Una tutela ancora insufficiente per tutelare le persone anziane gravemente disabili
Se è vero che la vita nel nostro Paese si sta allungando sempre di più, ed aumentano in maniera considerevole le persone che vivono fino ad oltre i novant’anni, è altrettanto vero che, purtroppo, aumenta la non autosufficienza tra le persone anziane. Per questa ragione, come ha evidenziato l’agenzia per il lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro, la “Family Care”, specializzata nell’assistenza familiare a domicilio e in ospedale, nel 2023 le assunzioni di colf e badanti, nel 2023, sono aumentate del 17%.
Un incremento considerevole di un settore lavorativo estremamente importante nella vita sociale, tutelato anche da agevolazioni fiscali che possiamo suddividere in due grandi categorie, quelle che riguardano i lavoratori del settore pubblico e quelle che riguardano i lavoratori del settore privato. Per i primi esiste l’Home Care Premium, ossia una forma di rimborso mensile, compreso, in base all’ISEE, tra 800,00 e 1.350,00 euro, per i dipendenti o i pensionati pubblici, che assumono una badante ed hanno una disabilità grave.
Ricordiamo che per poter accedere a questo beneficio occorre rispettare i seguenti requisiti:
- essere dipendenti iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali;
- pensionati iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali;
- coniugi, se non è intervenuta sentenza di separazione, soggetti legati da unione civile e i conviventi (ex legge 76/2016);
- fratelli, sorelle e affini di primo grado, esclusivamente qualora tali soggetti siano affidati alla tutela o curatela del titolare;
- parenti di primo grado anche non conviventi.
Per i secondi, ossia per i lavoratori del settore privato, che hanno un reddito inferiore a 40.000,00 euro, c’è sia la possibilità di portare in detrazione, fino a un massimo di 2.100 euro l’anno, il 19% della spesa sostenuta per il pagamento degli stipendi delle badanti, che quella di poter dedurre dal reddito i contributi previdenziali pagati fino a un massimo di 1.549,37 euro l’anno.
Questi sostegni sono senza dubbio utili, ma probabilmente insufficienti ad aiutare concretamente le persone anziane che convivono con una disabilità grave.
Per questa ragione, in data 26 Febbraio 2024, il Consiglio dei Ministri, ha approvato un provvedimento a tutela delle persone, over 80, non autosufficienti, già titolari dell’indennità di accompagnamento che, proprio a causa delle loro condizioni, sono costrette ad assumere una collaboratrice domestica. Questa iniziativa, denominata bonus badante, consiste nell’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali per l’assunzione di personale destinato all’assistenza delle persone non autosufficienti che, come anticipato, hanno compiuto gli ottant’anni.
Evidenziato il valore di questo provvedimento, ci corre l’obbligo di sottolineare che, purtroppo, non si applica a tutti i contratti in essere, ma solo a quelli che vengono stipulati dal 1° Aprile 2024 al 31 dicembre 2025 e a quelli che vengono trasformati da tempo determinato a tempo indeterminato. Inoltre, precisiamo, che non copre l’intera durata del contratto ma è riconosciuto solo per un periodo massimo di 24 mesi e per un importo complessivo non superiore a 3.000 euro. Infine, si sottolinea che si tratta di un beneficio che non può essere riconosciuto ai rapporti di lavoro interrotti da più di sei mesi.
La ragione di questi limiti è di carattere esclusivamente economica. Basta pensare che, a tale scopo, il Governo ha messo a disposizione una somma determinata e ben definita. In particolare, per l’anno in corso, ha destinato 10 milioni di euro, mentre ne ha previsti 39,9 milioni per l’anno 2025, 58,8 milioni per l’anno 2026, 27,9 milioni di euro per l’anno 2027 e, almeno per il momento, solo 600.000 euro per l’anno 2028. Come dire, che il domani è tutto da definire e a noi non resta che vigilare, affinché, questo provvedimento, abbia un futuro.
In conclusione, come abbiamo anticipato, ricordiamo che per poter accedere a questo bonus, bisogna avere tre distinti requisiti essenziali, che sono determinati da tre fattori fondamentali, il primo è la non autosufficienza del datore di lavoro; il secondo è il limite dell’età, non inferiore ad 80 anni; il terzo è rappresentato dell’Indicatore Sociale Economico, il cosiddetto ISEE, che non può essere superiore a 6.000,00 euro. Considerati questi parametri, si può tranquillamente affermare che, alla fine, a goderne, non saranno più di 25.000 italiani, per questa ragione è stato denominato mini-bonus. Coloro che usufruiranno di questo provvedimento, alla fine avranno avuto diritto ad una decontribuzione totale, ossia del 100% dei contributi INPS e dei premi assicurativi Inail.
Il nostro impegno, oltre a vigilare che in futuro si possa continuare a poter usufruire di questo bonus, è rivolto a far sì che possano goderne un numero maggiore di quello che abbiamo appena indicato, numero che, oggettivamente, non rispecchia assolutamente la realtà che viviamo quotidianamente.
Carlo Fantozzi