La formazione quale leva di sviluppo e occupazione
Si è parlato di formazione continua e del suo importante ruolo nell’attuale scenario del mercato del lavoro italiano durante la tavola rotonda di Caserta lo scorso 27 maggio moderata dal direttore de “L’Esodo” Massimo Maria Amorosini che ha visto la partecipazione di Concetto Parisi, Presidente Fondo Conoscenza, Leonardo Maiolica, Presidente Silpa, Raffaele Modica, Direttore Generale Fondo Conoscenza, e Antonella Pagliuca, Responsabile Nazionale Area Formazione AMILI e CREDICI. Di seguito uno stralcio dei lavori:
Amorosini: Presidente Maiolica possiamo dire che la formazione delle proprie risorse, per un’azienda, è uno dei migliori investimenti possibili perché accrescendo le competenze dei lavoratori si garantisce la competitività dell’impresa?
Leonardo Maiolica: Sicuramente è così, anche se non tutti ne sono ancora consapevoli. Basta pensare che tutti i fondi che arriveranno dall’Europa sono tesi a creare posti di lavoro. Le aziende hanno un enorme bisogno di formazione perché c’è grande bisogno di competenze ed è per questo che ci impegniamo nello spiegare l’importanza dei fondi interprofessionali in tale direzione. Oggi purtroppo anche molti consulenti del lavoro non sono a conoscenza delle potenzialità che possono offrire i fondi interprofessionali e della loro facilità nella erogazione delle risorse per la formazione.
Amorosini: Presidente Parisi Fondo Conoscenza è il Fondo Paritetico Interprofessionale costituito dalla FENAPI e dalla CIU ed è un fondo giovane perché vede la sua nascita nel 2015. Dal 2015 ad oggi, in questi 7 anni, quante sono le imprese per cui avete erogato formazione e quanti i lavoratori formati?
Concetto Parisi: Se parliamo di numeri, formalmente abbiamo cominciato nel 2017 e in questi 4 anni pieni di attività abbiamo già erogato 35.000 ore di formazione ed abbiamo formato 21.000 lavoratori. In termini economici significa che abbiamo erogato 5 milioni di euro. Questi numeri aumenteranno in maniera esponenziale perché abbiamo già deliberato nuove risorse per i prossimi anni. Ci sono sempre più imprese che hanno deciso di rivolgersi a Fondo Conoscenza, al 31.12.21 sono 2400 le aziende aderenti al Fondo per circa 140.000 lavoratori. Ogni azienda ha la possibilità di iscriversi al fondo mensilmente e gratuitamente, il che significa che l’azienda che aderisce non ha l’aggravio di un solo euro rispetto all’azienda che non aderisce. La differenza è che se non aderisci il tuo 0,30, tolte le gabelle, resta in INPS teoricamente per progetti formativi, nei fatti finanzia la NASPI, la CIG, ed altre misure. L’aliquota dello 0.30 nasce per la formazione dei lavoratori che trovandosi in disoccupazione aveva bisogno dell’aumento delle competenze. Perciò non iscriversi ad un Fondo per le Aziende è un danno. L’azienda può rivolgersi al fondo per vedersi finanziati i progetti di formazione, tra cui anche quella obbligatoria per legge.
Amorosini: Direttore Modica ad oggi sono aperti l’avviso generalista 1/2022 e l’avviso 2/2022 programma quadro, mentre il 10 giugno verrà pubblicato l’avviso 4/2022 che prevede voucher formativi per i dipendenti degli studi professionali. Chi sono i Soggetti che possono presentare i progetti e quale è l’identikit dei lavoratori che possono partecipare all’attività formativa? Esistono delle tematiche di intervento prioritarie per i progetti formativi che dovranno essere valutati e per finire se per ogni Progetto formativo sono previsti dei massimali di finanziamento?
