Negli ultimi anni abbiamo assistito nel campo della formazione all’allargamento e all’integrazione dei tradizionali metodi “in aula” con nuove metodologie fuori dall’aula (es. l’outdoor) e le altre formazioni esperienziali (learning by doing con small techiques, teatro d’impresa, ecc.).
Rispetto al passato, nel management delle risorse umane, ci si è resi conto che per i manager sono molto importanti – oltre al saper fare – soprattutto i comportamenti e il saper essere, insieme a elementi come il senso d’identità e di appartenenza organizzativa, la capacità di operare efficacemente in gruppo, la fiducia relazionale, l’empowerment. Da qui l’importanza di ampliare il ventaglio degli strumenti e delle situazioni di apprendimento individualizzate come la formazione one to one, dove le nuove competenze possano essere acquisite in diversi tempi e in diversi modi. Il passaggio a metodi attivi e individualizzati nella formazione ha senza dubbio rilevanti conseguenze nell’organizzazione e nella conduzione del processo formativo.
Parlare oggi di formazione one to one vuol dire progettare e realizzare percorsi formativi esperienziali specifici e personalizzati, che usano non solo elementi cognitivi, ma anche emotivi, relazionali e motivazionali al fine di conseguire un apprendimento capace di generare una reale trasformazione in ogni destinatario coinvolto nell’intervento.
E’ da queste considerazioni che è stato disegnato dall’ente di formazione AMILI (Associazione Multiservizi Impresa e Lavoro Italia) il percorso “LEADERSHIP: PROATTIVITA’ ED EFFICACIA NEL RUOLO” finanziato – e quindi “validato” – da un Fondo interprofessionale.
Il progetto di formazione one to one, ideato in via sperimentale per una risorsa della Fondazione IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), è stato realizzato da una formatrice esperta di sviluppo del potenziale individuale in grado di fornire alla discente un percorso di training in ambito soft skills, supportato da sessioni di coaching.
Proviamo a esaminare i vantaggi del percorso formativo realizzato, con riferimento ai diversi attori coinvolti: dott.ssa Giuliana Ferrari (docente) e la dott.ssa Carla Giorgio (HR training and development specialist, in qualità di discente).
Antonella Pagliuca
Il Percorso Formativo (dal punto di vista della docente – Giuliana Ferrari)
“Livello di competenza tecnica e motivazione sono due importanti indicatori predittivi della qualità della performance e dei conseguenti risultati. Il primo si acquisisce con il percorso formativo intrapreso negli anni e l’esperienza maturata nell’ambito di competenza, il secondo dipende da interessi, valori e bisogni personali che cambiano negli anni.
Una buona dose di entrambi, però, non basta a soddisfare sia le aspettative personali sia quelle aziendali. La realtà umana e organizzativa è molto più complessa e sfaccettata e richiede un livello di conoscenze ulteriore per poter essere, quindi, compresa e di conseguenza gestita.
Essendo ogni individuo inserito in una realtà organizzativa, necessita, infatti, di sviluppare anche altre competenze, le soft skills o competenze trasversali, spesso non allenate per mancanza di consapevolezza della loro importanza e per non presenza nei piani di studio scolastici e universitari.
L’efficacia nel ruolo dipende, però, fortemente dalla capacità di attivazione di queste competenze: un manager altamente qualificato tecnicamente e motivato che non è in grado di guidare la propria squadra di collaboratori o relazionare con altri reparti rappresenta un anello debole nell’organizzazione e nella catena dei processi aziendali. Situazioni simili sono spesso presenti nelle realtà aziendali influenzandone negativamente clima e risultati.
Il saper “leggere” lo stile comportamentale dell’altro e il proprio e, quindi, gestirli con il giusto approccio, influenza e capacità negoziale “fa la differenza”.
La comunicazione, soft skill per eccellenza, è, infatti, uno dei fattori che le aziende lamentano essere inadeguato, che può essere migliorato attraverso un focus formativo finalizzato alla conoscenza dei principi base e alla presa di consapevolezza della tipologia dei diversi stili comportamentali, a cui far seguire l’allenamento dei propri “muscoli deboli”.
“Non smettere di imparare: sia tua cura accrescere ciò che sai. Raramente la sapienza è data dalla vecchiaia” afferma al proposito Catone.
