Promosso dal Ministero per la disabilità e dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, il 22 e 23 settembre 2023, presso il centro congressi di Rimini, si è svolto EXPO AID2023: “io Persona al centro” un grande evento istituzionale per il mondo del Terzo settore, che si occupa di disabilità.
Una manifestazione che ha posto, al centro dei lavori, il tema della attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, della loro piena partecipazione alla vita sociale, politica e civile e valorizzazione dei talenti e delle competenze di tutti e si è prefissato l’obiettivo di tracciare le linee guida del nuovo piano nazionale per la disabilità.
Per comprendere meglio il tema di questa meravigliosa iniziativa, alla quale, abbiamo partecipato, come esponenti di un mondo associativo che fa della tutela dei disabili la propria ragione di vita, per pima cosa, ricordiamo che la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, sottoscritta dall’Italia il 30 marzo 2007, ha lo scopo (Articolo 1) di:
“1. promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità.
- Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.”
A tale scopo, l’Articolo 3 della Convezione Onu, stabilisce i Principi generali a cui tutti gli stati aderenti si devono attenere, essi sono:
(a) il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone;
(b) la non discriminazione;
(c) la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società;
(d) il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa;
(e) la parità di opportunità;
(f) l’accessibilità;
(g) la parità tra uomini e donne;
(h) il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità.
Per raggiungere questi obiettivi, Articolo 4: “Gli Stati Parti si impegnano a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo sulla base della disabilità.”
A tale scopo, Articolo 5: “Gli Stati Parti riconoscono che tutte le persone sono uguali dinanzi alla legge ed hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a uguale protezione e uguale beneficio dalla legge.”
Particolare attenzione viene riservata alle donne con disabilità, in merito, l’articolo 6 stabilisce che: “Gli Stati Parti riconoscono che le donne e le minori con disabilità sono soggette a discriminazione multiple, e, a questo riguardo, adottano misure per garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle donne e delle minori con disabilità. Gli Stati Parti adottano ogni misura idonea ad assicurare il pieno sviluppo, progresso ed emancipazione delle donne, allo scopo di garantire loro l’esercizio ed il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali enunciati nella presente Convenzione”.
In egual misura viene trattato il tema dei minori con disabilità. Articolo 7: “Gli Stati Parti adottano ogni misura necessaria a garantire il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte dei minori con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri minori. In tutte le azioni concernenti i minori con disabilità, il superiore interesse del minore costituisce la considerazione preminente. Gli Stati Parti garantiscono ai minori con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri minori, il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni su tutte le questioni che li riguardano e le loro opinioni sono debitamente prese in considerazione, tenendo conto della loro età e grado di maturità, assicurando che sia fornita adeguata assistenza in relazione alla disabilità e all’età, allo scopo di realizzare tale diritto.”
La stessa Convenzione tratta temi estremamente caldi come quello dell’accessibilità, precisando che tutti gli Stati devono adottare tutte le misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di eguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai mezzi di trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e la tecnologia di informazione e comunicazione e ad altre attrezzature o servizi. Principi che si riaffermano nel diritto fondamentale alla vita che, come scrive l’articolo 10, “è connaturato alla persona umana” di conseguenza, tutti gli Stati, devono adottare tutte le misure necessarie a “garantire l’effettivo godimento di tale diritto da parte delle persone con disabilità su base di uguaglianza con gli altri.”
