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16 Gennaio 2025
Lavoro e Previdenza Primo Piano

Il Piano Rigenerazione Scuola

Per accompagnare le scuole nella transizione ecologica e culturale e nell’attuazione di percorsi di educazione allo sviluppo sostenibile previsti dall’insegnamento dell’educazione civica.

All’’Innovation for Sustainability Summit’, evento internazionale dedicato alla consapevolezza di quanto l’innovazione di processi, prodotti e comportamenti sia indispensabile per la sostenibilità, organizzato dall’European Institute of Innovation for Sustainability (EIIS), presieduto da Carlo Alberto Pratesi, in collaborazione con Business International e Fiera Milano, la Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione Barbara Floridia ha presentato il ‘Piano RiGenerazione Scuola’ per la transizione ecologica e digitale delle scuole. Il Piano, sottolinea il Ministero dell’Istruzione, “mira a stringere un legame di lungo periodo fra le diverse generazioni per insegnare che lo sviluppo è sostenibile se risponde ai bisogni delle generazioni presenti, ma non compromette quelle future”. Dal prossimo settembre le istituzioni scolastiche potranno includere nel loro curricolo attività relative ai temi della transizione ecologica e culturale collegandole ai quattro pilastri ed agli obiettivi di Rigenerazione. “Il Piano mette a disposizione subito 2 milioni di euro, una cifra che con un bando pubblico consente a ciascun istituto di accedere ad un contributo fino a 25 mila euro per progetti legati alla sostenibilità ambientale, al progresso sostenibile ed all’economia circolare. Si tratta di un primo stanziamento all’interno di un quadro molto più ampio che porterà alla scuola italiana nuove opportunità, nuovi luoghi da abitare, nuovi abitudini e nuovi saperi (…) Ciascun istituto può utilizzare le risorse messe a disposizione tramite bando, ed entrare così in contatto costante con la rete dei ‘rigeneratori’ della Green Community. In questo modo le nostre scuole saranno aperte a esperti che dialogheranno direttamente con i ragazzi di temi ambientali, di biodiversità, di cambiamenti climatici, di risorse forestali, aiutando a comprendere quanto le azioni di ciascuno abbiano un impatto sul pianeta e cosa possiamo fare come singoli e come collettività per ridurre ed eliminare gli effetti negativi che esse possono produrre sull’ambiente (…) All’interno del pilastro relativo alla rigenerazione delle infrastrutture scolastiche 1 miliardo verrà dedicato alle aule verdi ed ai laboratori Green. In più ci sono altre risorse, quasi 4 miliardi per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza delle scuole. Si tratta di uno dei più grandi investimenti mai realizzati per mettere la sostenibilità al centro di tutte le strategie legate al mondo della scuola”. Il Ministro Patrizio Bianchi ha sottolineato come la “pandemia ha svelato la fragilità di un sistema globalizzato: è giunto il momento di assumere la consapevolezza che nella cornice di una mondializzazione avanzata, occorre farsi carico del pianeta nel suo insieme”. In questo momento di crisi climatica e ambientale non si possono correre rischi: “le realtà virtuose vanno messe a sistema e quelle rimaste indietro vanno accompagnate verso la transizione. A maggior ragione in questa fase così difficile, la scuola deve orientare i nostri giovani e giovanissimi alla costruzione della società nuova che ci aspetta (…) Gli studenti potranno maturare quelle che sono le nuove competenze green (…) oggi tutti gli ambienti lavorativi prevedono, non soltanto le soft skills, ma le green skills, e questo è un tema che ancora la scuola italiana non aveva affrontato, per cui il piano rigenerazione era necessario e ormai improcrastinabile”, ha commentato la sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione Barbara Floridia in un’intervista pubblicata il 29.3.2022 sul sito EconomiaCircolare.com. “La parola “rigenerazione” vuole sottolineare il superamento della resilienza, non dobbiamo più resistere ma dobbiamo rigenerare il nostro modello abitativo: i ragazzi devono rigenerare la propria esistenza in un mondo che va abitato in maniera diversa. Inoltre, nel termine “rigenerazione” abbiamo la parola “generazione”. La sostenibilità, altro non è che la pace tra le diverse generazioni e la “generazione scuola” è una generazione che appartiene a tutti, perché tutti siamo andati a scuola o andremo a scuola ed è in quella fase che dobbiamo imparare cosa significa comportarci in modo sostenibile, in modo che la generazione che seguirà non dovrà subire i danni dei nostri comportamenti”. L’obiettivo non è soltanto migliorare e implementare l’educazione ambientale ma divulgare nelle nuove generazioni le best practices per il rispetto della natura, nell’era della transizione ecologica e digitale, facendo comprendere quanto il benessere umano dipenda da quello naturale e dalla costruzione di un futuro sostenibile per tutti gli esseri viventi. Il sistema educativo, consapevole dell’importanza delle sfide attuali che gli studenti devono affrontare, non può semplicemente prepararli al futuro ma deve aiutarli a modellarlo. Dalla formazione così intesa, dipenderanno i risultati a lungo termine della transizione in atto.

