Nel primo numero avevamo affrontato il “Caso” Sanità in Calabria, sottolineando i mali atavici e i tanti problemi irrisolti e forse irrisolvibili, con la politica inerme e la società incapace di reagire, costretta a subire passivamente e ad accettare sulla propria pelle, ritardi, disservizi e cattiva organizzazione.
Sanità Calabrese, lo ricordiamo, da lungo tempo commissariata ma, nonostante l’invio dei “prefetti Romani”, nulla è cambiato in meglio, anzi, la missione di solo controllo e la totale assenza di progettualità e programmazione da parte dell’intera pletora commissariale ha, di fatto, contribuito a peggiorare le cose.
Il resto, lo ha fatto l’emergenza Covid-19, che ha messo a nudo, in maniera ancora più netta, vizi, difetti e malanni del Sistema sanitario, alimentati dalla Politica Regionale contrapposta a quella Nazionale nell’intento di rimuovere i commissari per reimpossessarsi dell’“affaire Sanità”. Dalla gestione commissariale, ancora oggi intenta a capire “chi doveva fare cosa” ed incapace di sviluppare ed attuare il “piano di emergenza Coronavirus”. Dalla politica Nazionale e dalla Deputazione Nazionale Calabrese, intenta a tirare la volata a soluzioni di “bottega”.
Con queste premesse, la Regione Calabria con le sue parti in causa ognuna per le proprie competenze e responsabilità, all’ordinaria e quarantennale inefficienza in ambito di gestione Sanitaria, ha dovuto aggiungere il dramma di dover affrontare una Pandemia, sempre più diffusa e potente sul territorio, priva di un piano di intervento sanitario emergenziale, men che meno poter contare su strutture organizzate ed idonee atte a ciò!
Va così, vuoi per sopire la rabbia del popolo fomentata da istinti populisti ma anche da opportunisti di giornata, vuoi per far vedere che “qualcosa si muove”, vuoi per mantenere ancora in ambito nazionale lo scettro di Governo sulla sanità Regionale, che ci si inventa Gino Strada!!!
Rispolverando un Di Pietro d’annata, verrebbe da dire: “che c’azzecca Gino Strada in Calabria??!!”
Ce lo chiediamo non certo, ad onor del vero e per onestà intellettuale e umana, per sminuire l’uomo ed il professionista, a cui, vanno riconosciuti meriti per risultati e passione; né tanto meno per mettere in dubbio il valore delle azioni umanitarie condotte da Emergency in tutto il mondo!!!
La domanda, semmai, nasce spontanea in considerazione del fatto che l’emergenza Sanitaria in Calabria, non è di certo scoccata col Coronavirus… Qui i posti in terapia intensiva, giusto per fare un esempio, mancavano e mancano a prescindere dal Virus, così come le strutture e le apparecchiature!
La soluzione “temporalmente circoscritta” Gino Strada/Emergency, non è ceto una “risoluzione” del problema! Oggi che Emergency, è proprio il caso di dirlo, ha levato le tende, ciò che rimane non è certamente una organizzazione sanitaria competitiva con quelle del resto d’Italia.
Nessun miracolo! Anzi, semmai, risulta incomprensibile ai più, la lettura che si dà e le apparenti soluzioni che si trovano, da parte della nostra classe dirigente nel fronteggiare le problematiche!
Mi hanno sempre insegnato che alle soluzioni di emergenza che rivestono carattere, sempre e comunque, transitorio, si fa ricorso quando vengono superati i livelli organizzativi ordinari di base! Mi chiedo, come se lo chiedono in molti, come avrebbe potuto “Emergency” o idee di simile portata, rappresentare una soluzione al problema, quando risulta palese che la Sanità Calabrese è storicamente deficitaria di livelli minimi di assistenza, di gestioni e di amministrazione?
