Viviamo in un periodo storico che definire imbarazzante per il comportamento di gran parte della nostra classe politica non è forse sbagliato. Assistiamo quotidianamente a manifestazioni di pressappochismo e superficialità quasi disarmanti.
Troppo spesso, infatti, le dichiarazioni politiche sembrano più dettate dal desiderio di compiacere una generica “opinione pubblica” piuttosto che dall’approfondimento, dalla reale conoscenza delle questioni e
dalla volontà di affrontarle con serietà e competenza.
Due temi recenti evidenziano chiaramente questa problematica: la gestione della guerra in Ucraina e la proposta di costituire un esercito europeo.
Per quanto riguarda il conflitto Russia-Ucraina, anziché incoraggiare con decisione soluzioni diplomatiche che possano portare concretamente alla pace, prevalgono posizioni che puntano a un incessante sostegno militare, accompagnate da dichiarazioni spesso pericolosamente incendiarie.
Se davvero l’obiettivo prioritario fosse porre fine al conflitto, sarebbe logico sostenere con determinazione tutte le iniziative diplomatiche possibili, anziché alimentare ulteriormente le tensioni.
In parallelo, appare sempre più assurda la recente proposta di creare un esercito europeo.
Come può, infatti, nascere una forza militare comune se l’Unione Europea rimane frammentata, priva di una reale unità politica e spesso divisa da concorrenze interne, come quella fiscale che porta alcuni Paesi a praticare dumping nei confronti degli altri stati membri?
Già oggi, le esercitazioni congiunte della NATO mostrano chiaramente quanto le peculiarità e le differenze nazionali rappresentino un ostacolo non indifferente all’integrazione militare effettiva.
Viviamo un momento di profondi cambiamenti politici, economici e sociali, ed è arrivato il tempo di interrogarci seriamente su quale Europa vogliamo costruire.
La recente bagarre politica sul Manifesto di Ventotene dimostra chiaramente che molti rappresentanti politici non hanno compreso, o forse non hanno neppure letto, il significato profondo di quei principi fondativi che spesso, oltretutto, contrastano con alcuni aspetti costituzionali nazionali.
In questo contesto di sfiducia crescente e distanza tra cittadini e istituzioni europee, occorre chiedersi con urgenza quali siano le cause di questa crisi della rappresentanza.
È essenziale interrogarsi su quali principi dovrebbe basarsi un’Europa realmente sovrana e indipendente e quali passi dovrebbero essere compiuti per avviare un autentico processo costituente europeo.
Inoltre, di fronte a una competizione geopolitica ed economica sempre più agguerrita, dobbiamo porci domande cruciali: può l’Europa aspirare ancora a un ruolo di primo piano nello scenario globale o rischia di perdere definitivamente la sua competitività?
Può davvero diventare una potenza geopolitica o è destinata a rimanere marginale?
Infine, ma non meno importante, occorre chiedersi se le attuali forze politiche europee abbiano ancora la capacità e la visione necessarie per affrontare le grandi sfide del nostro tempo, o se, invece, sia necessario aprire una nuova stagione politica fatta di idee innovative e nuove leadership capaci di guardare
avanti con coraggio e competenza.