4 Ottobre 2024
Primo Piano

La tutela dei diritti dei minori: la European Child Guarantee e la sperimentazione del modello italiano

Lo scorso 20 Novembre si è celebrata la giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in onore del trantaduesimo anniversario dell’adozione della Convention on the Rights of the Child da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991. La Carta detta lo statuto dei diritti fondamentali civili, sociali, politici, economici e culturali di cui bambini e bambine sono titolari e la cui tutela è indispensabile per ambire a una società futura equa e priva di discriminazioni. Affinché il testo della Convenzione non permanga una mera affermazione di principi ma possa tradursi in una effettiva tutela dei più piccoli, è necessario che la conoscenza dei suoi contenuti non resti mero appannaggio della popolazione di maggiore età. Gli adulti, anzi, dovrebbero svolgere un ruolo chiave, non solo nella diffusione della cultura della protezione e della garanzia dei più piccoli, ma anche nell’educazione di bambini e giovani alla conoscenza e alla consapevolezza dei propri diritti, guidandoli nell’apprendimento dell’oggetto dei medesimi e di quando e come questi possano subire delle compressioni tali da tramutarsi in vere e proprie violazioni. Ciò specialmente in un panorama globale e nazionale in cui disuguaglianze, emarginazione e povertà sono attualmente in esponenziale aumento tra i minori. Secondo una serie di studi promossi dalla Banca Mondiale, da UNICEF e dall’UNESCO, difatti, se nel periodo anteriore all’esplosione dell’emergenza sanitaria, a livello mondiale, il numero dei soggetti minori in condizione di povertà estrema si assestava sui 365 milioni – ossia un bambino su sei – e quello relativo ai minori non alfabetizzati sui 393 milioni, i dati sono stati sensibilmente esacerbati dalla pandemia da Covid-19. A livello comunitario, ben il 22,2% dei bambini si trova a rischio di esclusione socio-economica, di povertà e di emarginazione. La politica dell’Unione Europea sul pilastro dei diritti sociali ha dato un rinnovato impulso al piano di tutela dei minori, nell’ottica preminente di proteggere l’esclusivo e superiore interesse di bambini e giovani non ancora maggiorenni nel contesto familiare, nel settore scolastico e dell’educazione digitale, sul fronte alimentare e sanitario nonché nell’ambito economico e dell’accesso alla prestazione dei servizi, onde spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale. Sulla scorta della consultazione tramite questionari online di circa 10.000 giovani cittadini europei, difatti, sono state adottate la EU Strategy on the Rights of the Child e la European Child Guarantee. Le aree di intervento della Strategia, il cui punto di partenza risiede fondamentalmente nella lotta contro le discriminazioni dei minori e dei loro genitori sulla base del genere e del rispettivo orientamento sessuale, riguardano la partecipazione diretta ed attiva dei più piccoli alla vita politica come membri effettivi della democrazia sociale; lo sviluppo di sistemi scolastici e sanitari realmente plasmati sulla base delle esigenze educative e biologiche dei minori; la lotta e la prevenzione nei confronti di qualsivoglia forma di violenza a danno dei bambini. Non solo. Gli interventi riguardano anche la promozione di una giustizia child-friendly ossia concretamente schierata a tutela dei diritti dei più piccoli; la protezione dei giovani utenti online da parte di una società digitale e dell’informazione più consapevole; il rafforzamento del ruolo dell’Unione Europea nell’assistenza dei più piccoli nei momenti di crisi e di conflitto. Nell’ambito della predetta Strategy on the Rights of the Child, il 14 Giugno 2021, è stata adottata dal Consiglio dell’Unione la Raccomandazione Child Guarantee istitutiva di una garanzia europea per l’infanzia e di un correlato sistema di monitoraggio supportato del Social Scoreboard dell’Eurostat. Secondo la Vicepresidente democrazia e demografia, Dubravka Šuica, difatti, «This new EU comprehensive Strategy on the Rights of the Child is a milestone in our work for and with children. We thank each and every child for their contribution to this important initiative. It sends a message of hope and it is a call to action throughout the EU and beyond. With this Strategy, we renew our commitment to build