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11 Ottobre 2024
Lavoro e Previdenza

Alternanza SCUOLA-LAVORO. L’analisi della Prof.ssa Ambra Necci

Prof.ssa Ambra Necci docente dell’Istituto Superiore Leon Battista Alberti (Roma)

È con una legge del 2018 che viene introdotto il termine PCTO, Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, acronimo volto a sostituire l’espressione più nota di Alternanza Scuola Lavoro, a regime già da diversi anni, per sottolineare l’importanza che progressivamente hanno assunto il complesso delle abilità di orientamento nella vita personale e nella realtà sociale e culturale.
Insegno con passione in un Istituto tecnico del settore economico da quasi 40 anni e credo fermamente che qualsiasi argomento studiato a scuola e sui libri, per quanto trattato con una visione concreta e arricchito da considerazioni trasversali e multidisciplinari, possa costituire una competenza chiave solo se vissuto nel reale mondo del lavoro e applicato a casi pratici.
In questo senso ho avuto la fortuna di insegnare in una scuola in cui una pluralità di esperienze di stage furono sperimentate ancora prima che nel 2015 l’alternanza scuola lavoro diventasse obbligatoria con il Governo Renzi. In particolare, attraverso il lavoro condiviso con altri docenti e la disponibilità di una nutrita rete di strutture accoglienti, abbiamo cercato di proporre ai nostri studenti tantissime esperienze sia in Uffici della Pubblica Amministrazione che in aziende private, in ambito amministrativo, fiscale, legale, informatico, scientifico ed anche sportivo.
Infatti ritengo che sia importante proporre agli studenti una varietà di esperienze, sia per assecondare le loro attitudini e predisposizioni, sia per coinvolgere per quanto possibile tutte le discipline di indirizzo del corso di studi.
Certamente, mi rendo conto che per le strutture ospitanti è un impegno non indifferente: con il referente aziendale infatti viene sempre pianificato un progetto per definire i requisiti in termini di conoscenze e abilità, le mansioni assegnate, le competenze da acquisire così come anche l’orario e la durata dell’esperienza, che a mio avviso, non dovrebbe mai essere inferiore a due settimane continuative.
Uno studente in alternanza viene seguito da un tutor aziendale per lo meno nei primi giorni, e questo immagino che comporti per l’azienda una distrazione di risorse per certi aspetti rilevante, ma forse ciò potrebbe comportare anche la possibilità di una occasione feconda per entrambe le parti.
L’inserimento avviene in modo graduale nelle procedure organizzative della struttura ospitante e a volte potrebbero essere assegnati alcuni compiti che possono sembrare poco importanti, come l’accoglienza del pubblico o l’archiviazione di documenti o operazioni di data entry; tuttavia anche questo serve per imparare a muoversi in un contesto lavorativo nuovo e per conoscere, o meglio “padroneggiare”, i cosiddetti “ferri del mestiere”.
Inoltre, anche la puntualità, il sapersi relazionare con altre persone, il problem solving, il sapere portare a termine un incarico affidato, sono competenze trasversali importantissime.
Spesso si ottiene un feedback immediato di quanto lo studente può avere imparato durante lo stage. Lo si riscontra anche dai risultati scolastici successivi, perché nello studente c’è una maggiore consapevolezza e capacità di rielaborazione personale delle conoscenze acquisite.
Poiché generalmente i percorsi di alternanza scuola lavoro non vengono realizzati per tutto il gruppo classe, ma sono diversificati e distribuiti nelle diverse strutture aziendali ospitanti, più volte ho chiesto ai miei studenti di raccontare ai compagni la loro esperienza appena conclusa, descrivendo gli aspetti positivi o quelli negativi.
È questo un modo per condividere e diffondere maggiormente le caratteristiche delle diverse realtà lavorative con cui si è venuti in contatto.
Credo dunque che l’alternanza scuola lavoro sia fondamentale nel percorso scolastico, soprattutto se è coerente con il corso di studi.
Solo così questa esperienza diventa veramente qualcosa di formativo e utile alla crescita personale dei giovani.

Ambra Necci

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