Raffaele Modica: La formazione nasce innanzitutto dalla reale esigenza delle aziende. Fondo Conoscenza ha pubblicato quest’anno l’avviso n. 1 2022 che è un avviso generalista che si caratterizza per la velocità con cui avviamo i piani formativi. Nell’arco di 30 giorni siamo riusciti ad avviare il piano, il che significa che i lavoratori coinvolti già da oggi potevano andare in aula a fare la formazione. Rispetto ai nostri concorrenti noi ci caratterizziamo per essere un fondo snello e veloce, abbiamo alleggerito o ridotto al minimo tutte le pratiche burocratiche e abbiamo instaurato un dialogo importante con gli enti di formazione per capire meglio il mercato del lavoro e che tipo di esigenza hanno le aziende. Per tornare alle domande, la tematica formativa se la sceglie l’azienda, compresa quella della sicurezza sui luoghi di lavoro e quella prevista per il contratto di apprendistato. Nell’avviso di quest’anno ci sono gli assi prioritari del PNRR ossia la transizione ecologica e digitale e diamo la priorità alle aziende che presentano domande in merito a queste tematiche. Le aziende hanno necessità di aumentare le competenze dei lavoratori, che non sempre però coincidono con gli elementi premianti del piano europeo. Altro elemento molto importante rispetto alla concorrenza tra i Fondi è che gli altri fanno mediamente un solo bando all’anno. Noi il bando lo facciamo con diverse scadenze, ossia con molta tempestività, non facendo diventare obsolete le conoscenze e riuscendo ad accontentare al meglio le esigenze delle aziende. Un avviso importante in pubblicazione è quello che eroga voucher formativi per gli studi professionali. Riteniamo che il settore ne abbia grossa necessità soprattutto per il continuo evolversi della normativa di riferimento, sulle procedure digitali ect. Erogare questi voucher permette di aumentare la competitività di questi studi ed essere più efficienti. Le aziende potranno richiedere un voucher che va dai 2000 ai 4000 euro, 2000 euro se si ha un solo lavoratore e 4000 se sono più di 2.
Amorosini: dottoressa Pagliuca quali sono le imprese che si rivolgono ad AMILI per beneficiarie delle attività formative e soprattutto che tipologia di formazione richiedono?
Antonella Pagliuca: La formazione rappresenta per le aziende una scelta vincente sia per affrontare i momenti di crisi sia per essere più competitivi sia sul piano nazionale che internazionale. Le aziende che si rivolgono a noi sono aziende che sono presenti su tutto il territorio nazionale, si tratta per lo più di aziende piccole e medie, prevalentemente del centro sud e, nel nord, la Lombardia. I percorsi formativi che ci chiedono principalmente sono quelli sulla sicurezza obbligatoria, sulla gestione dei rifiuti, sulla privacy ma anche sulla riorganizzazione aziendale. In realtà la nostra formazione è una formazione/consulenza che accompagna le aziende soprattutto quando l’azienda è di piccole dimensioni. I nostri risultati sono concreti ed è molto bello ricevere dalle aziende i complimenti, non tanto per i complimenti quanto perché ci piace sentirci dire che con noi vivono una opportunità sia per crescere professionalmente sia per aumentare la propria produttività. Confrontandomi con le aziende, soprattutto le micro, mi accorgo che non ne sanno nulla dei fondi interprofessionali e me ne dispiaccio molto perché rinunciano ad una opportunità. Rappresentano circa l’80% del tessuto produttivo italiano e vanno tutelate e salvaguardate. Proprio fondo conoscenza, come diceva il dr. Modica dà l’opportunità di presentare i progetti mensilmente.
Amorosini: Presidente Maiolica sappiamo che la sicurezza sul lavoro è una e vera e propria piaga per il nostro mondo del lavoro. Quale ruolo può avere la formazione per far sì che si riducano infortuni e morti sul lavoro e soprattutto, sono sempre numerose le imprese che chiedono di realizzare progetti formativi sul tema della sicurezza sul lavoro?
Leonardo Maiolica: Il nostro ruolo è molto importante, la nostra rete è importante, dobbiamo riuscire ad arrivare alle aziende ed essere formati noi per poter formare loro. Io ogni volta che sento la notizia di un incidente sul lavoro so che quell’incidente poteva essere evitato. Noi arriviamo alle aziende attraverso la nostra rete di collaboratori che è principalmente formata da consulenti del lavoro.
Amorosini: Presidente Parisi può indicarci quali sono le tipologie di aziende che aderiscono a fondo conoscenza, di quale classe dimensionale sono e se il vostro operato è omogeneo su tutto il territorio nazionale o se le aziende sono localizzate principalmente in alcuni territori della penisola?