LA SCUOLA E IL MONDO DELL’ISTRUZIONE RAPPRESENTANO IL PRINCIPALE BALUARDO PER LA PROMOZIONE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA E CULTURALE.

Il MIUR punta a rigenerare la funzione educativa della scuola insegnando che lo sviluppo è sostenibile se risponde ai bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le necessità di quelle future, come recita il Rapporto ONU ‘Our common future’. Il Piano mira a portare nei diversi ordini scolastici un rinnovamento dell’offerta formativa per accompagnare le giovani generazioni ad abitare il mondo in modo nuovo e sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU nella cui attuazione l’Unione Europea svolge un ruolo di primo piano, anche a livello globale. Ciò che il Ministero dell’Istruzione intende promuovere nelle scuole è l’educazione alla transizione ecologica e alla sostenibilità. In questa direzione si dirigono anche gli obiettivi globali ed europei per il 2030 e 2050 (Sustainable Development Goals, Accordi di Parigi, European Green Deal ), che promuovono l’adozione di soluzioni di economia circolare per proteggere la natura e le biodiversità e garantire un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Entro il 2030 il target 12.8 del goal 12 prevede di “garantire che in tutto il mondo le persone ricevano le informazioni necessarie e acquistino consapevolezza in tema di sviluppo sostenibile e stili di vita, in armonia con la natura (…)”. Per il Green Deal “….la partecipazione attiva dei cittadini e la fiducia nella transizione sono fondamentali affinché le politiche possano funzionare e siano accettate (….) le scuole e le università hanno un ruolo privilegiato per intavolare, con la comunità in generale, un dialogo sui cambiamenti necessari per il successo della transizione”. Il Piano poggia su quattro pilastri, la rigenerazione dei saperi, dei comportamenti, delle infrastrutture e delle opportunità per rendere maggiormente consapevoli delle sfide aperte dalla transizione ecologica e digitale. Ogni pilastro è declinato in ulteriori filoni che prevedono l’acquisizione della consapevolezza che gli sconvolgimenti climatici sono anche un problema economico, imparare a costruire i mestieri e le imprese del futuro a zero emissioni, circolari e rigenerative, acquisizione di competenze green, consapevolezza che i problemi ambientali vanno affrontati in modo sistemico, recupero della socialità, superamento del pensiero antropocentrico, consapevolezza del legame fra solidarietà ed ecologia, abbandono della cultura dello scarto. In altri termini, i ragazzi devono i) imparare e abituarsi a muoversi, mangiare e a consumare diversamente, ii) diventare consapevoli che i problemi ambientali vanno affrontati in modo sistemico e Imparare a minimizzare gli impatti dell’azione dell’uomo sulla natura, iii) acquisire la consapevolezza che gli sconvolgimenti climatici sono anche un problema economico e imparare a costruire i mestieri e le imprese del futuro a zero emissioni, circolari e rigenerative, iv) frequentare scuole che siano efficienti dal punto di vista energetico, con spazi verdi, educarli a un nuovo modello abitativo green e a cogliere le opportunità dei green jobs.

FORMAZIONE, INFORMAZIONE E CULTURA: FORMARE LE NUOVE GENERAZIONI IN GRADO DI SODDISFARE I PROPRI BISOGNI SENZA COMPROMETTERE LA POSSIBILITÀ DI QUELLE FUTURE DI FARE ALTRETTANTO.  (IN)FORMARE PER FAVORIRE IL COINVOLGIMENTO E LA PARTECIPAZIONE ATTIVA AI PERCORSI DI TRANSIZIONE ECOLOGICA.