Questo lo spirito che anima la pianificazione congiunta con i referenti aziendali dell’azione formativa adeguata alle necessità emerse da un’analisi di desiderata, comportamenti e risultati rispetto al ruolo giocato e agli obiettivi assegnati nelle aziende.
A distanza o in presenza, l’efficacia formativa prende forma dalla relazione che si crea tra partecipante e docente, dove è in capo a quest’ultimo dare il meglio di sé nella comprensione delle reali esigenze del suo interlocutore per potergli passare conoscenze atte ad attivare nuovi schemi mentali e comportamenti.
In questo, un approccio da coach del formatore è vincente. L’applicazione della metodologia del coaching permette, infatti, uno sviluppo del potenziale personale e professionale grazie all’identificazione dei comportamenti disfunzionali agiti e alla presa di consapevolezza di ciò che li alimenta e che richiede, pertanto, un cambiamento in funzione dell’obiettivo che si vuole raggiungere. A tal scopo, sono realizzati corsi individuali o di gruppo volti allo sviluppo delle competenze manageriali al servizio del ruolo.
L’attività è dapprima focalizzata sui principi che governano la comunicazione e la relazione, affiancati dalla presa di consapevolezza e dal riconoscimento dei diversi stili comunicativi e comportamentali, finalizzati alla comprensione e alla gestione delle differenti modalità agite da clienti interni ed esterni.
A seguire sono fornite “training pills” relative ad aspetti studiati dall’Analisi Transazionale applicati al campo organizzativo, finalizzati al saper comprendere la realtà organizzativa nelle sue sfumature.
A completamento del programma, sessioni di coaching favoriscono il raggiungimento di obiettivi personali attraverso l’identificazione e il superamento di criticità grazie all’identificazione e messa in atto di risorse interne ed esterne”.
Giuliana Ferrari
Il Percorso Formativo (dal punto di vista della destinataria della formazione: Carla Giorgio[1])
“Mi occupo di formazione da molti anni. Ho progettato e seguito tanti corsi di formazione per me e per i miei colleghi. La straordinarietà di questo percorso è che non si è svolto secondo un programma didattico rigidamente definito bensì ha previsto una serie di micro interventi di supporto forniti sulla base di ciò che è via via emerso durante gli incontri.
La ricchezza del bagaglio professionale posseduto dalla docente è determinante perché ha consentito di plasmare gli incontri sulla base di ciò che per me era realmente utile.
Ho avuto la possibilità di confrontarmi non solo con una docente, ma anche con un coach e un mentor.
A conclusione dell’intervento formativo ho acquisito un ricco bagaglio di informazioni e di spunti di approfondimento, testi, slides, ho avuto svariati feedback costruttivi sul mio stile di comunicazione e soluzioni operative inerenti allo sviluppo del mio ruolo.
Risultato finale: una nuova energia ritrovata in campo personale e professionale, grazie al potenziale che sento di poter attuare in modo decisamente più efficace avendo acquisito nuovi strumenti operativi e “aperto nuove finestre” sul mio funzionamento e sulla comprensione del contesto nel quale opero.
A seguito di questi risultati questo stesso format è stato proposto ad alcuni Quadri della Fondazione IFEL: i primi feedback ricevuti confermano le mie considerazioni”.
Carla Giorgio
Considerazioni conclusive
Al termine del percorso la partecipante è stata invitata a compilare un questionario di valutazione dell’esperienza condotta. Ha riferito che l’intervento svolto le ha fornito elementi di consapevolezza dei propri percorsi di comprensione e ha evidenziato una molteplicità di situazioni a cui riteneva di poterli applicare soprattutto in ambito relazionale e decisionale.
Il percorso evolutivo one to one realizzato rappresenta uno strumento a disposizione delle imprese per migliorare la qualità del proprio management e, in generale, delle persone che operano al loro interno, per mettere in atto cambiamenti strategici, per motivare e trattenere i talenti; ma è anche sempre una grande opportunità per la singola persona di arricchire le proprie capacità e di prendersi cura di sé.
Ci piace concludere con una frase di G. B. Shaw: “Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono, e se non le trovano, le creano.”
Antonella Pagliuca
[1] Direzione –Ufficio Risorse Umane Fondazione IFEL. Le opinioni espresse in questo articolo hanno carattere personale e non impegnano in alcun modo la responsabilità di IFEL.