Sulla base dei dati registrati dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), nel corso delle prime settimane del conflitto armato in Ucraina, il numero dei profughi in uscita dal territorio ucraino ha raggiunto i 3,1 milioni, di cui la metà è costituita da bambine e bambini. L’andamento del flusso migratorio, destinato a crescere con l’esacerbarsi della crisi umanitaria, è considerato il più grave dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) la guerra ha messo in pericolo 7,5 milioni di minori e 2,9 milioni degli infradiciottenni necessitano di protezione immediata, in quanto esposti al rischio di ordigni esplosivi, di separazione familiare e di violenza di genere. L’UNICEF ha prontamente presentato il proprio Appello d’Emergenza per l’infanzia, diretto a fornire un sostegno salvavita alle bambine, ai bambini e alle loro famiglie in condizione di estrema vulnerabilità, potenziando la risposta multisettoriale con sussidi d’emergenza di denaro multiuso, forniture di servizi essenziali igienico-sanitari nonché nutrizionali e per l’acqua pulita e azioni per l’inserimento nei programmi locali di istruzione. A livello eurounitario, nell’ambito delle prime misure messe in campo per fronteggiare le emergenze della guerra, lo scorso 4 Marzo, è stata adottata all’unanimità la Decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio dell’Unione Europea che accerta l’esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall’Ucraina e che ha come effetto l’introduzione di una protezione temporanea per la durata iniziale di un anno e prorogabile, in via automatica, di sei mesi in sei mesi. La misura è estesa anche a sostegno dei cittadini apolidi e dei cittadini di Paesi Terzi rispetto all’Ucraina i quali soggiornino legalmente nel territorio, per esempio per motivi di studio e lavoro, e a cui non sia possibile rientrare in sicurezza nel proprio Paese di origine. Le disposizioni di cui alla Decisione si coniugano con l’esenzione, introdotta nel 2018, per i cittadini ucraini dall’obbligo di visto per l’attraversamento delle frontiere esterne degli Stati membri, purché si tratti di un soggiorno non superiore ai 90 giorni nell’arco di un periodo di 180 giorni. Dal punto di vista del sostegno economico, invece, è stato mobilitato il Fondo Asilo, migrazione e integrazione, con l’eventuale ricorso a meccanismi di emergenza e flessibilità nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Nella stessa giornata in cui è stata adottata la Decisione di esecuzione, a Parigi si è svolta la Conferenza interministeriale “Costruire il futuro dell’Europa: attuare la Garanzia Europea per l’infanzia” con l’obiettivo di monitorare l’effettiva attuazione della Child Gurantee – Raccomandazione per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza – e definire i Piani Operativi nazionali attuativi della stessa (al riguardo, si veda l’articolo di G. Gozzelino, La tutela dei diritti dei minori: la European Child Guarantee e la sperimentazione del modello italiano, in L’Esodo, Dicembre 2021, n.13). In tale contesto, i ministri presenti hanno sottoscritto la “Declaration of European Ministers in charge of Children, on the situation in Ukraine” con cui hanno assunto l’impegno di offrire una tempestiva risposta ai bisogni delle bambine e dei bambini ucraini, specialmente ai minori non accompagnati, e delle loro famiglie, siano essi rimasti nel loro Paese o rifugiati nei confini europei, mediante la cooperazione tra gli Stati, le Organizzazioni Internazionali e la società civile. Non è mancata la reazione italiana. Con Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 872 del 4 Marzo 2022, sono state varate le Disposizioni urgenti per assicurare, sul territorio nazionale, l’accoglienza il soccorso e l’assistenza alla popolazione in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina. Nel testo, oltre a misure per il coordinamento delle attività del Servizio nazionale per la protezione civile, per le operazioni di identificazione e per il reperimento di strutture ricettive da parte delle Prefetture, sono contenute disposizioni in materia di lavoro. È, difatti, consentito, alle persone provenienti dall’Ucraina a causa del conflitto bellico, lo svolgimento di attività lavorativa sia in forma subordinata, anche stagionale, sia autonoma, sulla base della semplice richiesta di permesso di soggiorno presentata alla competente Questura e ciò in deroga alle quote massime definite dalla programmazione governativa annuale. Ulteriori deroghe sono state, inoltre, accordate con riguardo all’accesso al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA) – che finanzia il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) -. Il quadro delle misure è stato ulteriormente integrato dal Decreto Legge dello scorso 18 Marzo e sono state disposte da parte del Ministero dell’Interno delle schede informative in più lingue per la permanenza dei profughi ucraini sul territorio italiano. Oltre alle criticità di carattere materiale e economico riscontrabili sul piano della prima accoglienza, si è posto il problema di garantire l’assolvimento dell’obbligo formativo degli esuli in età scolare e di tutelare il loro diritto allo studio, favorendo la ripresa dei percorsi educativi e formativi interrotti. Con nota del Ministero dell’Istruzione – Dipartimento per il sistema educativo di istruzione di formazione, in linea con la normativa nazionale in materia di immigrazione, accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e tutela dei minori non accompagnati, è prevista l’attivazione degli Uffici scolastici regionali e delle loro articolazioni locali al fine di realizzare l’integrazione scolastica di bambine, bambini e adolescenti in fuga dalla guerra, secondo il criterio della prossimità territoriale e della non dispersione della rete di relazioni tra i profughi, favorendo il raccordo con la comunità ucraina già presente e la conservazione dei piccoli gruppi di provenienza. Ciò nell’ottica esclusiva di scongiurare l’isolamento dei più fragili e, contestualmente, favorirne l’integrazione e la socializzazione, incentivando l’incontro scolastico e extra-scolastico, per esempio sportivo, anche con le famiglie. Il Ministero, inoltre, favorisce il ricorso alle esperienze e alle metodologie di peer education, peer tutoring e a materiali didattici bilingue o in lingua madre. L’iter scolastico dei nuovi studenti e studentesse, sarà inoltre supportato da un sostegno psicologico, anche per le famiglie, nonché linguistico mediante l’assistenza di mediatori linguistici e culturali. Le conseguenze della guerra si stanno, inoltre, ripercuotendo negativamente anche su altre dimensioni familiari ovvero sulle coppie italiane in attesa di perfezionare i procedimenti di adozione internazionale in Ucraina. La Commissione per le Adozioni Internazionali è al lavoro con i Ministeri competenti per proteggere i minori coinvolti.
La situazione risulta ancora più complessa con riguardo alle coppie che hanno commissionato, tramite società di intermediazione, madri surrogate in Ucraina e ai loro neonati. L’attenzione sull’argomento, a livello istituzionale è stata sollevata da parte della Commissaria agli Affari Interni del Parlamento Europeo, Ylva Johansson.
Giulia Gozzelino
Avvocata e cultrice della materia in diritto
delle politiche sociali e del lavoro