Se siamo felici riusciamo a sconfiggere virus e batteri
Le risate e il buonumore ci vengono in aiuto nel processo di guarigione. Con il risultato di uno studio condotto da ricercatori italiani e australiani e pubblicato su Nature, prestigiosa rivista scientifica, forse si apre una nuova strada nella lotta a malattie infettive e autoimmuni. Gli esperti dell’Irccs, Istituto Nazionale dei Tumori ospedale San Raffaele di Milano, insieme ai colleghi dell’Australian National University di Canberra, hanno scoperto che alcune cellule del sistema immunitario comunicano fra di loro attraverso la dopamina, per accelerare la produzione di anticorpi in caso di infezione.
Cos’è la dopamina? La dopamina è un neurotrasmettitore ossia una sostanza chimica prodotta in una area specifica del cervello, che permette la comunicazione tra i neuroni e il resto del corpo.
Viene definita la sostanza chimica del piacere poiché il suo ruolo è fondamentale nei meccanismi di motivazione e gratificazione. Ed è proprio per questo motivo che la dopamina è stata ribattezzata “ormone della felicità”. Quando ridiamo, questa molecola viene rilasciata dal nostro organismo generando una sensazione di benessere e questo status particolare può perdurare circa tre quarti d’ora.
Ma cerchiamo di capire meglio quanto hanno scoperto gli scienziati. Quando subiamo un attacco da un agente esterno (virus o batterio), il sistema immunitario si mette in azione e inizia a fabbricare anticorpi in grado prima di individuare e riconoscere il pericolo e poi di eliminarlo. Si tratta di un complesso meccanismo che può essere così sintetizzato. Possediamo dei filtri biologici in grado di intercettare e distruggere eventuali germi: i Linfonodi. In un’area specifica dei Linfonodi, alcuni tipi di cellule (le Cellule B), producono e selezionano gli Anticorpi. E’ stato accertato che queste Cellule B riescono a eliminare il pericolo (Agente Patogeno) solo se allertate da un altro tipo di cellule, le Cellule T. I ricercatori si sono accorti che la dopamina aumenta l’interazione tra le cellule B e le cellule T, favorendo così il processo di guarigione.
I medici cominciarono ad occuparsi dei risvolti benefici della risata, sin dagli anni settanta del secolo scorso. Precursore fu il professor William Fry, della Standford University, che approfondì l’argomento arrivando a misurarne gli effetti sul battito cardiaco e sulla circolazione arteriosa, quantificando addirittura la dose quotidiana necessaria per stare meglio: 100 risate che equivarrebbero a 10 minuti di vogatore.
I suoi colleghi dell’American College of Cardiology, invece, individuarono la quota ideale di risate tra i 10 e i 15 minuti al dì. E da qui nasce un vero e proprio metodo terapeutico fondato sul divertimento e l’umorismo noto ormai a tutti come “clown terapia”, ossia la terapia del sorriso, il cui padre è Patch Adams. La storia di questo dottore è divenuta famosa grazie ad un a pellicola americana. Lui sosteneva che “Una risata può avere lo stesso effetto di un antidolorifico: entrambi agiscono sul sistema nervoso anestetizzandolo e convincendo il paziente che il dolore non ci sia”.
Oggi per merito suo, anche in Italia migliaia di medici, infermieri ed anche volontari utilizzano questo metodo per distogliere dal dolore i pazienti (pediatrici finanche geriatrici) generando emozioni positive. A parere di medici e scienziati, la felicità fa bene sia allo spirito che al corpo.
Monica Cinti