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16 Gennaio 2025
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Cure miracolose: “Non ho nulla da perdere a provarlo”

L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) pubblica un vademecum contro le cosiddette cure miracolose

Internet e la diffusione delle terapie che non sono state neanche scientificamente sperimentate

La nostra vita, con l’introduzione di Internet, è cambiata in modo radicale, al punto di essere dipendenti dai tanti consigli e suggerimenti che ci arrivano tramite i social, o peggio, compaiono sul nostro cellulare, con forme subdole di pubblicità occulta, irreversibilmente invadente e condizionante, al punto che, senza rendercene conto, in modo sempre più frequente, di fronte ai siti che pubblicano terapie che promettono miracoli, ma che, in realtà, il più delle volte, non sono state neanche scientificamente sperimentate, ma sono solo il frutto di una presunta esperienza medica, accettiamo l’offerta e finiamo con l’acquistare il prodotto, commentando solo: “Non ho nulla da perdere a provarlo”.

Indicazioni concrete 

Partendo da questo presupposto, al fine di combattere le cosiddette “cure miracolose”, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato un vademecum che nell’affrontare il tema, evidenzia tutte le criticità di un sistema che non ha alcuna base scientifica.

L’intento di Aifa consiste proprio nel voler evidenziare come molti siti web parlino di terapie, non sperimentate, definendole la soluzione definitiva a specifiche patologie, in totale assoluta malafede, ossia senza una base scientifica, o per meglio, dire senza che questi farmaci siano stati realmente sperimentati e ci siano delle prove che ne attestino la validità, proprio per sfatare le cosiddette “cure miracolose”.

Come si legge nel comunicato stampa di presentazione: “La guida fornisce indicazioni concrete su come accostarsi alla enorme mole di notizie di medicina che circolano quotidianamente sui media, per permettere ai lettori di dare il giusto peso alle affermazioni riportate dagli organi di informazione in merito a terapie, nuove scoperte, ecc. Il vademecum illustra nel dettaglio e in modo semplificato il funzionamento delle sperimentazioni cliniche, del processo di sviluppo dei farmaci e del monitoraggio dei medicinali che segue la loro immissione in commercio.

Fonti autorevoli e testi divulgativi

Parallelamente viene offerto al paziente un ampio ventaglio di fonti autorevoli e testi divulgativi, per avvicinarlo ai temi medico-scientifici fornendogli la possibilità di conoscere le esperienze analoghe maturate da altre persone che si sono trovate nella stessa situazione.”

“Il ricorso a terapie non sperimentate” afferma Luca Pani, Direttore Generale dell’AIFA “conta numerosi precedenti nella storia, basti pensare al siero di Bonifacio, all’olio di serpente, o simili, anche molto attuali”.

“La naturale propensione dell’uomo a voler credere che esista sempre una panacea per qualsiasi tipo di patologia” sottolinea Pani “è stata ulteriormente amplificata da quella straordinaria cassa di risonanza che è Internet. Per un’agenzia regolatoria come l’AIFA è importante far capire ai cittadini la differenza tra il mondo della ricerca, che lavora, seriamente e con passione, per offrire trattamenti realmente efficaci e sicuri, e i venditori di speranze, i ‘pifferai magici’, che speculano sulla sofferenza della gente”.

Non fermarsi mai alle apparenze

Il consiglio che ci sentiamo di dare e di non fermarsi mai alle apparenze ma di approfondire sempre il tema in questione e soprattutto, se abbiamo dei dubbi, di non fare da soli, ma di rivolgersi al proprio medico o ad un medico di fiducia. Partendo dal presupposto che chi offre un prodotto cerca sempre di creare un effetto positivo, un’attrazione o un forte interesse intorno a quello che intende promuovere, dobbiamo restare freddi e dobbiamo sapere distinguere quello che è l’effetto eclatante del titolo e quello che in realtà è il contenuto dell’offerta.

I trattamenti inefficaci

Alla fine, ci rendiamo conto che non è neanche vero che, come comunemente si dice: “non ho nulla da perdere a provarlo”, prima di tutto perché affidiamo le nostre speranze di risolvere il nostro problema, ad un prodotto che non ha nessuna possibilità di aiutarci in questa direzione, e poi perché, anche se il costo della terapia scientificamente non sperimentata, può essere relativamente contenuto, alla resa dei conti, se il trattamento è inefficace, sono soldi buttati. Nasce spontanea la domanda, pur se spendiamo poco vale proprio la pena di buttare il nostro denaro?

La verità è che non bisognerebbe mai abbandonarsi alle facili convinzioni, ma seguire con attenzione le indicazioni mediche fornite dai canali ufficiali della scienza.

Il rischio dei trattamenti alternativi

Questo senza dimenticare che se siamo vittime di una patologia precisa il rischio è che i trattamenti alternativi potenzialmente possono essere nocivi e possono anche interferire in modo dannoso con i farmaci convenzionali. Quel che è peggio è che purtroppo, spesso, convinti dall’effetto mediatico della pubblicità, si finisce con l’interrompere un trattamento convenzionale per iniziarne uno alternativo non sperimentato, assumendosi rischi enormi per la nostra salute, con ripercussioni comunque negative per la nostra tasca. L’unica soluzione che abbiamo, come abbiamo anticipato, è dialogare con il nostro medico di fiducia. Ogni altra scelta comporta, dei rischi incalcolabili che non vale davvero la pena assumersi.

Sabrina Greci

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