Lavoro e formazione, questi i temi affrontati lo scorso 10 marzo a Trentola Ducenta. Il convegno è stato promosso dall’ Agenzia del Lavoro Credici insieme all’ente di formazione Amili ed al Fondo interprofessionale Fondo Conoscenza. Un confronto che ha portato alla luce la necessità che pubblico e privato lavorino insieme per combattere l’emergenza occupazionale. Lavorare affinché i giovani non abbandonino il territorio ed offrire loro la necessaria formazione per il rilancio del Paese e per raggiungere uno sviluppo economico e sociale. Una sala affollata dalla partecipazione di imprenditori, consulenti del lavoro e volti politici. A moderare il giornalista e direttore responsabile de “l’Esodo”, Massimo Maria Amorosini.
Intervento dell’Assessore al Lavoro della Regione Campania, Antonio Marchiello
M.M.Amorosini: Assessore Marchiello, era il 22 giugno del 2022 quando come Giunta Campania, avete deliberato e approvato il piano attuativo del progetto Gol con il quale, ricordiamo, si vuole reinserire i beneficiari nel mondo del lavoro. Anpal ha da poco reso pubblico un report del programma gol dopo i primi 90 giorni di sperimentazione partita in Campania. Nonostante i dati diffusi da Anpal, con il programma gol in Campania quali obiettivi volete raggiungere?
Antonio Marchiello: Io non mi faccio avvilire dai numeri perché i numeri della Campania sono i più negativi dei negativi. Questo non toglie che dobbiamo lavorare, dobbiamo crederci e veramente metterci l’impegno. L’impegno deve essere del territorio, non può essere della Regione o del Comune. L’impegno deve essere di tutti. Dobbiamo lavorare e cercare di migliorarci perché abbiamo qualità, abbiamo professionalità, abbiamo le capacità che servono. Un anno fa abbiamo avuto dal Governo questi primi 120 milioni, che è la prima quota del PNRR che ci viene assegnata per il piano Gol. Personalmente ho dovuto fare una battaglia in Conferenza Stato-Regioni perché ce la volevano tagliare solo perché abbiamo il reddito di cittadinanza più alto d’Italia e questo era uno dei parametri sui quali si valutava l’affidamento. Con questa prima quota stiamo restituendo decoro ai 46 centri per l’impiego che abbiamo ereditato dalle vecchie Province, abbiamo assunto già 641 giovani laureati e diplomati per migliorarne l’efficacia. Questi soldi che noi abbiamo, se ben spesi, ci daranno le risposte per fare riqualificazione e per fare nuova attività. Tra breve uscirà anche per le agenzie per il lavoro un documento che rinnoverà e stimolerà il rapporto pubblico privato migliorandolo sensibilmente. Non è facile, vi assicuro che non è facile, ma è importante non avvilirsi. Io invito le istituzioni locali e i sindaci a rappresentarci le loro problematiche, perché se io le conosco, probabilmente insieme riusciamo a meglio affrontare le problematiche. Io non guardo il colore politico, perché al di là dei colori noi dobbiamo risolvere i problemi del territorio. L’unica realtà vera è che la Campania non è che è stata trascurata per tanti anni, ma non si è mai pensato veramente al fondo del problema. Dobbiamo capire le esigenze del territorio e fare formazione utile, e non fine a se stessa. Così facendo i nostri giovani non partiranno per cercare lavoro in altre parti d’Italia o anche all’estero. Gli imprenditori molte volte rischiano di non avere la manodopera necessaria per poter rispondere alle esigenze del territorio e del mercato. Stiamo lavorando in questa direzione e raggiungeremo i nostri obiettivi.
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Intervento dell’Amministratore Unico Credici, Leonardo Maiolica
M.M.Amorosini: Come nasce l’idea di Credici e quanto è importante oggi il ruolo di una un’agenzia per il lavoro come Credici in un territorio dove c’è il rischio che se non si crea una sana e buona occupazione i giovani abbandonano queste terre, le loro origini e i loro affetti per andare a trovare soddisfazione e gratificazioni altrove?