Purtroppo ancora si stenta a comprendere che nella terra in cui la regola ordinaria vigente imposta, ahimè ancora fortemente, è quella dall’Anti Sato, poggiata sulla speculazioni e l’assistenzialismo, quello della Sanità rimane ancora “l’affare del secolo”! La più grande ed unica industria Calabrese, unica e sola capace di garantire profitti, prebende elettorali e arricchimenti rapidi e lauti alla quale nessuno vuole rinunciare, con buona pace di Procure ed illustri Procuratori.
Da quando abbiamo scritto, poco meno di due mesi fa, ci ritroviamo con una situazione ancora più tragica!
Molti di voi lettori, si chiederanno come sia possibile che una situazione già di per sé tragica possa diventare ancora più tragica… in Calabria, nello specifico nell’ambito della Sanità Regionale, questo è possibile e non se ne fa meraviglia più nessuno!
Negli ultimi due mesi infatti, annotiamo sul taccuino che una delle strutture all’avanguardia e di eccellenza riconosciuta a livello Nazionale per la cura e la riabilitazione nell’ambito delle patologie Cardiologiche e della chirurgia Cardio Vascolare, quale quella rappresentata dall’Ospedale Sant’ Anna di Catanzaro, rischia la chiusura.
Alla conta? Passerella di Politici e rappresentati dei sindacati maggiormente rappresentativi, pronti a vendere “miracoli” per ottenere utile visibilità per le prossime elezioni regionali, nulla più. Il nuovo commissario, ex Prefetto di Vibo Valentia; tirato per la giacca da destra e da sinistra ma arroccato nel continuare a non decidere in attesa di ordini Nazionali; Trecento lavoratori a spasso, centinaia di pazienti impossibilitati alle cure, ennesimo incentivo negativo al pellegrinaggio Sanitario (per chi se lo può permettere)… Signore e Signori benvenuti nella Sanità modello Calabria!
Per continuare, rimarcando tutte le debolezze dal punto di vista organizzativo e strutturale, continua la battaglia degli operatori del 118 Calabrese, privati di varie indennità, tra cui quella per il rischio Covid-19 ed addirittura diffidati a restituire quelle percepite, indebitamente secondo l’ASP, tra il 2010 ed il 2019! Servirebbe la risposta secca, puntuale, precisa e risolutiva da parte di una Governance competente o di un commissario determinato, invece tutto continua sulla scia del “le faremo sapere”! Tradotto… le proteste aumentano e sul territorio medici ed infermieri del 118 che si sono dimessi dal servizio per protesta, contribuiscono a far diminuire il servizio di pronto intervento, con ennesimi e gravi disagi sulle spalle dei cittadini.
Ma, per non farci mancare nulla, scoppia il caso nel caso! Due ex Commissari nominati dal Governo, Massimo Scura e Saverio Cotticelli ed altri tredici alti dirigenti della Sanità Regionale, di cui uno responsabile per l’emergenza Covid-19, interdetti per un anno dagli uffici pubblici, in quanto indagati per aver falsificato i bilanci consuntivi dell’ASP di Cosenza, facendo sparire debiti per un ammontare di oltre cinquecentomilioni di euro, oltre ad aver elargito incarichi di responsabilità interna nel ripudio totale delle regole procedurali!
Ecco, anche il più ottimista tra gli ottimisti, difficilmente in quadro così dipinto, troverebbe la forza per intravedere la luce, forse immaginarla o sperarla, quella di una apparizione o di un miracolo … forse!
La Sanità in Calabria rimane un argomento non adatto ai deboli di cuore, si continua a navigare a vista, quasi per rassegnazione e la terra ferma è troppo lontana, manca il capitano, manca l’equipaggio, manca la nave, i motori sono da tempo in avaria, siamo senza remi per tentare un approdo di fortuna, la bussola è andata distrutta; il mare continua ad essere in tempesta, ed i passeggeri iniziano a soffrire di mal di mare! Augurarsi buona fortuna purtroppo non basta e non serve più!
Rocco Mungo