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16 Giugno 2025
NEET in Italia, perché sempre più giovani si arrendono prima di iniziare
Costume e Società Lavoro e Previdenza Primo Piano

NEET in Italia, perché sempre più giovani si arrendono prima di iniziare?

Nonostante un calo significativo negli ultimi anni, l’Italia continua a registrare una delle percentuali più alte di giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) in Europa.

Secondo l’ISTAT, nel 2023 il 16,1% dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni non era impegnato né in un percorso di istruzione, né in un’attività lavorativa o formativa.

Questo dato, seppur in miglioramento rispetto al passato, evidenzia una problematica strutturale che richiede attenzione e interventi mirati.

Chi sono i NEET italiani: un’identità sfaccettata

Il termine NEET racchiude una varietà di situazioni:

  • Giovani in cerca di occupazione: coloro che, nonostante gli sforzi, non riescono a trovare un lavoro adeguato.
  • Disillusi dal sistema: giovani che hanno perso fiducia nelle istituzioni educative e nel mercato del lavoro.
  • Donne con carichi familiari: molte giovani donne, soprattutto tra i 25 e i 29 anni, si dedicano esclusivamente alla cura della famiglia, spesso per mancanza di servizi di supporto.
  • Residenti in aree svantaggiate: i tassi di NEET sono più alti nelle regioni del Sud Italia e nelle aree rurali, dove le opportunità educative e lavorative sono limitate.

Le cause profonde: tra sistema educativo e mercato del lavoro

Diverse sono le cause che alimentano il fenomeno NEET in Italia:

  • Sistema educativo poco flessibile: la mancanza di percorsi formativi che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro rende difficile per molti giovani acquisire competenze spendibili.
  • Mercato del lavoro precario: l’alto tasso di contratti a termine e la scarsa retribuzione scoraggiano l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
  • Barriere socio-economiche: la povertà, la mancanza di reti di supporto e le disuguaglianze territoriali limitano le opportunità di molti giovani.
  • Aspetti psicologici: la mancanza di fiducia nel futuro e l’assenza di motivazione contribuiscono all’inattività.

Le conseguenze: un costo sociale ed economico elevato

Il fenomeno NEET ha ripercussioni significative:

  • Perdita di capitale umano: la mancata valorizzazione delle competenze giovanili rappresenta una perdita per l’intera società.
  • Aumento della povertà: l’inattività prolungata può portare a situazioni di disagio economico e sociale.
  • Rischio di esclusione sociale: i NEET sono più vulnerabili a fenomeni di emarginazione e devianza.
  • Impatto sul sistema previdenziale: la riduzione della forza lavoro attiva mette a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico.

Le politiche attuate: tra successi e criticità

Negli ultimi anni, sono stati implementati diversi programmi per contrastare il fenomeno NEET:

  • Garanzia Giovani: un’iniziativa europea che mira a offrire opportunità di lavoro, formazione o tirocinio ai giovani.
  • Piano NEET 2022: un programma nazionale che prevede interventi di emersione, ingaggio e attivazione dei giovani inattivi.

Tuttavia, l’efficacia di queste politiche è spesso limitata da una scarsa coordinazione tra enti, risorse insufficienti e difficoltà nell’intercettare i giovani più vulnerabili.

Proposte per un futuro inclusivo

Per affrontare efficacemente il fenomeno NEET, è necessario:

  • Riformare il sistema educativo: introdurre percorsi formativi più flessibili e orientati al mercato del lavoro.
  • Potenziare i servizi di orientamento: offrire supporto personalizzato ai giovani nella transizione scuola-lavoro.
  • Incentivare l’imprenditorialità giovanile: fornire strumenti e risorse per avviare nuove attività.
  • Promuovere l’inclusione sociale: sviluppare politiche che favoriscano la partecipazione attiva dei giovani alla vita comunitaria.

Investire nei giovani per costruire il futuro

Il fenomeno NEET rappresenta una sfida complessa che richiede un impegno congiunto di istituzioni, famiglie e società civile. Investire nei giovani significa investire nel futuro del Paese, promuovendo una società più equa, inclusiva e dinamica.

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