Intervento del Responsabile Politiche Attive Credici Calabria, Rocco Mungo
Presentiamo oggi con grande soddisfazione e convinzione l’Agenzia per il lavoro – Credici per la regione Calabria; uno strumento, che nell’ambito della riforma delle politiche per il lavoro, riveste un ruolo centrale nel selezionare, organizzare, profilare in modo corretto e produttivo la forza lavoro da proporre al mercato.
Lo facciamo in una regione “difficile” che per dati occupazionali e disoccupazionali, per flussi migratori e opportunità di lavoro tocca percentuali negative doppie rispetto alla media nazionale.
Riteniamo però che questo dato non debba scoraggiare, ma al contrario debba motivarci a sostenere con più forza e determinazione l’azione delle Agenzie per lavoro.
Seppur in un mercato dalle opportunità ridotte, anche in Calabria esiste uno spazio per l’inserimento lavorativo, spesse volte, però lo spazio viene letto e interpretato in maniera errata, molte volte la ricerca del lavoro da parte di un candidato è solo finalizzata al raggiungimento di una “tranquillità” economica.
Il compito delle APL è invece quello di offrire alle aziende profili lavorativi adatti alla loro specifica politica aziendale, alle strategie imprenditoriali e agli obiettivi produttivi e commerciali che la stessa si prefissa di raggiungere.
Per tale ragioni una lettura ed una costruzione di un profilo lavorativo “attinente” da parte delle agenzie per il lavoro con i loro professionisti specializzati e formati, assume una funzione determinante affinché si possa contribuire a realizzare un tessuto di forza lavoro professionalizzata e capace di incidere sulla crescita dell’azienda e di riflesso ed in generale sulla crescita e lo sviluppo del territorio in ambito economico.
Con soddisfazione registriamo la vicinanza e disponibilità delle Istituzioni Regionali a sostenere con tempestività i percorsi di nascita ed avviamento delle Agenzie per il Lavoro.
La Regione Calabria, infatti, si dimostra virtuosa al cospetto di altre Regioni in cui si va a rilento nelle procedure di accreditamento e di avviamento operativo delle attività delle APL, un vantaggio che non va sprecato ma utilizzato per avviare con concretezza l’attività soprattutto per non sprecare risorse importanti messi a disposizione dal PNRR che potranno certamente rappresentare un sostegno fondamentale per costruire un sistema di politiche attive fruttuoso, a passo con gli standard Europei ed in linea con la richiesta del mercato.
Rocco Mungo
Intervento della Responsabile Politiche Attive Credici Lazio, Maddalena Palermo
Massimo Maria Amorosini: Quale è l’attuale condizione nella quale una APL si trova a lavorare in Lazio?
Maddalena Palermo: Fino al 31/12/2022 nel Lazio c’era Garanzia Giovani che permetteva di ricollocare i disoccupati fino al compimento del ventinovesimo anno di età, e c’era il Contratto di Ricollocazione Generazioni che permetteva di ricollocare utenti over 30. Purtroppo al 31/12 è tutto sparito. E’ sparito perché doveva partire il programma GOL, che racchiude un bacino di utenza molto ampio nel quale sono compresi giovani disoccupati, over 30, precettori di naspi, percettori di reddito di cittadinanza, soggetti svantaggiati, etc.. Purtroppo, però, non è partito nulla e neanche le “vecchie” misure sono state prorogate. Così facendo non si riesce a ridurre il tasso di disoccupazione, cosa che invece il programma GOL, all’interno del PNRR, avrebbe dovuto fare. Ad oggi il programma GOL non è ancora partito, con la conseguenza che le agenzie per il lavoro si trovano a non poter più operare, la disoccupazione rimane tale e le aziende hanno bisogno di personale formato da inserire al loro interno. Il programma GOL doveva serviva proprio a formare i disoccupati per poi inserirli in azienda. Quindi questa misura di politica attiva, che sulla carta nasce come un progetto straordinario, fa acqua da tutte le parti e tutto è fermo.