Leonardo Maiolica: Io nasco come avvocato anche se sono impegnato nel mondo dei Patronati da vari decenni e attraverso i Patronati ho sempre trattato la materia della disoccupazione. L’idea di dar vita ad una APL mi è venuta proprio a seguito di tante richieste che mi arrivavano da altre agenzie interessate ai nostri dati relativi alle NASPI. Ho allora deciso di voler dare risposta diretta alle tante richieste di aiuto delle persone per trovare occupazione, per trovare un lavoro.
Ho iniziato costituendo un ente di formazione, AMILI, e poi ho dato vita all’Agenzia per il lavoro CREDICI partendo dalla Campania e registrandola presso l’Anpal nazionale. La normativa prevede che per avere l’iscrizione bisogna essere presenti in almeno quattro regioni e noi tra le Regioni abbiamo optato per la Campania, la Lombardia, il Lazio e la Calabria. Abbiamo tutte persone di alta competenza, a partire dalla Campania dove abbiamo sede a Trentola Ducenta e a Napoli al centro direzionale.
Sappiamo che coloro che hanno il reddito di cittadinanza spesso hanno esigenza di formazione, come anche che da parte degli imprenditori c’è richiesta di occupazione, ma mancano le professionalità ricercate. Per fare incontrare questi due mondi ho messo in piedi un’agenzia con personale altamente qualificato e invito gli imprenditori, così come anche i disoccupati, a recarsi presso i nostri uffici per esporre le proprie esigenze. Ci sono opportunità, bisogna solo mettere insieme domanda e offerta, io a questo tengo moltissimo perché non c’è cosa più bella di aiutare qualcuno a prendere un posto di lavoro. Uno dei motivi per cui ho voluto chiamare questa agenzia Credici è che ho voluto mettere un nome per dare un messaggio di speranza soprattutto ai giovani disoccupati. Ci dovete credere. C’è la possibilità di lavorare e di trovare lavoro anche qua nel nostro territorio. Non c’è bisogno di andare in Svizzera, in Germania o altrove.
Crediamoci veramente.
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Intervento del Consigliere Regione Campania, On. Giovanni Zannini
M.M. Amorosini: Onorevole Zannini, la Regione Campania purtroppo è una Regione che vanta insieme ad altri un triste primato perché è tra i primi posti dell’Unione europea per quanto riguarda i livelli di disoccupazione. Quando riusciremo ad invertire questa tendenza?
Giovanni Zannini: Tutti vorremmo avere la bacchetta magica per risolve il problema della disoccupazione, bisogna mettere in campo adeguate strategie che coinvolgano livelli diversi di intervento coinvolgendo i vari attori protagonisti della materia. Leonardo Maiolica è un autorevole attore protagonista in questo scenario, un imprenditore anche del terzo settore e della formazione, con grande attenzione al matching tra domanda e offerta. Tutte le strategie per l’occupazione sono strategie nazionali, sono strategie nazionali che passano poi attraverso un riparto di fondi che arrivano alla Regione, quando arrivano, e che la Regione poi deve saper spendere e saper spendere bene. E’ di fondamentale importanza creare l’incontro, il matching, tra la domanda e l’offerta di lavoro, ed anche l’orientamento è una parte fondamentale per orientare chi è alla ricerca di lavoro verso le scelte più opportune.
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Intervento del Sindaco di Trentola Ducenta, Michele Apicella
M.M. Amorosini:: Quanto sono importanti momenti di confronto come questi dove si parla di fare realmente in maniera concreta qualcosa per il territorio e per i suoi giovani?
