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10 Ottobre 2024
Lavoro e Previdenza

Le Politiche Attive del Lavoro

Le politiche attive del lavoro comprendono un insieme ampio di programmi e interventi messi in campo dalle istituzioni, nazionali e locali, per promuovere l’occupazione e l’inserimento lavorativo.
A differenza del passato, il nuovo modello di politiche attive del lavoro (attive + passive) si basa su un approccio preventivo al problema dell’occupazione che evidenzia l’importanza di intervenire sulle cause della disoccupazione (politiche attive) e non solo fronteggiare i problemi legati all’assenza del lavoro (politiche passive).

Oggi in Italia le politiche attive e passive del lavoro non si rivolgono più a specifici target di lavoratori in difficoltà occupazionale, ma a tutte le persone inoccupate e disoccupate che si dichiarano immediatamente disponibili al lavoro e ai lavoratori beneficiari di strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro a rischio di disoccupazione.

Le politiche attive del lavoro si articolano lungo le quattro direttrici indicate prima nell’Agenda di Lisbona e poi nella Strategia Europea per l’Occupazione (SEO):
– Occupabilità: migliorare le capacità di un individuo di inserirsi nel mercato del lavoro;
– Adattabilità: aggiornare le conoscenze individuali per renderle compatibili con le esigenze del mercato;
– Imprenditorialità: sviluppare qualità e spirito imprenditoriali per avviare un’azienda e contribuire all’autoimpiego;
– Pari opportunità: favorire politiche di uguaglianza e parità per aumentare i tassi di occupazione giovanile e femminile.

Le 4 direttrici si attuano, nel nostro Paese, attraverso incentivi per la formazione e/o riqualificazione, per l’assunzione, l’auto-impiego, l’inserimento di specifiche categorie (donne, over 50, persone con disabilità), forme contrattuali come l’apprendistato e molte altre iniziative che possono andare a beneficio tanto delle persone disoccupate quanto delle aziende in cerca di personale.
Nel caso dell’impresa, i principali vantaggi possono essere:
– usufruire di un servizio personalizzato di ricerca e selezione del personale grazie a operatori specializzati nel mercato del lavoro e nella selezione di risorse umane;
– accedere a bonus occupazionali creati per incentivare l’occupazione (come il bonus occupazionale previsto dalla Regione Lazio per le imprese che assumono disoccupati, erogando all’azienda fino a un massimo di 8.000 Euro) o agevolazioni contributive (come, ad esempio, l’incentivo “IO LAVORO”);
Per le persone disoccupate, i principali vantaggi saranno:
– fare il punto sulle proprie competenze, motivazioni e chiarire gli obiettivi professionali mediante un percorso di orientamento specialistico e bilancio delle competenze;
– individuare le aree di miglioramento e i conseguenti interventi formativi per colmarle;
– costruire insieme agli orientatori un piano di ricerca attiva del lavoro per individuare opportunità lavorative o tirocini in grado di arricchire il bagaglio delle proprie competenze;
– partecipare a interventi formativi di rafforzamento delle competenze tecniche-professionali e trasversali, ideati per raggiungere gli standard di prestazioni lavorative riconosciute ottimali dalle imprese in cerca di personale.

Ancora troppo spesso, in Italia, persiste un disallineamento tra l’offerta di competenze generata dalla formazione accademica e la domanda di conoscenze e competenze professionali proveniente dalle aziende. Come si evince da recenti ricerche, la disoccupazione colpisce soprattutto determinate categorie di persone, come i giovani e i lavoratori scarsamente qualificati, più di altre e affligge soprattutto coloro che si dedicano a occupazioni e settori in declino. Oggi e ancor più domani le politiche attive possono svolgere un ruolo cruciale nell’offrire ai cittadini accesso a conoscenze e competenze che siano coerenti con le reali esigenze del mercato del lavoro e le sue tendenze innovative.

Diverse sono state le iniziative messe in campo finora dalle Regioni, attraverso le quali hanno voluto agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro, a partire da “Garanzia Giovani” che ha affrontato in maniera organica e unitaria una delle emergenze nazionali più rilevanti: l’inattività e la disoccupazione giovanile. Successivamente, si sono susseguite tutte una serie di misure di politica attiva diverse tra loro e con criteri di accesso che spesso variano da Regione a Regione.

In questo scenario così articolato, non è sempre facile orientarsi nel complesso delle misure governative a sostegno del lavoro perché ogni Regione elabora autonomamente le proprie soluzioni. Gli enti accreditati ai servizi per il lavoro rappresentano un punto di riferimento importante sia per le aziende in cerca di personale sia per ogni persona che ha intenzione di accedere alle politiche attive del lavoro. Tali enti garantiscono, in collaborazione con i Centri per l’Impiego, una consulenza qualificata ed efficace per trovare le soluzioni più confacenti alle specifiche esigenze delle aziende e delle persone in cerca di lavoro grazie a un team di professionisti ed esperti del settore.

Antonella Pagliuca
Esperta Politiche Attive del Lavoro

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