Massimo Maria Amorosini: È vero che la tua agenzia per il lavoro, così come tutte le altre, proprio per avere risposte prima della scadenza del 31 dicembre 2022 ha ripetutamente provato, e spesso senza successo, a telefonare agli uffici della regione, a mandare Pec e, laddove si sia stati fortunati, ad avere una risposta, quelle poche volte in cui c’è stata una risposta, la risposta sia stata principalmente “Ad oggi non abbiamo ancora indicazioni su come dobbiamo procedere”.
Maddalena Palermo: “E’ successo che il primo dicembre 2022 ci arriva una Pec dove la regione ci chiede di partecipare alla progettazione straordinaria del piano GOL, indicando il numero di utenti che, in maniera realistica e realizzabile, saremmo riusciti a gestire entro il 31/12. Per poter lavorare su tale procedura straordinaria noi di Credici abbiamo bloccato tutte le altre attività, abbiamo individuato un cronoprogramma dettagliato, abbiamo coinvolto anche collaboratori esterni per poter prendere in carico il maggior numero di utenti possibile, ma nulla è mai partito nel concreto. Il risultato è che non abbiamo ottenuto nessuna risposta alle richieste inviate alla regione, nessun avvio, è tutto fermo e, come diceva Massimo, la risposta è stata “ad oggi ancora non sappiamo nulla”.
Domanda Massimo Maria Amorosini: Le agenzie per il lavoro del Lazio, il giorno 19 gennaio, e non è che stiamo parlando di qualcosa di molto tempo fa, si sono riunite tutte in una sorta di coordinamento e hanno scritto alla Regione mandando una comunicazione ufficiale all’Assessore al Lavoro e Formazione della regione Lazio Claudio Di Berardino, alla Direttrice della Formazione della Regione Lazio Elisabetta Longo e a Paolo Weber Direttore dell’agenzia regionale Spazio Lavoro, con la richiesta di un incontro urgente lamentando l’immobilismo della regione nel dare risposte a tante imprese e ai tanti giovani che vogliono lavoro. Ricordiamo anche la grande crisi che sta colpendo oggi l’intero comparto delle agenzie per il lavoro che per poter operare devono essere accreditate, e per poter essere accreditate devono rispondere a determinati requisiti che sono un po’ simili a quelli previsti nel campo della formazione se non ancora più restrittivi. Avete avuto riscontro alla vostra comunicazione ed alle vostre rimostranze?
Maddalena Palermo: Si, a breve andremo ad un incontro con la Regione Lazio e con esponenti politici come Zingaretti e d’Amato per cercare di sollevare, e speriamo risolvere questa problematica. Per ora siamo e restiamo in attesa, come risponderà la regione saremo pronti a fare la nostra parte.
Maddalena Palermo
Intervento della Responsabile Politiche Attive Credici Campania, Nadia Troiano
- M. Amorosini: Lo scenario di ritardi e difficoltà delle politiche attive che ci è stato rappresentato dalla d.ssa Palermo per il Lazio, è purtroppo familiare anche per la regione Campania, oppure no?
Nadia Troiano: Vorrei innanzitutto esprimere quanto è bello interagire con le istituzioni e che bello sedersi accanto alla Regione Calabria (queste le parole Dott.ssa Troiano che evidenzia quanto sia importante la comunicazione, la sinergia e l’interconnessione tra istituzioni, agenzie, aziende ed utenti per poter lavorare bene insieme e raggiungere gli obiettivi).
Tuttavia, allo stato attuale la Regione Campania, con gli enti ad essa associati come i Centri per l’Impiego, sembra essere in una posizione di “standby” rispetto alla realizzazione e concretizzazione delle misure di politiche attive ed in particolare del Programma GOL, per il quale sono stati pubblicati gli avvisi per la formazione e per il lavoro. Tante sono le richieste e le domande che ogni giorno aziende e utenti beneficiari rivolgono alle nostre sedi, ma ben poche sono le risposte che al momento possiamo fornire.
Credici s.r.l. in quanto agenzia per il lavoro è stata ammessa al programma GOL per entrambe le sedi campane, ma resta in attesa di indicazioni sulle modalità e attività da svolgere da parte della Regione Campania. L’assenza di coordinamento da parte dei vertici si fa sempre più evidente e dunque è ben apprezzata l’occasione fornita stasera dalla Regione Calabria per poter confrontarci sullo stato dell’arte e poter così generare una spinta al miglioramento del sistema supportata da tutte le parti coinvolte in questo processo.
