13 Gennaio 2025
Editoriale

Editoriale n°39 – Febbraio 2024

E’ continuata inesorabile, anche in questo primo scorcio del 2024, la crescita dei femminicidi nel nostro Paese. Ora non voglio soffermarmi su quali omicidi rientrino o meno nella categoria dei femminicidi, ovvero se considerare soltanto quelli compiuti da mariti, fidanzati, genitori, spinti dall’ossessione di controllare e possedere la donna imponendo la propria supremazia (?), o tutti gli omicidi in cui la vittima sia una donna. La mia riflessione vuole soltanto essere un esercizio nel provare a vedere le cose da un punto di osservazione specifico, quello di chi resta con una vita devastata da affrontare. Il femminicidio è una tragica realtà che colpisce non solo le donne, ma lascia cicatrici profonde, e direi non guaribili mai del tutto, anche nei loro figli. In gran parte dei casi gli orfani di femminicidio si risvegliano senza madre, uccisa, e senza padre, uccisosi dopo l’atto folle o rinchiuso in un carcere. Dall’oggi al domani si trovano a fronteggiare un nuovo presente, che porta con se un futuro di abbandono ed incertezze. Sono bambini a cui è stata stravolta la vita, diventano troppo spesso degli invisibili trascurati dalla società che sembra quasi pensare che è più facile voltarsi dall’altra parte piuttosto che rendersi conto ed affrontare l’umanità disumana di cui possiamo essere capaci. Tante le sfide emotive, psicologiche e sociali che i bambini rimasti orfani a causa del femminicidio dovranno affrontare, e per le quali serve garantire il necessario sostegno per aiutarli a gestire il dolore ed accompagnarli nella costruzione del loro futuro. La perdita della figura materna, che solitamente è la loro principale fonte di amore e sicurezza, può avere conseguenze a lungo termine sulla loro salute mentale e sullo sviluppo emotivo. Tra i sintomi più comuni evidenziati in questi bambini ci sono l’ansia, la depressione e vari problemi comportamentali che possono sfociare in una difficoltà a costruire relazioni significative. Affrontare la realtà, anche quando questa è dolorosa perché ci sbatte in faccia le tante storture caratterizzanti la nostra società, è per tutti noi un dovere, ed è per questo che il tema degli orfani di femminicidio ci impone un impegno corale per garantire che questi bambini ricevano il sostegno necessario per superare le difficoltà e avere la possibilità di avere una vita degna di essere vissuta. Uniamo gli sforzi per promuovere la sensibilizzazione, l’educazione e gli interventi necessari per proteggere i diritti e il benessere dei bambini colpiti dalla tragedia del femminicidio. Lo dobbiamo a loro ed anche a noi stessi.

Massimo Maria Amorosini

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