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16 Gennaio 2025
Lavoro e Previdenza

Smart working: Un paradigma nuovo nel mondo del lavoro

Da sempre l’essere umano nelle situazioni di difficoltà, di emergenza e di fronte ad un cambiamento reagisce con la ricerca di soluzioni che possano creare nuove opportunità e formare nuovi paradigmi. Con l’avvento della pandemia Covid-19, le imprese e le istituzioni, si sono ritrovate di fronte ad una sfida: ridurre i contatti e le interazioni fisiche tra persone, senza perdere l’efficienza del lavoro, dell’istruzione e il rendimento delle imprese. A fronte di questa emergenza, l’adattamento nel mondo del lavoro ha avuto differenti livelli e gradi di difficoltà nella gestione di nuove soluzioni.
Durante la fase più acuta dell’emergenza, lo smart working ha coinvolto, il 97% delle grandi imprese, il 94% delle pubbliche amministrazioni italiane e il 58% delle piccole e medie imprese, con un totale di 6,58 milioni di lavoratori agili. La domanda che ci poniamo ora, è se a seguito della fase di regressione della pandemia, lo smart working possa essere integrato nelle aziende come un elemento di valore. Sicuramente lo smart working ha portato molti vantaggi in termini di riduzione dei costi delle infrastrutture, di miglioramento della produttività e di riduzione dell’assenteismo in quanto il lavoratore ha maggiore flessibilità nell’organizzazione del proprio lavoro. I benefici però, non riguardano soltanto le aziende, ma anche i lavoratori per la riduzione dei costi e dei tempi di trasferimento, il miglioramento del work life balance, un buon equilibrio tra vita privata e lavoro e tramite i KPI e bonus per obiettivi che possono creare le condizioni mentali giuste per spingere i lavoratori alla collaborazione, stabilendo obiettivi e ricompense per ogni dipendente. Questa rivoluzione lavorativa e sociale è stata fortemente caratterizzata dall’utilizzo di nuove tecnologie che hanno sviluppato forme di comunicazione innovative attraverso piattaforme online destinate alla condivisione del lavoro in cloud, alle videoconferenze e alla didattica digitale. Con queste nuove tecnologie, il tempo di selezione dei candidati per i recruiter si è ridotto notevolmente.
Grazie all’ATS, il sistema di tracciamento dei candidati, i recruiter sono aiutati nella gestione del processo di assunzione, portando avanti selezioni rapide ed efficienti sfruttando un database aziendale comune. I recruiter riescono a concentrare i colloqui in pochi giorni e accelerare il processo di selezione, permettendo di espandere rapidamente la forza lavoro, inoltre un altro vantaggio rilevante è la possibilità di assumere per determinate attività e progetti, menti e talenti che provengono da qualsiasi parte del mondo, permettendo alle aziende di strutturare una task force di dipendenti specializzati che difendano dalla concorrenza. Una policy di smart working flessibile diventa quindi, un espediente per incoraggiare i candidati a scegliere la propria azienda. Le imprese sono sempre più proiettate al trasferimento di molti processi nel mondo online, per questo motivo è diventata necessaria la diffusione della filosofia digitale e delle competenze necessarie ad integrarla. Lo smart working ha rappresentato una vera rivoluzione per il lavoro come lo avevamo sempre concepito, un’innovazione di mentalità a livello aziendale e una modalità per creare valore tra organizzazioni e società. L’augurio è quello di riuscire ad implementare i benefici raggiunti con lo smart working e a progettare degli interventi che vadano ad incidere direttamente sul mercato del lavoro creando nuova occupazione, grazie alle sfide e alle opportunità emerse.

Maura Malato

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