4 Ottobre 2024
Editoriale

Editoriale n°42 – Maggio 2024

Che la transizione energetica sia un processo fondamentale per affrontare sfide come il cambiamento climatico e la sicurezza energetica è oramai cosa di dominio pubblico. Chi non ha mai sentito parlare dell’importanza per le società moderne di passare da fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili? Chi può dire di ignorare i tanti benefici ambientali ed economici e come la transizione rappresenti allo stesso tempo una sfida ed una grande opportunità per Governi, aziende e cittadini? Dopo che ci siamo fatti queste domande cerchiamo peró di essere concreti, ed esaminiamo come questa transizione, con le politiche e le tecnologie necessarie, si stia avviando per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica.

L’Unione Europea ha stabilito che nei prossimi anni tutti i Paesi membri dovranno abbattere in maniera forte, sostanziale, le emissioni di CO2, che però non dimentichiamoci che attualmente sono meno dell’8% di tutte le emissioni di CO2 del mondo. L’obiettivo dell’Europa è quello di raggiungere emissioni zero entro il 2050, e per fare questo si dovranno fare investimenti importanti in vari campi, come ad esempio nell’edilizia dove già da oggi si chiede a gran voce l’efficientamento energetico delle abitazioni con tutto ciò che può comportare anche per i proprietari di queste abitazioni, in termini di costi e di capacità di realizzazione. Un altro settore nel quale si parla prepotentemente di transizione energetica è quello dell’automotive, settore nel quale il nostro Paese, l’Italia, si è particolarmente distinto negli anni addietro. L’Europa ha stabilito che dal 2035 non si potranno più commercializzare le automobili alimentate a combustibili fossili, a petrolio, a metano ed anche a gpl. Una decisione però che non tiene conto di quanto le autovetture elettriche abbiano dei costi troppo elevati, nonostante gli incentivi fiscali, per le tasche degli italiani. Ma non è tutto, perché abbiamo un altro problema, e non di poco conto, rappresentato dalla limitata autonomia delle batterie e dalla difficoltà nel trovare colonnine di ricarica pubblica. Basti pensare che attualmente in Italia ce ne sono solo circa 50.000 su tutto il territorio nazionale. Non voglio soffermarmi sul fatto che se l’Europa continua a puntare tutto sull’elettrico non si fa altro che agevolare il mercato cinese dell’autovettura, ma ricordiamoci che nel 2023 la Cina ha superato per la prima volta nella storia l’industria automobilistica giapponese vendendo oltre 30 milioni di autovetture. Se a questo aggiungiamo che il monopolio delle batterie al litio è in campo ai cinesi, capiamo come ad una crescita sempre più forte dell’industria automobilistica cinese corrisponderà sempre di più una contrazione della produzione dei marchi storici europei, e possiamo anche ritenere definitivamente chiusa l’era dell’industria automobilistica italiana. Riflettiamo su questi punti, cerchiamo di pensare con la nostra testa non solo alle positività della transizione energetica, ma anche a quali conseguenze, se non ben gestita, possa questa portare per il nostro Paese.

Massimo Maria Amorosini

Articoli Correlati

Editoriale n°39 – Febbraio 2024

Redazione

Editoriale n°31 – Giugno 2023

Redazione

Editoriale n°10 – Settembre 2021

Redazione