healthier, resilient and equal societies for all, where every child is included, protected and empowered. The politics of today and tomorrow are made both for and together with our children. This is how we strengthen our democracies». Ne discende che è fatta raccomandazione agli Stati membri di intraprendere azioni in linea con le politiche comunitarie nell’ambito della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, mediante: il corretto indirizzamento delle risorse e dei fondi nazionali ed Europei, specialmente in riferimento al Fondo sociale europeo Plus (ESF+), al Fondo europeo di sviluppo regionale e al REACT-EU, InvestEU, dispositivi di ripresa, resilienza e strumenti di sostegno tecnico e la designazione di un Child Guarantee Coordinator nazionale, adeguatamente attrezzato sotto il profilo delle risorse e delle funzioni, col compito di coordinare e vigilare l’effettiva ed efficace implementazione dell’atto comunitario. Si raccomandano, inoltre, sia lo sviluppo di studi differenziati, integrati e multidisciplinari delle istanze dei minori (tenendo in considerazione le diversità dei territori di provenienza, specialmente con attenzione alle aree urbane e rurali, remote e svantaggiate), sia la presentazione alla Commissione, entro nove mesi dall’adozione della Raccomandazione, di un piano d’azione calibrato fino al 2030 e attuativo di misure e strategie a sostegno dei minori bisognosi sulla base delle specifiche esigenze nazionali, regionali e locali. Tra i finanziamenti messi a disposizione da parte dell’Unione Europea, inoltre, il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – Next Generation EU). Nel nostro Paese i minori che versano in condizioni di povertà assoluta sono il 13,5%, mentre il 27,7% degli infrasedicenni si trova a rischio di povertà ed esclusione sociale. L’Italia, con Croazia, Bulgaria, Grecia, Spagna, Germania e Lituania, dal 2020 – quindi anteriormente all’adozione della Raccomandazione -, ha preso parte a un progetto pilota del Sistema europeo di garanzia per bambini vulnerabili che terminerà nel 2022. Il piano, in collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) e condotto sotto la direzione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia, si snoda secondo due ordini di intervento: in primo luogo, attraverso una ricerca approfondita delle politiche già in atto e delle correlate difficoltà attuative, nonché dei soggetti più piccoli in stato di bisogno. In seconda battuta, mediante la progettazione e sperimentazione, anche con la partecipazione di bambini e adolescenti, di modelli di intervento per il contrasto alla povertà minorile e all’esclusione sociale, modelli potenzialmente implementabili presso altri Stati membri dell’Unione. Tra questi ultimi, sono testati: l’affidamento familiare per minorenni particolarmente vulnerabili, ovvero bambini fino ai sei anni, minori con disabilità e stranieri; formule di semi- autonomia per adolescenti all’esterno del nucleo familiare; strumenti integrativi di housing sociale e lo sviluppo di competenze del XXI secolo all’interno della Sperimentazione Nazionale Care Leavers (ossia di progetti di intervento a favore di maggiorenni che vivono fuori dalla casa familiare, in comunità residenziali o in affido etero-familiare sulla base di un provvedimento giudiziale); lo sviluppo di competenze del XXI secolo per il supporto alla transizione scuola-lavoro; misure di neutralizzazione della povertà educativa; l’affiancamento e il sostegno a favore di famiglie vulnerabili tramite i Centri per la Famiglia. Con il soddisfacimento delle prescrizioni della Raccomandazione, i Paesi membri potranno favorire l’accesso alle risorse e promuovere l’innalzamento del livello di benessere dei minori e il rafforzamento della loro partecipazione alla società civile e al policy-making, in una prospettiva di miglioramento integrato. La vera sfida, come rilevato dagli studiosi del settore, sarà, da un lato, la pianificazione di strategie nazionali in assenza dei dati necessari al loro sviluppo e, dall’altro lato, la reale tenuta dei piani di azione nazionali a fronte di un atto di soft law, quale è la Raccomandazione.

Giulia Gozzelino

Articoli Correlati

La Rivoluzione Visuale KANBAN nella gestione delle attività di progetto

Redazione

Amiamo il nostro Paese

Redazione

Violenza sulle donne e violenza domestica

Redazione