Michele Apicella: Il mercato del lavoro in Italia, soprattutto a causa della mancanza di specifici profili in determinate e particolari discipline, dimostra uno scollamento causato dalla quasi totale assenza di dialogo tra sistema scolastico e mondo del lavoro, cosa che sarebbe molto importante soprattutto per i giovani. Per noi amministratori le politiche attive del lavoro rappresentano uno strumento importantissimo, imprescindibile soprattutto per cercare di risollevare il mercato del lavoro italiano, segnato, come già detto dagli esperti, duramente dagli effetti della pandemia e dal conseguente stravolgimento del sistema economico e sociale di tutto il Paese. Quindi, in questo contesto le agenzie per il lavoro hanno un ruolo di primo piano per favorire l’occupazione, l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Io direi che occasioni come queste rappresentano davvero un momento importante ed utile. Rappresentano un arricchimento per i nostri territori e soprattutto un momento di confronto che può determinare la crescita e lo sviluppo di questi nostri purtroppo martoriati territori. Sono le sinergie positive che devono essere messe in campo e noi amministratori dobbiamo operare in questa direzione, tra privati e istituzioni. Queste sinergie servono per alimentare le opportunità lavorative che devono avere soprattutto i nostri giovani che spesso sono costretti per trovare la loro realizzazione allontanandosi e questo non ce lo possiamo più consentire. Abbiamo una responsabilità, un dovere morale. Noi come amministratori siamo in frontiera, siamo sul territorio tutti i giorni e lavoriamo per questo. Quindi ringraziamo fortemente le agenzie per il lavoro, i patronati e in particolare l’avv. Maiolica che fa veramente un lavoro egregio sul territorio e lo fa da anni. Dobbiamo prendere esempio da queste persone che dedicano il loro tempo, le loro energie, la loro attività per uno scopo così nobile, ed auspicarci che occasioni come questa iniziativa possano sempre più proliferare sui nostri territori.
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Intervento del Presidente di Fondo Conoscenza Concetto Parisi
M.M. Amorosini: Una vera e propria rivoluzione nel campo della formazione continua c’è stata all’inizio degli anni 2000, nel 2003, quando sono nati i fondi paritetici interprofessionali. Fondo conoscenza nasce nel 2015 ma nei primi anni di vita ha portato risultati davvero importanti. Può darci qualche numero che possa far capire a tutti quello che ha realizzato finora?
Concetto Parisi: I fondi interprofessionali sono un’altra misura di politica attiva. Diciamo una misura speculare se così si può dire rispetto ad esempio alla garanzia di occupabilità dei lavoratori perché i fondi sono dei fondi promossi appunto dalle associazioni datoriali e dalle associazioni dei lavoratori e hanno lo scopo di qualificare, riqualificare o comunque aumentare le competenze dei lavoratori, quindi di chi già è occupato. Questo potrebbe sembrare una misura antitetica rispetto a quella di Gol, che invece ha lo scopo di fare entrare le persone nel mondo del lavoro. Ma in realtà anche l’aggiornamento continuo delle competenze dei lavoratori è fondamentale in un mercato del lavoro, come quello attuale, che si caratterizza sempre più per una volatilità del lavoro stesso. Se trent’anni fa era impensabile per un lavoratore, o per la maggior parte dei lavoratori, almeno in Italia, cambiare posto di lavoro durante il proprio periodo di attività, oggi molti lavoratori si trovano davanti alla necessità di dover cambiare lavoro e trovare nuova occupazione perché licenziati o perché le Aziende chiudono. Durante il periodo Covid abbiamo visto anche la riconversione di molte aziende. La Campania ad esempio è attualmente la Regione in cui sono aperti più tavoli di crisi, e quindi c’è il numero maggiore di aziende che sta chiudendo e quindi di lavoratori che avranno la necessità di riconvertirsi e riqualificarsi per trovare nuova occupazione. Il fondo interprofessionale ha quindi questo scopo, quello di tenere sempre aggiornate le competenze dei lavoratori. Come? Finanziando dei progetti di formazione. Utilizzando le risorse che le aziende stesse mettono a disposizione per questo scopo. Chiariamo bene che l’adesione al fondo è a titolo gratuito, perché le aziende fra li vari versamenti che effettuano all’INPS versano anche un un’aliquota dello 0,30 che è un’aliquota prevista da una legge del 78, se non ricordo male, che originariamente serviva ad alimentare un fondo per la cosiddetta disoccupazione involontaria. Quindi le aziende versavano a INPS questo 0,30 aggiuntivo sulle contribuzioni per rimpinguare questo fondo che serviva poi nei momenti di crisi e pagare le vecchie disoccupazioni. Dal 2000, con la finanziaria del 2001, nascono i fondi interprofessionali. Cosa si decide? Si decide che le aziende che volontariamente decidono di aderire a un fondo interprofessionale dirottano questo 0,30, che già versano e che è obbligatorio, verso i fondi interprofessionali per finanziare percorsi di formazione continua. Quindi l’azienda che si iscrive a un fondo interprofessionale oggi non ha un euro di costo aggiuntivo da versare. Questi soldi vengono destinati a un fondo interprofessionale e l’azienda da un lato li versa e dall’altro li può richiedere per la formazione dei propri dipendenti, e con quei soldi possono essere finanziate anche le azioni a valere sulla formazione obbligatoria. Per intenderci anche tutto quello che prevede l’adempimento obbligatorio dell’81/2008, la sicurezza sui luoghi di lavoro può dunque essere finanziata dai fondi interprofessionali e l’azienda, oltre a non avere costi aggiuntivi, può avere un vantaggio economico indiretto perché porta a zero, o quantomeno parzialmente abbassa, il costo della formazione obbligatoria per i dipendenti.
