su base annua. Siamo di fronte anche ad episodi che in maniera subdola tendono ad ingannare il consumatore, come se non bastasse aumentare i prezzi. A chi ad esempio non è mai capitato di comprare una confezione di coni gelato di una nota azienda, quel gelato che era sinonimo di estate, di bel tempo, di spensieratezza. Di pari passo all’aumento del prezzo di vendita abbiamo assistito alla riduzione del volume del gelato stesso. E la stessa cosa la troviamo in confezioni di biscotti, di patatine e di tanti altri alimenti. E ad utilizzare questi trucchi, inganni, truffe (?), sono le grandi aziende spesso multinazionali. Sono sicuramente strategie commerciali e di marketing ben studiate da parte delle aziende produttrici, ma ai consumatori chi ci pensa? Le associazioni dei consumatori, in maniera oserei definire assai timida, cercano di far sentire la propria voce, anche se quasi sempre inascoltata. E nel frattempo il carrello della spesa degli italiani diventa sempre più “leggero”, ma non perché costruito con particolari leghe moderne, soltanto perché è sempre più vuoto. Povera Italia e poveri Noi, caro spesa… spesa amara.
Massimo Maria Amorosini