L’emergenza epidemiologica continua a portare con sé strascichi preoccupanti che si riverberano, purtroppo, in ogni settore. A farne maggiormente le spese, come spesso accade, sono le fasce più deboli della popolazione, sia in termini economici, che sanitari.
A lanciare l’allarme della preoccupante situazione relativa agli invalidi civili è lo stesso Istituto attraverso il Consiglio d’indirizzo e Vigilanza dell’Inps, che con una delibera adottata lo scorso 21 Ottobre si rivolge a tutte le amministrazioni titolari della gestione delle domande di invalidità (prime visite e revisioni) per cercare di trovare soluzioni congiunte onde arginare il dilagante arretrato.
E’ proprio Guglielmo Loy, Presidente CIV INPS, a fornire i dati di questa emergenza. Per intenderci parliamo di una platea di 3.233.711 beneficiari (dato al 31.12.2019) delle tre prestazioni, di cui 1.015.128 pensioni, 1.809.721 indennità di accompagnamento e 408.862 titolari di ambedue.
Per il riconoscimento delle prestazioni, continua il presidente del CIV, sul territorio nazionale sono in vigore due procedimenti alternativi: il primo attraverso una convenzione tra Regione ed INPS, in cui l’Istituto segue l’intero iter procedimentale, dalla domanda alla eventuale erogazione del beneficio economico e ciò avviene nella regione Campania (tranne la città di Napoli), nel Lazio, nelle città di Pordenone, Gorizia, S. Donà di Piave, Venezia, Verona, Caltanissetta, Messina, Trapani. Il secondo sistema è gestito, in maniera diretta, dalle Regioni attraverso le proprie ASL. In questo ultimo caso la procedura prevede un primo accertamento dei requisiti sanitari per il tramite delle commissioni mediche istituite presso le ASL e la successiva validazione definitiva operata dai centri medico legali dell’INPS.
In ogni caso, ciò che desta maggiore attenzione, ed allarme sociale è il dato relativo alla quantità di cittadini che sono tutt’ora in attesa della visita propedeutica al riconoscimento della invalidità o della conferma della stessa. Il totale delle domande, come sottolinea il Presidente Loy, in attesa della prima visita è della preoccupante cifra di 1.187.045. A queste vanno ad aggiungersi i cittadini che sono in attesa di sottoporsi a visita di revisione, che sono altri 408.912, ovvero numeri che fanno capire la gravità della situazione.
Per far fronte a questo critico scenario, il Consiglio d’Indirizzo e Vigilanza ritiene che sarà necessario adoperare una vera e propria terapia d’urto per ridurre il patologico bacino di domande e di visite in attesa. A dare seguito a questo intendimento è il comunicato stampa dell’INPS del 13 novembre u.s., con cui l’Istituto annuncia di essersi attivato onde trovare soluzioni per accelerare visite ed accertamenti, così da arginare le eccessive dilatazioni delle attese e sbloccare la pesante situazione.
Tra le soluzioni approntate dall’Istituto, vi è l’accertamento documentale, in luogo della visita in presenza, procedimento utilizzato precipuamente per i malati oncologici ma che verrà attuato anche per tutte le altre categorie di utenti. Ulteriore soluzione a cui sta lavorando l’Istituto è rappresentata dalla standardizzazione del processo di acquisizione della documentazione sanitaria in fase di inoltro della domanda di invalidità civile. Il progetto mira a rendere possibile il caricamento della documentazione sanitaria al fine di fornire immediatamente alla Commissione le informazioni necessarie, laddove possibile, alla definizione del verbale sugli atti, anche se tale procedimento sta facendo storcere il naso agli enti di patronato che si chiedono quale responsabilità possa derivare dalla gestione di documentazione sanitaria, di fatto non vedendo di buon occhio trasformarsi in “archivi sanitari”.
Ciò che sarebbe effettivamente auspicabile per far fronte a questa grave problematica, che tra l’altro si è manifestata non solo nella fase amministrativa, ma anche in quella giudiziale, difatti per lunghi periodi le visite peritali hanno subito sospensioni o rinvii, e non far pagare le conseguenze di tali inefficienze sempre e solo alle fasce più deboli ed esposte, un potenziamento delle strutture mediche interne all’INPS con l’assunzione di nuovi medici legali, così da far fronte al preoccupante arretrato e rimettere in sesto le tempistiche di riconoscimento delle prestazioni assistenziali. Su questo punto è sempre il CIV a segnalare come il potenziamento del comparto medico sia necessario a sopperire queste gravi carenze, il Consigliere Gargiulo, che ha coordinato i lavori del Consiglio, ritiene che per riuscire nell’intento è fondamentale procedere rapidamente alla riorganizzazione dell’area medico legale dell’Istituto, partendo innanzitutto dal superamento dell’attuale modalità di regolazione del rapporto che vede 1.301 medici convenzionati con partita Iva, e potenziare la pianta organica che vede solo 352 medici dipendenti dell’Istituto.
L’auspicio, come spesso accade, è che queste procedure e questi propositi siano realmente messi in essere, così da ridurre o quantomeno mitigare il ritardo causato sicuramente in parte dalla crisi pandemica, ma per buona parte da annosi problemi organizzativi, che in un momento di crisi, si sono palesati ancor più chiaramente, andando a colpire gli ultimi che, se non saranno apportati i giusti correttivi, rimarranno sempre più ultimi.
Gaetano Bosone