Nadia Troiano
Intervento del Presidente della Provincia di Catanzaro, Mario Amedeo Mormile
Ci inorgoglisce stare qui ad ascoltare e a scambiare impressioni e conoscenze. Questo è un aspetto fondamentale, che ci aiuta a crescere rispetto ad un settore dove molto spesso non si pone l’accento sul problema dell’occupazione. Questo è appunto l’obiettivo di questo brillante incontro.
Le politiche attive altro non sono che le azioni di politiche passive del lavoro e forse la riforma sul mercato del lavoro ci porta al coinvolgimento anche delle agenzie private.
Per il lavoro serve significare che c’è necessità di spostare il baricentro. Cosa molto difficile in Italia, dove il centralismo, purtroppo, molto spesso è prevalente. La sussidiarietà così tanto richiamata è più una chimera che non qualcosa di effettivamente attuato. E quindi, come dire incontrarci e discutere è un aspetto fondamentale perché serve a sviluppare sinergie, serve a sviluppare conoscenze e possibilità che siano in grado di dare risposte.
Concludo dicendo che saluto con soddisfazione l’arrivo di Credici in Calabria e, soprattutto, il fatto che avete scelto la Provincia di Catanzaro di cui rappresento le municipalità. Vi porgo quindi il saluto di tutti i sindaci dell’intero Consiglio provinciale. Mi auguro che questo rapporto di proficua collaborazione, soprattutto, possa incidere su questo settore così particolare. Come dicevo, molto spesso noi subiamo anche all’interno degli enti locali in termini di quelle che dovrebbero essere politiche attive, invece, molto spesso sconfinano nella parte passive. Penso per esempio ai tirocini, dove queste politiche attive diventano soprattutto a carico del pubblico e poi alla capacità dei singoli amministratori di saperle trasformare in qualcosa di positivo. La Calabria in questo c’è, il Consiglio regionale ha dimostrato di esserci e quindi buon lavoro, continuate così.
Mario Amedeo Mormile
Intervento del Presidente Fondo Conoscenza, Concetto Parisi
M.M. Amorosini: Presidente Parisi Fondo Conoscenza è un Fondo Paritetico Interprofessionale giovane, perché vede la sua nascita nel 2015. Dal 2015 ad oggi, in questi primi anni, quante sono le imprese per cui avete erogato formazione e quanti i lavoratori formati?
Concetto Parisi: Se parliamo di numeri, formalmente abbiamo cominciato nel 2017 e in questi 4 anni pieni di attività abbiamo già erogato 35.000 ore di formazione ed abbiamo formato 21.000 lavoratori. In termini economici significa che abbiamo erogato 5 milioni di euro. Questi numeri aumenteranno in maniera esponenziale perché abbiamo già deliberato nuove risorse per i prossimi anni. Ci sono sempre più imprese che hanno deciso di rivolgersi a Fondo Conoscenza, al 31.12.21 sono 2400 le aziende aderenti al Fondo per circa 140.000 lavoratori. Ogni azienda ha la possibilità di iscriversi al fondo mensilmente e gratuitamente, il che significa che l’azienda che aderisce non ha l’aggravio di un solo euro rispetto all’azienda che non aderisce. La differenza è che se non aderisci il tuo 0,30, tolte le gabelle, resta in INPS teoricamente per progetti formativi, nei fatti finanzia la NASPI, la CIG, ed altre misure. L’aliquota dello 0.30 nasce per la formazione dei lavoratori che trovandosi in disoccupazione aveva bisogno dell’aumento delle competenze. Perciò non iscriversi ad un Fondo per le Aziende è un danno. L’azienda può rivolgersi al fondo per vedersi finanziati i progetti di formazione, tra cui anche quella obbligatoria per legge.
M.M. Amorosini: Con l’Avviso n. 3/2022 avete previsto il Finanziamento di interventi sperimentali di Politiche Attive del Lavoro. Quindi ci si rivolge non più ai lavoratori dipendenti ma a soggetti disoccupati e inoccupati, una grande novità per i fondi interprofessionali. Come nasce questo avviso e quali sono le sue finalità?