Tutti siamo sensibili a nuovi modelli di consumo: le istituzioni inseriscono l’economia circolare nelle loro agende, così come negli strumenti di pianificazione o normative, le aziende sono interessate al tema consapevoli dell’insostenibilità ambientale ed economica dell’attuale modello di produzione e consumo e, quindi, dell’urgenza di una transizione verso un modello circolare. Per garantire un rispetto delle pratiche di sostenibilità è tuttavia necessario un cambiamento di cultura, intesa anche come educazione alla sostenibilità dei cittadini, clienti e consumatori finali, per creare una conoscenza e consapevolezza comune, oltre che una formazione mirata su questi temi. Il processo di transizione verso un’economia sostenibile necessita di un vero e proprio cambio di paradigma e del coinvolgimento dei sistemi urbani e territoriali. Quindi non solo dello sviluppo di tecnologie e strumenti, ormai maturi, ma anche di una serie di azioni per l’implementazione delle pratiche di economia circolare che presuppongono un cambiamento culturale ecologico. Da tempo è in atto un cambio di passo, un’accelerazione dei processi per porre rimedio alle distorsioni più evidenti ma il sistema scolastico e il Paese devono compiere un cambiamento di paradigma. E non solo per la scuola. Il cambio di paradigma non può essere raggiunto solo con gli accordi politici, gli incentivi finanziari o le innovazioni: non sono sufficienti strumenti tecnologici, finanziari e normativi, che pure ne sono il motore, ma serve anche un profondo ripensamento dei nostri comportamenti, stili di vita e approcci culturali. Per garantire un nuovo atteggiamento e una nuova coscienza, per progettare un (futuro) diverso modo di vivere occorre costruire i presupposti culturali. Bisogna costruire il processo di transizione verso un modello economico circolare attraverso la divulgazione, cultura e consapevolezza delle sfide ambientali attraverso l’adozione di comportamenti virtuosi, anche attraverso il coinvolgimento di studenti, insegnanti, famiglie e stakeholder locali, come previsto anche dalla Missione 2 del  PNRR il cui obiettivo è migliorare la sostenibilità del sistema economico e assicurare una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. Insomma, c’è bisogno di competenze e conoscenze: per creare una nuova consapevolezza e portare i concetti di circolarità, rigenerazione, economia si deve studiare e insegnare una nuova e diversa teoria se si vogliono introdurre nuove e diverse pratiche.

LO SVILUPPO DI UNA SCUOLA SOSTENIBILE, EFFICIENTE, SICURA E CIRCOLARE. LA SCUOLA È UNO DEI MAGGIORI DRIVER PER VEICOLARE PERCORSI DI EDUCAZIONE AL CONSUMO SOSTENIBILE, ALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA E ALL’ECONOMIA CIRCOLARE PERCHÉ E’ LO STRUMENTO FORMATIVO DEI CITTADINI E DELLA CLASSE DIRIGENTE DEL PAESE DI DOMANI.

Il concetto di sostenibilità ha a che fare con il valore di giustizia intergenerazionale. La transizione ecologica, oltre ad involgere problematiche relative agli investimenti, all’innovazione, alla ricerca, riguarda i comportamenti di ognuno di noi e, quindi, la formazione delle nuove generazioni. La scuola ha un ruolo cruciale nello sviluppo della consapevolezza attiva dei ragazzi e nell’indirizzare e modificare i comportamenti di genitori e famiglie per insegnare che lo sviluppo è sostenibile se risponde ai bisogni delle generazioni presenti e non compromette quelle future e circolare tra gli studenti e il corpo docenti. “Mentre formiamo anche i docenti e i dirigenti – perché la formazione specifica per il Piano RiGenerazione Scuola sta partendo – contemporaneamente ci siamo rivolti alla società civile perché è necessario creare la rete. La Green Community è un insieme di enti pubblici e privati, associazioni ed esperti che saranno a disposizione delle scuole per poter coadiuvare i docenti nella formazione della sostenibilità per i ragazzi e nella progettazione di attività che possano educarli”, ha dichiarato la sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione Barbara Floridia, “ (…) con il Ministero abbiamo solo messo a sistema, reso visibili e messo in rete tutti affinché la volontà di educare alla sostenibilità arrivi, non soltanto nei luoghi virtuosi dove ci sono eccellenze, dirigenti illuminati o associazioni attive ma anche i luoghi più remoti”. Le scuole sono importanti catalizzatori e hanno un ruolo cruciale nello sviluppo di una presa di coscienza e nel sensibilizzare, indirizzare e modificare i comportamenti dei giovani, con il coinvolgimento dei vari attori territoriali (famiglie, associazioni, imprese, enti locali), per educarli sulle tematiche della sostenibilità e del consumo sostenibile.