M.M. Amorosini: Quali sono le tipologie di aziende che oggi aderiscono a fondo conoscenza?
Concetto Parisi: Noi abbiamo ad oggi quasi 26.000 aziende aderenti, per 156.000 lavoratori occupati. Le tipologie spaziano dalle microaziende alle aziende con più di 4000 addetti, anche se queste sono poche. La stragrande maggioranza sono aziende medie e piccole. Abbiamo imprese di ogni comparto, di qualsiasi settore produttivo, perché il fondo è un fondo che intersettoriale e qualsiasi azienda può aderire.
M.M. Amorosini: Può darci qualche numero di risorse messe a disposizione delle aziende aderenti?
Concetto Parisi: Finora nel nostro piccolo abbiamo finanziato negli anni passati quasi un milione e mezzo di euro a valere su progetti presentati. La Campania è una regione particolarmente significativa per Fondo Conoscenza, perché in Campania abbiamo più di 5000 aziende aderenti, per lo più aziende di medie e piccole dimensioni. E’ la terza regione dopo la Sicilia e il Lazio, la terza regione per numero di aziende aderenti.
M.M. Amorosini: La maggior parte degli avvisi che voi avete messo in campo finora erano rivolti, come d’altronde nel DNA dei fondi interprofessionali, nei confronti dei lavoratori dipendenti delle aziende. Nel 2022 avete avviato una vera e propria sperimentazione con l’avviso 3/2022 che poi avete anche riconfermato nel 2023. Per la prima volta avete previsto la possibilità di fare un finanziamento per interventi sperimentali rivolti alle politiche attive del lavoro. Quindi possiamo dire che Fondo conoscenza oggi non si rivolge più esclusivamente o solo esclusivamente ai lavoratori dipendenti delle aziende, ai soggetti che già lavorano, ma si rivolge anche ai soggetti disoccupati e inoccupati e questa è veramente una grande e rivoluzionaria novità nel mondo dei fondi interprofessionali?
Concetto Parisi: I fondi interprofessionali sono strumento di politica attiva del lavoro ma sono strumento di politica attiva del lavoro per gli occupati. L’idea è stata quella di ampliare la nostra platea di riferimento e cominciare a rivolgerci, anche nell’interesse dell’azienda, alle persone in cerca di occupazione. L’idea è stata quella di coinvolgere, oltre che agli enti di formazione che sono i nostri partner abituali, anche le agenzie per il lavoro per fare questo. L’azienda nostra aderente che ha la necessità di inserire nuova manodopera, nuovo personale in azienda, si può rivolgere a noi. O meglio attraverso noi si può rivolgere a un’agenzia per il lavoro e fare richiesta per la figura che serve. L’Agenzia per il lavoro cosa fa a questo punto, fa una profilazione, trova e individua il candidato, o i candidati, e fa un piccolo percorso di inserimento. A seguire bilancio delle competenze, orientamento e un piccolo percorso di inserimento in azienda del candidato. Noi nel 2022 abbiamo presentato l’avviso in maniera sperimentale e abbiamo finanziato poco meno di 150 percorsi e ne sono già stati chiusi 121 con l’inserimento di 110 nuovi lavoratori. Un risultato che possiamo definire sicuramente più che valido. Sulla scorta di questi dati abbiamo deciso di replicare per il 2023 questo avviso, mettendo ovviamente più fondi a disposizione e amplieremo la platea dei soggetti che possono beneficiare dell’avviso.