Parisi: Il nostro avviso, così come ideato e pensato, è unico nel suo genere. Per noi questo è uno spartiacque perché nei prossimi anni i fondi interprofessionali sono chiamati a finanziare sia la formazione dei lavoratori dipendenti sia a formare i disoccupati che successivamente diventeranno dipendenti. Riteniamo fondamentale avere degli strumenti veloci e noi, come Fondo, diamo la possibilità alle agenzie per il lavoro di finanziare questo servizio e allo stesso tempo riconosciamo le APL come uno strumento che in questo momento ricopre un ruolo sociale. Proprio grazie alle Agenzie per il lavoro l’imprenditore non potrà più dire di non trovare il lavoratore che gli serve. Soprattutto perché con Fondo Conoscenza il lavoratore non dovrà più passare per i Centri per l’impiego i quali spesso anziché agevolare nella ricerca di un posto di lavoro risultano una “palla al piede”.
Concetto Parisi
Intervento della Responsabile Nazionale Formazione Amili, Antonella Pagliuca
- M. Amorosini: D.ssa Pagliuca cosa ne pensa e cosa può dirci del Bando Politiche attive di fondo Conoscenza?
Antonella Pagliuca: Il bando Politiche Attive di Fondo Conoscenza penso che sia uno strumento innovativo in grado di rispondere con efficacia alle diverse sfide che si trova ad affrontare oggi il mercato del lavoro.
Noi abbiamo diverse sfide: in Italia abbiamo tanti giovani che vorrebbero trovare un lavoro ma purtroppo non ci riescono perché non hanno ricevuto un percorso di istruzione e formazione adeguato alle esigenze del mercato del lavoro attuale. Questo compromette di fatto le loro aspirazioni e determina uno spreco di talenti che produce effetti a catena sulle prospettive di crescita del nostro Paese. Al tempo stesso, le aziende lamentano di non trovare capitale umano da impiegare.
Grazie a questo bando, CREDICI – iscritta all’elenco nazionale degli operatori dei servizi per il lavoro – è riuscita ad agevolare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro di diverse aziende, perlopiù PMI delle Regioni del Sud. Abbiamo realizzato soprattutto per giovani disoccupati e/o inoccupati percorsi di orientamento e formazione che hanno consentito loro di acquisire maggiori consapevolezze, competenze, abilità ed entrare con successo nel mercato del lavoro.
Lo scopo di tutti nostri progetti – realizzati spesso in sinergia con l’ente di formazione AMILI – è costruire un “ponte” tra la domanda delle aziende e le persone in cerca di lavoro. Nei nostri interventi, crediamo e sosteniamo il lavoro di rete poiché permette di mettere insieme risorse e competenze diverse provenienti dal mondo delle aziende, delle istituzioni e del terzo settore che se ben sperimentate e condivise, possono diventare buone prassi.
Antonella Pagliuca
Intervento dell’Amministratore Unico Credici, Leonardo Maiolica
Massimo Maria Amorosini: Che ruolo può avere una Agenzia per il Lavoro privata nell’aiutare realmente le politiche del lavoro a portare i risultati attesi? Si può mutuare l’esperienza della sussidiarietà che ha dato ottimi risultati con l’esperienza dei patronati
Leonardo Maiolica: Ho costituito Credici tre anni fa, come completamento di un percorso. La nostra storia nasce da circa 40 anni, prima con l’impegno nel Patronato, poi nel Caf, nella formazione, nel sociale. Sentivo che mancava un pezzo e mi facevo sempre questa domanda: formiamo i disoccupati, formiamo i giovani, e poi? Chi intercetta le aziende per cercare di collocarli? Mi arrivavano varie sollecitazioni affinché comunicassi i nominativi delle persone che si erano rivolte a noi per richiedere la NASPI, ho sempre proceduto al riguardo perché ritengo un dovere morale fare di tutto per aiutare chi cerca a trovare un lavoro, ma a un certo punto ho maturato la decisione di occuparmene in prima persona, lavorando sodo per raggiungere i risultati e soddisfare le naturali aspettative di chi il lavoro lo aveva perso o non lo aveva mai avuto. Nasce così la nostra Agenzia per il Lavoro, che ho voluto (mi scuserete il singolare, ma lo uso