LA SCUOLA QUALE LUOGO DI AGGREGAZIONE SOCIALE: POTENZIARNE L’ATTIVITÀ DIVULGATIVA DELLE SCUOLE PER FAVORIRE LA FORMAZIONE/INFORMAZIONE DEGLI STUDENTI SU TEMATICHE DI ATTUALITÀ COME L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA E PROCESSI DI CULTURA SOSTENIBILE, DI ECONOMIA CIRCOLARE PER INIZIARE A SVILUPPARE SOLUZIONI INNOVATIVE E SOSTENIBILI A LIVELLO LOCALE E REPLICABILI ANCHE IN CONTESTI ESTERNI E PIÙ AMPI.

Fenomeni di tipo ambientale e sociale come il cambiamento climatico, l’inquinamento, l’aumento della siccità e degli incendi, la perdita di biodiversità, l’aumento delle disuguaglianze tra ricchi e poveri, le discriminazioni- hanno ormai reso la creazione di una società più sostenibile e resiliente un imperativo. Per realizzare e diffondere un paradigma economico-sociale più equo e responsabile occorre introdurre nei programmi scolastici a livello di educazione primaria, secondaria, accademica e aziendale, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e le amministrazioni, le principali tematiche che riguardano la sostenibilità, le conoscenze, competenze e strumenti per costruire e vivere un futuro più inclusivo e sostenibile. La finalità è quella di innescare, ispirare e supportare processi di transizione circolare, attivare processi virtuosi di comportamenti sostenibili e circolari all’interno, da realizzare nel quadro di nuove partnership e condivisioni, gettando le basi per diventare volano di una società circolare. La sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione Barbara Floridia, pur riconoscendo che “la scuola non è pronta, non può esserlo immediatamente e invece la necessità di un modello diverso di educazione e di formazione abitativa è improcrastinabile e urgente”, auspica che “una volta che il modello RiGenerazione scuola si sarà diffusa in tutte le scuole di ogni ordine e grado, insieme all’educazione civica, forse avremo una società che avrà finalmente completato il percorso di transizione ecologica, cioè che avrà imparato ad abitare il mondo in modo nuovo, anche perché un mondo nuovo non c’è per cui dobbiamo imparare un modello abitativo diverso ed io credo che il piano rigenerazione scuola dia gli strumenti intellettuali ai ragazzi e anche gli esercizi comportamentali tali per cui la società sarà diversa”. La scuola si trasforma così nel luogo in cui si azzerano i conflitti tra le generazioni e si impara a crescere in modo sostenibile. Si creano in altri termini i presupposti teorici e di pensiero per costruire un nuovo paradigma circolare, porsi e porre domande nuove per trovare nuove risposte. Investire sui giovani, accompagnando le scuole nella transizione ecologica e culturale, per supportarli nelle sfide che affronteranno negli anni futuri ed assecondare l’imperativo globale di creare una società più sostenibile. Un’azione fondamentale affinchè le nuove generazioni, grazie alla loro energia, alla capacità di portare nuovi concetti nei gruppi sociali come le famiglie e al fatto che influenzeranno il mondo negli anni a venire, possano avere un ruolo di primo piano in una partita decisiva come quella della transizione. I più giovani cresceranno così in un modo nuovo, imparando a comprendere a pieno le grandi sfide sociali e ambientali del secolo, i principi per progettare e mettere a terra un paradigma economico sostenibile, il perseguimento dei 17 SDGs ed individuare quali sono le strade da percorrere per velocizzare il passaggio ad un’economia circolare, a uno stakeholder capitalism.

Le nuove generazioni aiuteranno a costruire un futuro più inclusivo, sostenibile e RiGenerativo.

Paola Francesca Cavallero

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