Questo trattato, che parla in modo chiaro ed inequivocabile, di uguaglianza tra esseri umani, di diritto alla vita, alla indipendenza, alla inclusione o, per meglio dire, alla integrazione sociale, di diritto a non essere sottoposto a sfruttamento, a violenza e maltrattamenti, di diritto della protezione dell’integrità della persona, che non può essere disatteso per ragioni di diseguaglianza fondata su diversità fisiche e mentali, del diritto alla libertà e al movimento, del diritto di espressione, di opinione, di parola, del diritto e del rispetto della vita privata, del domicilio e della propria famiglia, del diritto all’educazione e alla formazione, deve essere la nostra guida quotidiana, sia nei rapporti interpersonali, che in quelli istituzionali, per questo, rimandiamo tutti i nostri lettori, ma soprattutto coloro che hanno il dovere di stabilire le regole comportamentali e quello di prendere le iniziative adeguate e in linea con i principi enunciati, ad una sua un’attenta lettura e, di conseguenza, ad un profondo esame di coscienza e di riflessione, su tutte le volte che, quanto detto, è stato disatteso. Gli esempi negativi, in merito, sono tanti per non dire troppi. Pensiamo ai tanti ostacoli, alle innumerevoli barriere all’accessibilità, sia sugli edifici che sui trasporti, che su molte strutture, anche pubbliche, come purtroppo le scuole o addirittura gli edifici dei comuni, di cui siamo stati testimoni diretti. Pensiamo, al di là della legge 68/99, alle enormi difficoltà nell’inserimento del mondo del lavoro, dei giovani con disabilità, che troppo spesso, purtroppo, sono discriminati. Parlando di inclusione sociale, ci vengono in mente episodi che dovrebbero fare vergognare i loro autori, ad iniziare dalle manifestazioni di bullismo scolastico verso i disabili, per non parlare delle difficoltà che incontrano, queste persone, perfino nell’organizzare delle vacanze, in un Paese meraviglioso come l’Italia dove, purtroppo, le spiagge, nonostante le tante promesse fate a turno da amministratori e politici locali, sono prevalentemente piene di barriere che ostacolano l’accessibilità, al punto che le spiagge per disabili sono nicchie e vanto di poche comunità nazionali.
Tornando all’expo AID 2023, si è trattato di un incontro a cui hanno partecipato 60 associazioni del terzo settore, del mondo della disabilità e del volontariato. Un incontro voluto dal ministro per la disabilità Alessandra Locatelli e che, dopo il saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro dell’università e della ricerca Annamaria Bernini, del ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi e della Commissaria Europea per l’uguaglianza oltre a molte autorità politiche ed ecclesiastiche regionali e locali.
Nell’ambito dei lavori sono stati organizzati sei seminari con le seguenti tematiche: Accessibilità universale, luoghi della cultura e turismo inclusivo; Disabilità e Sport: campioni e atleti a confronto; Salute e benessere sociale; Percorsi per l’inclusione lavorativa; Disturbi del neurosviluppo: vita, famiglia, opportunità; Progetto Individuale di Vita: le basi.
Confesso che avremmo voluto partecipare a tutti i seminari, perché ognuno di questi temi rappresenta un momento fondamentale per chi vuole realmente tutelare i diritti dei disabili. Abbiamo seguito lo studio sull’accessibilità universali, luoghi della cultura e turismo inclusivo che, come abbiamo detto, facendo riferimento al diritto di potersi muovere, viaggiare e visitare, di poter godere della cultura, degli spazi della propria città, di poter andare in vacanza e partecipare ad eventi, resta uno dei diritti più importanti della convenzione ONU. Dalla disamina e dallo studio che è stato fatto, purtroppo, non ci resta che constatare che, per poter realizzare questo obiettivo è necessario compiere un salto di qualità, ed andare oltre al tema delle barriere architettoniche, che sono un ostacolo, ma non l’unico e bisogna affrontare in modo nuovo e più aderente anche il tema della comunicazione, dell’informazione e dell’accoglienza inclusiva di tutte le persone, senza alcuna distinzione fondata sulla diversità fisica. Abbiamo altresì seguito anche il seminario che si è occupato del percorso per l’inclusione lavorativa, un principio sancito oltre che dalla Convenzione ONU dalla nostra Costituzione che riconosce il diritto al lavoro di tutti i cittadini e, di conseguenza, è un dovere di tutti fare in modo che questo si realizzi, in modo tale da consentire anche alle persone con disabilità, di partecipare e contribuire alla crescita del Paese attraverso il lavoro. L’argomento che, come detto, è trattato della legge 68 del 99 che pone degli obblighi e offre degli incentivi ai datori di lavoro per l’assunzione delle persone con disabilità ma che, purtroppo, non risolve in maniera definitiva il problema dell’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro.
Il convegno si è concluso con delle serate di piazza che hanno visto la partecipazione di giovani che si sono esibiti in un palco all’aperto montato sul porto di Rimini. L’augurio che tutti noi ci facciamo è quello che non si sia trattato solo di una meravigliosa manifestazione di intenti ma di volontà di agire, perché crediamo che quanto visto non può, anzi, non deve, essere un’eccezione, ma deve diventare una regola ed un principio di vita comune per tutti, che si fonda semplicemente sull’uguaglianza tra gli essere umani.
Carlo Fantozzi