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Intervento della Responsabile Nazionale Formazione CREDICI e AMILI
M.M. Amorosini: Il dott. Parisi ci ha detto che ha previsto per le APL la possibilità di accreditarsi all’interno del Fondo e poter partecipare all’avviso tre 2022. Tra le Agenzie che hanno aderito a questo percorso c’è anche CREDICI. Chiediamo ad Antonella Pagliuca, Responsabile Nazionale dell’Ente che ha partecipato a questo avviso, che bilancio puoi darci oggi di questa prima esperienza?
Antonella Pagliuca: Buonasera a tutti. In realtà, abbiamo accolto con entusiasmo questo bando perché ci ha consentito di realizzare percorsi integrati rivolti a disoccupati e finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro. Grazie a questo bando siamo riusciti a costruire un collegamento tra la domanda delle aziende aderenti al Fondo che erano in cerca di personale e le persone in cerca di lavoro. Abbiamo garantito alle aziende una ricerca e selezione gratuita individuando le figure di cui avevano bisogno, perlopiù giovani.
I dati e gli studi recenti ci dicono che in Italia abbiamo tanti giovani che vorrebbero trovare un lavoro ma purtroppo non ci riescono perché non hanno ricevuto un percorso di istruzione e formazione adeguato alle esigenze del mercato del lavoro attuale. Questo compromette di fatto le loro aspirazioni e determina uno spreco di talenti che produce un effetto a catena sulle prospettive di crescita del nostro paese. Al tempo stesso le aziende lamentano di non trovare capitale umano da impiegare. Grazie a questo bando siamo riusciti ad agevolare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro di diverse aziende, perlopiù PMI della Campania. Abbiamo realizzato per giovani disoccupati e/o inoccupati un intervento di orientamento e bilancio di competenze che ci ha consentito di definire un progetto professionale di ogni candidato, definire le sue aspirazioni, i punti di forza e le aree di miglioramento. Successivamente è stato realizzato un percorso di formazione che ha consentito a ogni partecipante di acquisire maggiori conoscenze, competenze e abilità utilizzabili immediatamente nelle aziende che erano in cerca di personale. Infine, ogni intervento realizzato ha consentito a ogni candidato formato un inserimento rapido nel mondo del lavoro con regolare contratto.
Ritengo che questo sia un bando eccezionale, ma sarebbe importante che ce ne fossero tanti altri, non solo finanziati dal Fondo ma anche magari finanziati da altri Enti finanziatori perché questa tipologia di interventi che facilita l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani ci consente di non perdere il contributo di un’intera generazione. Poi comunque un Paese che non investe nella formazione e nell’orientamento dei giovani secondo me è un Paese che non scommette sul proprio futuro.
M.M. Amorosini: Dunque, un’impresa che vuole approfittare delle opportunità messe in campo appunto dal Fondo Conoscenza, per intenderci, che tipo di aiuto può avere da AMILI?
Antonella Pagliuca: AMILI – Associazione Multiservizi Impresa e Lavoro Italia è un ente accreditato alla formazione in Regione Campania e presso Fondo Conoscenza. Ad ogni azienda garantiamo un supporto a 360 gradi, a partire dalla consulenza che forniamo agli imprenditori sulla scelta del Fondo interprofessionale. A tal proposito, sottolineo l’importanza per ogni azienda di scegliere il Fondo giusto al fine di poter utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dal Fondo per poter finanziare piani formativi per lo sviluppo aziendale.
A nostro avviso, Fondo Conoscenza si sposa molto bene con le esigenze delle piccole e medie imprese, perché mette a disposizione molti bandi che consentono all’azienda di andare in formazione con tempistiche molto rapide. Il team di AMILI affianca ogni azienda facendo in modo che questa venga inserita in percorsi seri, strutturati, soprattutto costruiti sulle loro esigenze. Quindi assistiamo le imprese dalla fase di analisi del fabbisogno, progettazione, gestione e rendicontazione. Affianchiamo ogni azienda nell’attività di organizzazione dei corsi che possono essere realizzati, presso la loro sede, coinvolgendo docenti anche di loro fiducia.
