La Cassazione si pronuncia sulla distanza minima dal segnale.
Nelle settimane successive al ritorno dalle ferie estive, può capitare di trovare una brutta sorpresa nella posta: la multa presa in vacanza. Tra le peggiori quelle degli odiosissimi autovelox, che se da una parte ci ricordano l’importanza di limitare la velocità, per la sicurezza nostra e per quella altrui, dall’altra sembrano a volte messi apposta per far cadere in errore l’utente della strada. Proprio in piena estate la Cassazione si è soffermata sull’argomento, come ricordiamo di seguito.
Con l’Ordinanza n. 25544 del 31 agosto 2023, la seconda sezione civile della Cassazione si è pronunciata in materia di sanzioni conseguenti alla violazione del limite di velocità stradale (art. 142 co. 9 C.d.S). Il caso in commento prendeva avvio dall’opposizione presentata, da un automobilista, avverso un verbale per eccesso di velocità, con sanzione di circa 550 euro e decurtazione di sei punti dalla patente di guida. Tra le ragioni dell’impugnazione il proponente contestava “l’illegittimo posizionamento dell’apparecchiatura per il rilevamento automatico della velocità ad una distanza inferiore a 1 Km dal cartello segnalatore della velocità consentita”, requisito stabilito dall’art. 25 co.2 l. 120/2010 e capo 7.6 allegato al D.M. n. 282/2017.
A modo di esempio, quindi, se su una strada extraurbana dove il limite generale è di 110 Km/h è presente un cartello che limita la velocità a 90 Km/h, quest’ultimo dovrà essere posizionato ad una distanza non inferiore ad 1 Km rispetto l’autovelox. Secondo la Suprema Corte, che ha accolto le ragioni dell’automobilista, la ragione di tale norma risiederebbe nel garantire l’utente e la sicurezza stradale da una brusca frenata in prossimità del rilevatore di velocità.
Inoltre, ancora secondo la Cassazione, l’obbligo di posizionare il cartello raffigurante la velocità consentita, nonché l’avviso di controllo elettronico di velocità, deve essere ripetuto dopo ogni intersezione stradale, in modo da garantire lo stesso trattamento anche a tutti gli utenti che sopraggiungano da corsie parallele.
La pronuncia è suscettibile di rendere possibili numerosi ricorsi, tenuto conto che il mancato rispetto della detta distanza è tutt’altro che infrequente.
Francesco Salimbeni