L’europeo di calcio è già nel baule dei ricordi e pian piano si è anche affievolito il rinnovato orgoglio di essere e sentirsi italiani. Siamo un popolo affascinante ed allo stesso tempo molto strano. Sempre pronti a denigrare la nostra Terra e a non fare nulla per renderci davvero orgogliosi di esserne parte. Anzi, spesso siamo i primi che con i propri comportamenti contribuiscono in negativo alla “bad reputation” che spesso ci perseguita. Domenica 11 luglio lo sport, come succedeva prima soltanto per spirito patriottico durante i conflitti bellici, ci ha svegliato dal torpore dell’apatia e del menefreghismo. Il pomeriggio con la storica finale disputata dal tennista azzurro Matteo Berrettini, primo italiano in finale a Wimbledon, che ha disputato un incontro ben giocato nel tempio del tennis mondiale, dimostrando, pur perdendo con onore contro il numero uno del mondo, il serbo Novak Djokovic, che con sacrificio, costanza e dedizione si possono raggiungere traguardi dai più ritenuti irraggiungibili. La semplicità e l’eleganza di modi dimostrata sull’erba di Wimbledon ha fatto sì che il pubblico del Centre Court fosse tutto per lui, nonostante la superiorità atletica dell’avversario. La sera altro appuntamento con la storia sempre a Londra, allo stadio di Wembley, dove si è disputata tra Italia ed Inghilterra la finale del primo Europeo itinerante della storia. Il risultato è noto a tutti, in uno stadio dove la tifoseria di casa la faceva da padrone, ma non sempre “buon padrone di casa”, la nazionale di Mancini, forte dell’essere realmente “gruppo”, ha dimostrato che con impegno e dedizione si può arrivare lontano. Tanto lontano da far sì che per il nostro Paese tifassero anche quasi tutti i cittadini europei. Non parliamo solo di sport, perché questi importanti risultati, secondo stime fatte dalla Coldiretti, potrebbero portarci a 12 miliardi di euro di Pil in più. Come avvenne nel 2006, quando l’Italia vinse i mondiali in Germania, anche in questo caso si prevede che ci possa essere un aumento dell’export che potrebbe assestarsi intorno ad un più 10%. Da sempre le grandi vittorie sportive generano simpatia ed interesse verso i vincitori, e si è parlato dei risvolti economici di importanti eventi sportivi anche in occasione della visita a Palazzo Chigi della nostra nazionale, accompagnata dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, che ha detto al presidente del Consiglio Draghi che «tutte le maggiori ricerche stimano l’impatto della vittoria dell’europeo nello 0,7% del Pil». Siamo ancora in piena crisi economica per la pandemia, proviamo a surfare sull’onda dell’entusiasmo per i nostri successi, tralasciando lo “sport nazionale” della lamentela e della critica fine a se stessa. Se ci riusciremo allora sì che potremo dire: abbiamo vinto noi!!!
Massimo Maria Amorosini