Nel corso degli anni abbiamo realizzato, su tutto il territorio nazionale, molti piani di formazione che hanno consentito di migliorare le competenze dei dipendenti su diversi ambiti: l’ambito della sicurezza obbligatoria, l’ambito del welfare, l’ambito oggi sempre più esteso delle competenze trasversali necessarie per poter imparare a lavorare in team, a poter organizzare e gestire progetti complessi a fare insomma tutte quelle cose che è sempre più importante che un’azienda possa fare per poter adattarsi al cambiamento e gestire le novità che in qualche modo si riverberano in un contesto aziendale.
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Intervento della Responsabile Ente di Formazione AMILI Campania, Filomena Petito
M.M. Amorosini: Un ruolo importante sempre più importante per trovare lavoro lo ha ovviamente anche la formazione, soprattutto in quei luoghi dove è ancora più difficile accedere al mondo del lavoro come qui in Campania.
Quali sono le opportunità formative che oggi la Regione Campania mette a disposizione dei tanti giovani disoccupati e inoccupati?
Filomena Petito: Io parto dal presupposto che la formazione è considerata uno strumento di contrasto alla disoccupazione. Si parte dal presupposto che la qualificazione e la riqualificazione delle persone che in questo momento sono lontane dal mondo del lavoro possa in qualche modo avvicinarle allo stesso mondo del lavoro. In Campania sono attive diverse misure regionali che cercano anche in qualche modo di rendere la formazione come uno strumento di inclusione soprattutto per quelle persone che sono ritenute svantaggiate e che quindi, per condizioni socio economiche, hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Facciamo l’esempio del programma per i giovani, il programma garanzia giovani è un programma rivolto a ragazzi, anche minorenni, di età tra i 15 e i 29 anni che non sono inseriti in percorsi lavorativi e in percorsi di istruzione. Sono persone considerate svantaggiate perché sono effettivamente lontane dal mondo del lavoro e necessitano di una qualificazione, o di una eventuale riqualificazione, proprio per potersi avvicinare al mondo del lavoro. In questa seconda edizione in Campania il programma ha previsto un’estensione dell’utenza. Parliamo anche di ragazzi e giovani che hanno un’età che arriva anche a 34 anni compiuti, che possono frequentare percorsi di studio ma che sono disoccupati. Quindi è sempre evidente che di base c’è uno svantaggio economico e sociale e quindi con la formazione prevista dal programma c’è questa possibilità di poter qualificare. Noi come enti di formazione abbiamo avuto la possibilità per questa seconda edizione di poter progettare percorsi formativi basandoci sulle esigenze del territorio. Abbiamo avuto modo di poterci rapportare con le aziende del territorio e capire quali erano e quali sono i bisogni e i fabbisogni, perché è vero che sul nostro territorio è dilagante la disoccupazione, ma ci sono tante aziende che hanno bisogno di personale qualificato e che non lo trovano. Ultimamente mi è capitato di leggere una ricerca per l’anno 2022 sul portale dei consulenti del lavoro. Su circa 500.000 inserimenti lavorativi circa 200.000 aziende hanno trovato difficoltà a reperire queste figure professionali qualificate e quindi con il programma Garanzia Giovani, almeno per questa fascia di età dai 15 ai 34 anni, noi Enti di Formazione abbiamo avuto modo di poter progettare proprio dei percorsi in linea con le esigenze del lavoro e quindi delle aziende. Progettare con loro ha consentito di individuare i percorsi formativi che hanno consentito un avvicinamento delle persone qualificate dopo i percorsi formativi con le aziende. E c’è da dire che con questa seconda edizione di Garanzia Giovani, che tra l’altro è in chiusura e aspettiamo il rifinanziamento da parte della Regione Campania per un’altra edizione, abbiamo anche avuto modo di poter prevedere all’interno dei percorsi formativi una fase di stage e un affiancamento lavorativo per i ragazzi dopo il percorso. Dopo la parte teorica hanno potuto insomma inserirsi in azienda e hanno potuto vedere da vicino la realtà aziendale. Nel corso degli anni ci è capitato, con questo tipo di offerta formativa, di mettere in campo dei rapporti continuativi di collaborazione, per cui è sicuramente un modello importante da prendere in considerazione.
M.M. Amorosini: In che modo questi ragazzi possono venire a conoscenza delle opportunità formative e se parliamo di percorsi gratuiti?
