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22 Gennaio 2025
Lavoro e Previdenza

Le accise sul prezzo dei carburanti sono una tassa in giusta ed iniqua.

Ne determinano un costo in costante e pericoloso aumento.

Il prezzo del carburante è determinato da tre variabili fondamentali: il costo della produzione delle materie prime; la tassazione, ed infine; i ricavi lordi, ossia i guadagni degli operatori del settore.

Sul costo della produzione incidono molti fattori, spesso non facilmente controllabili, come, purtroppo, il dramma della guerra tra Russia e Ucraina, le royalty dei vari intermediari internazionali presenti in tutta la filiera produttiva, dall’estrazione del grezzo, alla vendita finale ai gestori e dall’organizzazione della distribuzione dei carburanti nelle singole nazioni. In particolare, venendo a noi, si osserva che l’Italia è un Paese in cui esiste un doppio mercato: il mercato del prodotto finale sulle reti nazionali e quello sulle autostrade.

Parliamo di doppio mercato perché, e lo si vede dal prezzo finale sulle autostrade, il costo, in questo caso, è determinato anche dal prezzo delle concessioni, costo che non esiste sulla rete stradale nazionale. In altri termini, i benzinai presenti sulle autostrade devono pagare la concessione, in pratica, l’affitto dell’area di servizio, per il punto vendita che si sono aggiudicati a seguito della singola gara di appalto, alle società che gestiscono le reti autostradali, stiamo parlando delle royalties per ogni litro di carburante venduto. Nello specifico, i gestori, attualmente guadagnano 3,5 centesimi di euro sul self e 5 sul servito, i concessionari autostradali guadagnano in media 8 centesimi sul litro. La conseguenza è che nel tentativo di provare a far quadrare i conti, i gestori aumentano i prezzi alla pompa, non solo, per lo stesso motivo, come abbiamo tutti sperimentato, spesso alzano anche i prezzi degli altri beni venduti come il caffè, i panini, le pizzette e i tramezzini. Per risolvere il problema bisognerebbe rivedere le regole delle concessioni, ma, purtroppo, queste durano 9 anni e non possono essere cambiate le regole in corso. Per poterlo fare, occorre aspettare la scadenza e un nuovo bando e porre delle regole più stringenti, che rendano simili i prezzi applicati sulle strade nazionali e quelli sulle autostrade.

La nota dolente sono le accise, presenti in Italia fin dagli anni 30, che pesano in modo determinante sul costo dei carburanti alla pompa. Le accise sono una tassa che lo Stato pone sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo, oltre ai carburanti sono note anche quelle per i tabacchi e per l’alcool. La loro origine e il modo con cui sono state applicate, spiega facilmente, non solo la loro ragion di esistere, ma anche il motivo per cui non vengono definitivamente cancellate.

Le accise, infatti, sono uno strumento pronto all’uso, adottato per finanziare momenti difficili, causati da eventi il più delle volte drammatici come alluvioni, terremoti e guerre. Sono facili da adottare in quanto vengono applicate su prodotti di cui non si può fare a meno come appunto la benzina o il diesel, di conseguenza, non solo danno un notevole beneficio fiscale immediato, ma costituiscono una risorsa sicura e di facile reperimento.

Le accise sui carburanti sono 18. Alcune di queste non hanno oggettivamente più ragion d’esistere ma, per continuare a far cassa, lo Stato Italiano, nel 1995, le ha inglobate in un’unica imposta indifferenziata, che costituisce un’entrata di circa 25 miliardi di euro l’anno.

Secondo l’ultimo monitoraggio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, la somma di imposte (Iva) e varie accise, ammonta addirittura al 58,2% del prezzo che si paga per la benzina e al 51,1% di quello del gasolio, per diesel, come dire, che oltre la metà dei soldi che paghiamo al distributore di benzina o diesel, in realtà li stiamo dando allo Stato. Una percentuale che colloca l’Italia al primo posto in classifica europea sulla tassazione sui carburanti.

Passando all’analisi delle singole voci che costituiscono il portafoglio delle accise, precisiamo che queste sono suddivise in due categorie, la prima è quella che si applica per il gasolio, la seconda è quella per la benzina, nello specifico questo è l’elenco:

ACCISE CARBURANTI
 
Gasolio Benzina
(€)   (€)  
0,000981 Guerra d’Etiopia del 1935-1936 0,000981 Guerra d’Etiopia del 1935-1936
0,00723 Crisi di Suez del 1956 0,00723 Crisi di Suez del 1956
0,00516 Disastro Vajont del 1963 0,00516 Disastro Vajont del 1963
0,00516 Alluvione di Firenze del 1966 0,00516 Alluvione di Firenze del 1966
0,00516 Terremoto del Belice del 1968 0,00516 Terremoto del Belice del 1968
0,0511 Terremoto del Friuli del 1976 0,0511 Terremoto del Friuli del 1976
0,0387 Terremoto dell’Irpinia del 1980 0,0387 Terremoto dell’Irpinia del 1980
0,114 Missione in Bosnia del 1996 0,114 Missione in Bosnia del 1996
0,02 Rinnovo contratto autoferrotranvieri del 2004 0,02 Rinnovo contratto autoferrotranvieri del 2004
0,005 Acquisto autobus ecologici nel 2005 0,005 Acquisto autobus ecologici nel 2005
0,0051 Terremoto dell’Aquila del 2009 0,0051 Terremoto dell’Aquila del 2009
da 0,0055 a 0,0071 Finanziamento alla cultura nel 2011 0,0071 Finanziamento alla cultura nel 2011
0,04 Arrivo immigrati crisi libica del 2011 0,04 Arrivo immigrati crisi libica del 2011
0,0089 Alluvione Liguria e Toscana del 2011 0,0089 Alluvione Liguria e Toscana del 2011
0,113 Decreto “Salva Italia” del 2011 0,082 Decreto “Salva Italia” del 2011
    0,02 Terremoto in Emilia del 2012

Lo sconto sulle accise dei carburanti, instaurato nel marzo del 2022 dal Governo Draghi, oggi non è stato prorogato causando una pesante reazione sul prezzo dei carburanti che ha raggiunto livelli impensabili fino a qualche mese fa. La premier Giorgia Meloni, a questo proposito, si è dichiarata fortemente speranzosa della possibilità che prima o poi si riuscirà a fare un taglio strutturale – non temporaneo – delle accise, ma per questo è necessario che ci sia una situazione diversa da quella che stiamo affrontando e, soprattutto, è necessario rimettere in moto la crescita economica.

Ci rendiamo conto che il Sistema Paese abbia bisogno di risorse per far fronte alla grave crisi che stiamo vivendo ma, per ristabilire e rispettare l’equità sociale, riteniamo altrettanto necessario studiare un sistema di detrazione e di differenziazione che tenga conto delle diverse situazioni.

Carlo Fantozzi

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