Quale Paese ci attenderà nei prossimi anni? Appena sarà finita l’emergenza totalizzante della pandemia Covid-19, dovremo iniziare a farci con sempre più insistenza varie domande sui prossimi scenari futuri. Non voglio parlare di economia, di finanza o di lavoro. Tanto si è detto, si dice e si continuerà a dire su questi temi, e lo faremo sicuramente anche noi. Penso invece al sociale, alla nostra vita, all’essere l’Italia una nazione con sempre meno nascite ed una popolazione che diventa sempre più vecchia. Penso a come si potrà garantire un aiuto concreto, a supporto delle piccole necessità quotidiane, direttamente nel proprio quartiere e senza dover costringere i nostri vecchi, chiedo scusa se non li chiamo anziani perché mai come oggi c’è il rischio che qualcuno si offenda per un “nonnulla”, a dover fare chilometri per farne fronte. Alcune incombenze quotidiane possono diventare dei veri e propri ostacoli insormontabili, questo avviene se ci sono delle difficoltà legate all’età, ad una difficoltà negli spostamenti ma anche ad un problema sempre più in crescita, la solitudine. Lo Stato dovrà organizzarsi per garantire accoglienza e ascolto, alle volte può bastare un semplice saluto o una chiacchierata per spezzare isolamento e solitudine e ridare fiducia nel futuro e forza e voglia di andare avanti. In un mondo sempre più digitalizzato e veloce, e la pandemia ha dato una grande accelerazione in questo senso, può diventare problematico per un anziano anche portare a termine una pratica amministrativa, il pagamento di bollettini, il ritiro di ricette e di farmaci, fare la spesa, recarsi alla posta. Per non parlare poi del fatto che senza la conoscenza dell’informatica, ed il possesso di un palmare, diventa oramai difficile anche poter aprire, e poi gestire, il proprio conto corrente. La nostra vita sta subendo in questi due anni forti cambiamenti. Il distanziamento fisico, necessario per scongiurare il propagarsi della pandemia, porta ad un allontanamento degli individui, così come le nuove modalità organizzative nel campo del digitale stanno dando vita a dei veri e propri divari generazionali. La vita di ognuno di noi è cambiata, a chi non è capitato di pensare di vivere in uno di quei film catastrofici a cui spesso la cinematografia americana ci ha abituato? Sono cambiate le nostre vite ed allo stesso tempo sono aumentate le paure per il futuro incerto. Un futuro al quale bisogna iniziare a pensare da subito, per evitare di esserne travolti senza sapere come affrontarlo. La politica giocherà un ruolo da protagonista in questa sfida, e non ci saranno alibi laddove dovesse fallire nel suo compito. Entreranno sempre più in campo anche le associazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, dimostrando che nei momenti di difficoltà, laddove lo Stato sia latitante o non riesca ad assolvere i suoi compiti, c’è un’Italia che si rimbocca le maniche e non lascia nessuno indietro. Un’Italia che non si dimentica che i nostri “vecchi” sono quelli che ci hanno permesso di arrivare dove siamo oggi, con i loro sacrifici e la loro voglia di fare. Lasciarli ad un futuro ricco solo di incognite sarebbe non solo ingiusto ma soprattutto inaccettabile.
Massimo Maria Amorosini