Filomena Petito: Assolutamente sì. I percorsi finanziati, come il programma Garanzia Giovani, ma anche il programma GOL, sono percorsi completamente gratuiti per gli utenti e purtroppo siamo noi che nel privato dobbiamo fare continua attività di promozione perché altrimenti soprattutto i ragazzi del programma Garanzia Giovani hanno proprio difficoltà a percepire e a recepire queste iniziative. Diciamo che il rapporto utente e ente di formazione avviene proprio attraverso dei canali informali, attraverso la promozione sul territorio, attraverso i social. Un po’ meno viene dalle Istituzioni. In questo lo dobbiamo dire, perché anche con i centri per l’impiego è un po complicato instaurare un rapporto, più che altro cercare di promuovere iniziative del genere. Però anche con il programma Gol, che sta partendo, in qualche modo stiamo recuperando il rapporto con i centri per l’impiego che stanno facendo un lavoro importante per associare i beneficiari di questi programmi agli Enti di Formazione.
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Intervento della Responsabile Politiche Attive CREDICI Campania, Nadia Troiano
M.M. Amorosini: La Campania è la prima regione in cui l’APL Credici ha iniziato le proprie attività, ma le politiche attive del lavoro in Campania funzionano e funzionano bene?
Nadia Troiano: L’orientamento di cui parlava l’onorevole Zannini ci piace svolgerlo ogni giorno in trincea. Noi abbiamo a che fare, sia su Trentola Ducenta sia su Napoli, giornalmente con le politiche attive del lavoro di una platea che va dai 19 ai 65 anni. Ad oggi la situazione è piuttosto disorganizzata e disastrosa, disastrosa perché l’utente ci chiede consiglio, l’utente ci chiede aiuto e sostegno. Immagino che le istituzioni, i Territori ne siano pienamente a conoscenza. Non si deve fare l’orientamento su carta, ma un orientamento, un sostegno, un ascolto giornaliero perché abbiamo a che fare con diverse platee di utenza. Noi siamo il sostegno principale dei territori dell’agro Aversano o del napoletano. Oggi finalmente interagiamo con le istituzioni, il famoso matching tra domanda e offerta che un tempo eravamo costretti a fare da soli adesso lo facciamo attraverso i centri per l’impiego e interagiamo maggiormente anche con le istituzioni regionali. Tutto questo probabilmente perché, come diceva l’assessore, abbiamo bisogno di interazione tra il privato e il pubblico, perché l’utente prima di bussare al pubblico bussa al privato e siamo noi in questo momento ad essere il tramite tra l’utente e quelle che sono le Istituzioni.
M.M. Amorosini: Che cosa fa una agenzia per il lavoro nello specifico e su quali progetti sta lavorando CREDICI?
Nadia Troiano: Per quanto riguarda le misure regionali, svolgiamo Garanzia Giovani per l’accompagnamento al lavoro con una platea di persone fino ai 34 anni e realizziamo con le aziende i tirocini extracurriculari. Accompagniamo chi si rivolge a noi nel momento formativo in previsione di una prossima assunzione e facciamo orientamento specialistico e bilancio di competenze. Anche il semplice utente che ha bisogno di un consiglio dal punto di vista scolastico universitario può rivolgersi a noi perché siamo altamente qualificati e specializzati, potendo sopperire a una mancanza della scuola. Ma aiutiamo anche ad effettuare uno SPID, che sembra così semplice per un utente giovane ma non lo è per tutti.
M.M. Amorosini: Perché un giovane, o magari anche una persona over 50 che ha perso il lavoro, dovrebbe decidere di rivolgersi a una APL?
Nadia Troiano: Perché qui c’è la capacità di ascolto e parliamo con l’utente di quello di cui ha realmente bisogno. La qualificazione al giorno d’oggi è uno dei percorsi più semplici da seguire, ma più difficoltosi da poter mettere in pratica. Noi lo facciamo con maggiore professionalità, quindi andando oltre e soprattutto attraverso un bilancio di quelle che sono le competenze reali degli utenti. Quindi possiamo dare quel plusvalore che fondamentalmente manca, con un consiglio amicale ma con una professionalità maggiore.