Con il decreto del 7 aprile 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 129 del 23 maggio, si è finalmente dato una risposta ad un’esigenza avvertita dall’intera popolazione nazionale, ossia, sono state stabilite le modalità di concessione dei contributi, in favore dei Comuni che provvedono ad istituire spazi riservati, destinati alla sosta gratuita dei veicoli delle donne in stato di gravidanza, o dei genitori con un bambino in età non superiore a due anni.
Questo significa che i Comuni dovranno realizzare area di sosta gratuite per le donne incinte e per i genitori con minori di due anni al seguito, ulteriori spazi di sosta per le vetture di coloro che, data le loro condizioni di disabilità, sono in possesso del permesso specifico. In cambio, gli stessi Comuni, potranno ricevere un contributo pubblico che è quantificato in 500 € per ogni spazio realizzato.
Più precisamente, L’articolo 1 del decreto- recita: “Il contributo è erogato a favore dei Comuni che:
- a) con delibere della giunta, istituiscono o hanno istituito spazi riservati destinati alla sosta gratuita dei veicoli adibiti al servizio delle donne in stato di gravidanza o di genitori con un bambino di età non superiore a due anni, di seguito denominati «stalli rosa»;
- b) con ordinanza adottata ai sensi dell’art. 7 del Codice della strada, istituiscono o hanno istituito, entro il termine di cui all’art. 1, comma 819, della citata legge n. 178 del 2020 e limitatamente all’ipotesi di cui al successivo art. 2, comma 2, lettera c), spazi riservati al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria muniti di contrassegno speciale;
- c) con ordinanza adottata dal 10 novembre al 31 dicembre 2021, hanno previsto la gratuità della sosta dei veicoli adibiti al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria muniti con il decreto di contrassegno speciale, nelle aree di sosta o di parcheggio a pagamento, qualora risultino già occupati o indisponibili gli stalli a loro riservati.
Ai fini del presente decreto, gli «stalli rosa» sono realizzati secondo le indicazioni preliminari per la segnaletica di cui all’allegato 1 al presente decreto.”
Lo stesso decreto stabilisce che: “Il contributo può essere richiesto esclusivamente dai Comuni, nella persona del sindaco, da un suo delegato o dal soggetto indicato ai sensi del comma 2, lettera a), del presente articolo.
Per accedere al contributo, il richiedente effettua la registrazione sulla piattaforma informatica «Contributo stalli rosa». In merito all’importo del contributo si precisa che esso: “è erogato nella misura complessiva di euro 500 per ciascuno stallo realizzato o che si prevede di realizzare. Qualora le ordinanze prevedano la gratuità della sosta è riconosciuto un contributo forfettario di 1.000 euro erogato in un’unica soluzione. Per gli stalli «rosa» il contributo è riconosciuto per un numero massimo di stalli secondo lo schema seguente”:
Numero massimo stalli | Contributo | Fascia demografica |
3 | 1.500 | Minore o uguale a 5.000 abitanti |
12 | 6.000 | 5.001 – 20.000 |
36 | 18.000 | 20.001 – 60.000 |
60 | 30.000 | 60.001 – 100.000 |
150 | 75.000 | 100.001 – 250.000 |
300 | 150.000 | 250.001 – 1.000.000 |
600 | 300.000 | Maggiore di 1.000.000 |
Questo decreto esce sul solco del precedente decreto ministeriale del 5 luglio 2021, con il quale è stata istituita la piattaforma unica nazionale informatica dei contrassegni unici, realizzata per rendere ancora più efficace il CUDE, ossia il Contrassegno Unico Disabili Europeo, per mezzo del quale, tutti i cittadini, in possesso di questo permesso, possono liberamente circolare nelle zone ZTL di Comuni diversi da quello di residenza, non solo in Italia, ma nell’intera Unione europea, senza per questo dover necessariamente comunicare al comune la loro presenza nel territorio comunale.
Il CUDE è stato istituito con Il D.P.R. n°151/2012 «Regolamento in materia di strutture, contrassegno e segnaletica per facilitare la mobilità delle persone invalide» In base alla normativa: “Nello spazio riservato all’eventuale vignetta olografica anticontraffazione può essere inserito anche un microchip elettronico di raccolta ed eventualmente comunicazione dati”.
Per raccogliere e comunicare i dati dei contrassegni è stato istituito Il Registro Pubblico del Contrassegno Unificato Disabili Europeo, ossia, una banca dati nazionali che contiene tutte le informazioni relative al contrassegno unificato disabili europeo, necessario proprio per consentire la libera circolazione delle persone con disabilità. Il Registro Pubblico CUDE è collegato ad un microchip elettronico che consente l’inserimento delle informazioni e la loro identificazione.
Proprio per questo, Il CUDE, non è un distintivo della vettura, ma lo strumento per esercitare un diritto acquisito dalla persona disabile, questo significa che costui può utilizzarlo indipendentemente dalla vettura, ossia, comunicando preventivamente al comune il numero della targa, anche in un’altra macchina.
In questo caso, spetterà al comune interessato, il compito di registrare tutte le informazioni necessarie per l’identificazione della persona disabile e, di conseguenza, per l’aggiornamento del Pubblico Registro.
Carlo Fantozzi