La lentezza dei tempi della pubblica amministrazione in Italia è un problema noto da diverso tempo. Un problema che non ci sembra però importante fino a quando non siamo costretti a toccarlo con mano. Ci sono diverse ragioni che contribuiscono a questa situazione, e tra queste sicuramente possiamo annoverare la burocrazia eccessiva, la mancanza di automazione e digitalizzazione dei processi, la carenza di risorse umane e finanziarie, nonché la cultura lavorativa e organizzativa. La burocrazia eccessiva è spesso citata come una delle principali cause dei tempi lunghi nella pubblica amministrazione italiana. I processi amministrativi sono spesso complicati e richiedono una serie di passaggi e autorizzazioni che possono protrarsi per molto tempo. La necessità di ottenere firme, timbri e documenti da diverse autorità può rallentare notevolmente i tempi di elaborazione. Basti pensare che, contrariamente ai tempi di risposta per chiusura di processi amministrativi, ad esempio stabiliti da una Legge in 90 giorni, si arriva ad attendere ben oltre 8 mesi non per chiudere l’iter autorizzativo, ma addirittura solo per chiedere chiarimenti ed integrazioni. Inoltre, la mancanza di automazione e digitalizzazione dei processi amministrativi è un fattore da ritenere anche importante. Molti procedimenti sono ancora basati su documenti cartacei e richiedono procedure manuali e ripetitive. L’assenza di sistemi informatici efficienti e integrati rallenta l’elaborazione dei dati e la comunicazione tra gli uffici, portando a ritardi significativi che poco hanno a che fare con i tempi di chi fa impresa. Il fattore umano poi incide, e non poco, per la evidente carenza di risorse umane e la non sempre professionalità di quelle presenti. La mancanza di personale qualificato e sufficiente può causare un sovraccarico di lavoro e ritardi nell’elaborazione delle pratiche, con ricadute negative sullo sviluppo e la crescita del Paese. Una parziale scusante la possiamo trovare nella limitata disponibilità di finanziamenti, che può ostacolare gli investimenti nella modernizzazione e nell’efficienza dei processi. Ma, come dicevo prima, ritengo che ciò che può influire di più sui tempi della pubblica amministrazione è la cultura lavorativa e organizzativa. La mancanza di incentivi per l’efficienza e la responsabilità può portare a una mentalità di “lavoro a orari fissi” e a una scarsa attenzione ai risultati. La mancanza di una cultura dell’innovazione e della gestione del cambiamento può ostacolare l’adozione di nuove tecnologie e pratiche più efficienti. Per non parlare poi della paura di sbagliare, di commettere errori, di vedersi imputare delle colpe. Meglio non fare che rischiare per aver fatto. Ma così non va bene. Negli ultimi anni sono stati avviati diversi programmi e iniziative per affrontare questi problemi e migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione italiana. Qualche timido risultato iniziamo a vederlo, ma è ancora troppo poco. Quello della riforma, di efficienza e mentalità, della Pubblica Amministrazione è un processo complesso che richiederà tempo e sforzi continui per ottenere risultati significativi.
Leonardo Maiolica