Mese di grandi novità il febbraio appena passato per il nostro Paese.
Il 3 febbraio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in seguito alla crisi di governo iniziata il 13 gennaio con le dimissioni dei ministri di Italia Viva, conferisce a Draghi l’incarico di formare un nuovo governo, che nasce ufficialmente un mese dopo l’inizio della crisi. Il discorso di Draghi in Parlamento, accolto con grande aspettativa non solo dalle forze politiche italiane ma anche dagli osservatori stranieri, dimostra una chiara e lungimirante visione programmatica sul futuro del Paese e su quali misure siano prioritarie per garantire all’Italia una rapida e duratura ripresa economica. Tanti i punti e le priorità del programma del nuovo Esecutivo. Di sicuro interesse per tutti il passaggio sulla improcrastinabile riforma del fisco a partire dalla rimodulazione dell’Irpef, tema su cui, pur tra alcune differenze, i vari partiti si dichiarano favorevoli. Ma c’è anche l’affermare che serva velocemente un serio processo di digitalizzazione, per rendere più efficiente l’azione della pubblica amministrazione. Altro aspetto di vitale importanza per la nostra economia è quello legato alle opere infrastrutturali ed allo sblocco dei cantieri, sblocco senza il quale non può esserci una pronta ripartenza con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. Riforme e investimenti sono al centro del Next Generation EU, e a riforme e investimenti Mario Draghi ha destinato due capitoli in maniera ben distinta in occasione della presentazione delle linee programmatiche del nuovo governo in Parlamento.
Bisogna puntare adesso ad un rafforzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, cercando di essere il più incisivi possibile nei capitoli dedicati agli investimenti e alla crescita. Siamo di fronte ad una crisi sanitaria ed economica epocale, così come epocale sarà gestire risorse che mai l’Italia si è trovata a gestire. Non possiamo permetterci di perdere questa importante, e forse ultima, possibilità per ammodernare il Paese e renderlo più competitivo ed equo. Dimostriamo adesso che l’Italia ce la può e deve fare.
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