perché ci ho creduto moltissimo) chiamare “Credici”, per dare un messaggio di ottimismo ai giovani, perché se ognuno di noi fa la sua parte si riescono a creare posti di lavoro. Quando leggo sul sole24ore del 27 dicembre che ci sono grosse opportunità di lavoro ma gli imprenditori si lamentano che non riescono a trovare lavoratori con le competenze che a loro servono, allora significa che qualcosa nel sistema si è inceppato. Costituita Credici abbiamo fatto l’iscrizione all’Anpal nazionale che richiede la presenza in quattro regioni. Il nostro gruppo è presente attualmente in dodici regioni, per prendere le quattro regioni io ho scelto la Campania che è la mia regione, il Lazio, la Lombardia, dove abbiamo delle sedi importantissime, e poi ho scelto la Calabria. L’ho scelta soprattutto per Rocco Mungo, per la passione che lui mette nel suo lavoro quotidiano. Rocco per me è stata una scommessa, e questa scommessa io sono convinto che noi la vinceremo, la vinceremo perché in Calabria ho trovato l’impegno e la passione necessaria per arrivare al risultato. E rispondo alla domanda, io credo che le istituzioni debbano prendere ad esempio il rapporto che c’è stato tra i patronati e gli enti previdenziali, una volta tutti quanti i cittadini erano obbligati a fare file lunghissime agli sportelli dell’INPS, dell’INAIL, per ogni singola esigenza. Ci sono voluti anni, ma oggi ormai agli sportelli dell’INPS non c’è più nessuno, tutto va attraverso il Patronato. Per questo ritengo che si debba creare realmente una forma di sinergia forte tra il pubblico e privato, perché se si continua con la situazione attuale, con il pubblico che non vuole delegare alle agenzie del lavoro, non si va da nessuna parte. Per operare una APL deve procedere alle assunzioni di proprio personale che abbia esperienza almeno quinquennale, ma poi non mettono in condizione l’agenzia per il lavoro di dare quella spinta finale che solo le agenzie oggi sono in condizione di dare.
Leonardo Maiolica
Intervento del Presidente Consiglio Regionale della Calabria, Filippo Mancuso
Le Istituzioni, nel percorso di organizzazione delle politiche attive devono certamente fare la propria parte. Se da un lato le attività proposte dalle Agenzia per il lavoro sono fondamentali per organizzare nel modo migliore una gestione delle politiche attive, dall’altro, la Regione e gli Enti locali devono farsi carico di mettere in opera investimenti mirati per far crescere le opportunità di lavoro e soprattutto le opportunità di investimento da parte delle aziende.
In Calabria dove esiste un patrimonio di ricchezze e materie prime legate alla terra, conosciuto ed invidiato in tutto il mondo, siamo ancora però molto indietro in termini di infrastrutture, di strutture, di politiche che rendano attrattivo il territorio per imprese ed industria.
Credo che quando si parla di politiche attive, si dovrebbe partire dallo spirito di quella che fu, a mio parere, una delle norme di politica attiva per eccellenza nel nostro Paese, mi riferisco alla legge 407/90 che, con lo sgravio del 50% sulla contribuzione previdenziale per 36 mesi in favore delle aziende, ha innescato un effetto positivo in termini di aumento dell’occupazione e crescita economica di tutto il Paese.
Così come la legge 407 all’epoca, oggi è determinante sviluppare e creare strutture ed infrastrutture, come lo sono in Calabria la Sanità, il Porto di Gioia Tauro, che assumono centralità nelle dinamiche delle politiche occupazionali.
Le Istituzioni , gli enti locali in genere che si caricheranno di questo impegno e di questo onere certamente contribuiranno in modo determinante anche nel creare un terreno di lavoro ampio per le attività delle agenzie per il lavoro sia dal punto di vista della selezione della forza lavoro, quanto dal punto di vista della loro professionalizzazione, come Regione Calabria crediamo molto nella validità di questi strumenti, faremo la nostra parte per sostenerli ed agevolare a livello burocratico la loro attività.
Filippo Mancuso