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16 Gennaio 2025
Economia Primo Piano

La politica e la “res publica”

Nei giorni che hanno preceduto Natale, un periodo che si aspetta per viverlo in serenità, tanti italiani hanno ricevuto delle lettere che ahimè non erano di babbo Natale. A scrivere è stata l’Agenzia delle Entrate Riscossioni che è partita a raffica nel far arrivare avvisi di accertamento ai contribuenti. Terminate quindi le varie proroghe al blocco delle notifiche, queste sono ripartite andando a scuotere la tranquillità dei contribuenti. Dal 1° settembre 2021 infatti, si è rimessa ufficialmente in moto la macchina della riscossione, dando la possibilità all’Agenzia delle Entrate Riscossione di notificare ai contribuenti le cartelle esattoriali rimaste dormienti nel cassetto dallo scorso 8 marzo 2020, data di inizio sospensione notifiche. Una ripartenza che ha visto dai primi giorni di dicembre recapitare già oltre 4 milioni di atti. Solitamente le cartelle esattoriali devono essere pagate entro 60 giorni dalla notifica, ma per fortuna è stata approvata una proroga che ha fatto sì che anche tutte le cartelle esattoriali notificate fino al 31 marzo 2022 godono di un termine di pagamento esteso a 180 giorni senza interessi né sanzioni. Questo risultato lo si deve ad un emendamento approvato in Commissione Bilancio per prorogare il termine per il pagamento delle cartelle secondo quanto già previsto dal decreto Fisco-Lavoro (D.L. n. 146/2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 215/2021). Importante ricordare che fino allo scadere del termine di 180 giorni dalla notifica, oltre a non dovere interessi di mora, l’agente della riscossione non potrà dare corso all’attività di recupero coattivo del debito iscritto a ruolo. Mi duole però rimarcare come ci sia stata una grande delusione collettiva nel non trovare alcuna disponibilità, tenendo conto della crisi che sta attanagliando ancora i cittadini e le imprese, verso una riapertura dei termini della rottamazione ter o l’avvio di una nuova rottamazione quater. Questi due strumenti avrebbero sicuramente dato un po’ di respiro e soprattutto di fiducia verso il prossimo futuro. Lo Stato, che in questi due anni di pandemia aveva cercato di essere percepito come al fianco del suo popolo, rischia di apparire di nuovo oggi come il nemico che prende e non tende la mano. Sembra quasi che la politica sia dormiente e che chi è chiamato a legiferare ed a gestire la “res publica” non viva tra la gente.

Leonardo Maiolica
Presidente SILPA

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