Concetto Parisi: Partiamo col dire che a fondo conoscenza così come a tutti i fondi interprofessionali possono aderire tutte le aziende con almeno 1 dipendente del settore privato, di qualsiasi dimensione, categoria e comparto produttivo. Possono aderire anche le partecipate quindi le miste pubblico/privato, le aziende interamente partecipate dal pubblico, ad es. comunali, trasporti, rifiuti etc., vi può aderire anche la Pubblica Amministrazione, limitatamente ai lavoratori a tempo determinato. Oggi, nei fatti, a Fondo Conoscenza aderiscono maggiormente micro e piccole imprese, con mediamente 7 dipendenti. Esiste anche una parte di medie imprese, quelle con circa un migliaio di dipendenti, ma il grosso è formato dalle piccole imprese. Anche perché noi alla grandezza delle aziende abbiamo preferito la velocità degli interventi.
Amorosini: Direttore Modica con l’Avviso n. 3/2022 avete previsto il Finanziamento di interventi sperimentali di Politiche Attive del Lavoro. Quindi ci si rivolge non più ai lavoratori dipendenti ma a soggetti disoccupati e inoccupati, una grande novità per i fondi interprofessionali. Come nasce questo avviso e quali sono le sue finalità?
Raffaele Modica: Il nostro avviso, così come ideato e pensato, è unico nel suo genere. Intanto perché siamo stati gli unici a fare un elenco nazionale delle agenzie per il lavoro che sono quelle deputate ad erogare i servizi ai disoccupati e far incontrare la domanda con l’offerta di lavoro. Per noi questo è uno spartiacque perché nei prossimi anni i fondi interprofessionali sono chiamati a finanziare sia la formazione dei lavoratori dipendenti sia a formare i disoccupati che successivamente diventeranno dipendenti. Riteniamo fondamentale avere degli strumenti veloci e noi, come Fondo, diamo la possibilità alle agenzie per il lavoro di finanziare questo servizio e allo stesso tempo riconosciamo le APL come uno strumento che in questo momento ricopre un ruolo sociale. Proprio grazie alle Agenzie per il lavoro l’imprenditore non potrà più dire di non trovare il lavoratore che gli serve. Soprattutto perché con Fondo Conoscenza il lavoratore non dovrà più passare per i Centri per l’impiego i quali spesso anziché agevolare nella ricerca di un posto di lavoro risultano una “palla al piede”.
Amorosini: dottoressa Pagliuca come CREDICI vi siete organizzati per partecipare a questo avviso? Cosa vi aspettate come positività da questa sperimentazione?
Antonella Pagliuca: Appena abbiamo visto pubblicizzato l’avviso sul sito di Fondo Conoscenza abbiamo ritenuto che il bando fosse un’ottima iniziativa, totalmente allineata con quelle che sono le richieste del mercato del lavoro perché, come abbiamo visto, i numeri della disoccupazione stanno aumentando, soprattutto quelli della disoccupazione giovanile. Paradossalmente ci sono molte aziende che cercano personale ma non riescono a trovarlo. Personale con competenze anche di primo livello, quindi ci siamo subito candidati e ci siamo accreditati. Questo ci consente di operare su tutto il territorio nazionale. Con la sinergia che abbiamo tra l’area formazione di Credici e l’area delle Politiche Attive cerchiamo di colmare il disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e la formazione delle persone in cerca di lavoro. Quindi vorremo essere una sorta di ponte tra la domanda che arriva dalle aziende e le persone in cerca di lavoro, principalmente i giovani poiché, altrimenti, si rischia di perdere il contributo di un’intera generazione e, questo, sarebbe un peccato. Grazie all’avviso che è stato pubblicato dal Fondo Conoscenza ci aspettiamo di realizzare dei percorsi alternativi, dei percorsi integrati che partono dalla selezione per poi arrivare all’attività di orientamento e che vada ad analizzare i talenti ed i punti di forza delle persone in cerca di occupazione ma anche le aree di miglioramento. Una volta definito il bilancio delle competenze passiamo poi all’intervento di formazione vero e proprio, che è un intervento formativo molto veloce e snello, mirato sia sulle aspirazioni del disoccupato sia sulle richieste che ci arrivano dalle aziende. Per poi proseguire con una fase finale in un percorso di accompagnamento nel mondo del lavoro. Quindi, in realtà, passiamo dalla parte teorica all’attività pratica, un po’ come si faceva una volta in cui se non ci si sporcava le mani non si arrivava da nessuna parte.