“Altro giro altra corsa”, probabilmente direbbe il Giostraio del Paese. Il 3 e 4 ottobre in Calabria il rischio che sia stata l’ennesima partenza con la medesima fine è assai elevato. Certamente nessuno se lo augura, ma da queste parti né è piena la storia politica recente e passata di nuovi “Messia” rivelatisi “incantatori di serpenti”. Il “tutto cambia perché nulla cambi” di Gattopardesca memoria, nella terra di Pitagora che fu anche degli Enotri, dei Greci, dei Romani, dei Bizantini, dei Normanni, degli Angioini e degli Aragonesi, è oramai regola acclarata e principio assoluto.
Le premesse, ahimè, ci sono tutte: I dinosauri privi di “appeal”, i re delle preferenze, forzatamente costretti ad un turno di riposo da qualche informativa della D.I.A. o da qualche provvedimento di restrizione della libertà personale, rimangono comunque in gioco a destra così come a sinistra ed al centro, sapientemente sostituiti da figli e figliastri rispondenti alle medesime logiche e spinti da identico arrivismo! Occorrerebbe un “miracolo”?
No, basterebbe buon senso ed orgoglio. Il buon senso di rendersi conto che questa Regione continua a rimanere in fondo alle classifiche per Infrastrutture, Industrializzazione, Turismo, Commercio, Gestione Sanitaria, Legalità, Istruzione ed Organizzazione, senza continuare a “mettere la polvere sotto il tappeto”. Bisogna avere l’orgoglio di tentare di invertire la rotta, partendo dalla consapevolezza di avere la fortuna di vivere in un territorio bellissimo per condizioni bio climatiche, paesaggio, storia e cultura. Un territorio abitato da uomini e donne che non hanno avuto mai paura del lavoro, da gente che conosce cosa vuol dire sofferenza e spirito di sacrificio. Continueremo a dire cose banali e scontate, ma è giusto evidenziare quante opportunità “vere” si potrebbero costruire in questa regione con un Turismo organizzato e solidale, con la riscoperta della bellezza paesaggistica, dal mare alla montagna, la valorizzazione del patrimonio culturale, la messa in rete commerciale dei prodotti della nostra terra, lo sviluppo dei percorsi enogastronomici, ma anche e soprattutto coinvolgendo le numerose “intelligenze” professionali e tecniche di cui questa regione è stata sempre inesauribile produttrice. Ma se tutto ciò è vero, rimane altrettanto vero e prioritario il fatto che la Calabria necessita, prima ancora che di interventi materiali, di un radicale e capillare lavoro culturale. Una azione che punti con decisione a sviluppare una elevata sensibilità sui temi della competenza, della formazione, della trasparenza, della legalità e del bene comune e nel contempo divenga “corazza” davanti alle aggressioni di chi ancora pratica voto clientelare basato sullo stato di necessità, presenze Istituzionali a garanzia di interessi e benessere per pochi privilegiati. Il 3 e 4 ottobre il voto per le regionali speriamo possa aver rappresentato la linea di demarcazione tra il continuare ad essere ciò che si è sempre stati ed il momento per dare un segnale a che una nuova e qualificata classe dirigente si affermi caricandosi sulle spalle quel lavoro sporco e pesante, fatto di sudore e sacrificio, necessario per metterci al passo con il resto d’Italia e del mondo.
Seppur sconfortati da quanto fino ad ora è stato, bisogna continuare a crederci perché dopo ogni notte un’alba arriverà.
Rocco Mungo