-9.1 C
Roma
19 Febbraio 2025
Primo Piano

Legge di Bilancio n. 178/2020, una prima risposta per le donne e le famiglie

La crisi epidemiologica si è innestata su un quadro già caratterizzato da forti disuguaglianze di genere e la crisi pandemica da Covid-19 – sanitaria, sociale ed economica – non ha fatto altro che accentuare tale gap. Le donne sono, d’altra parte, la quota di popolazione che ha pagato in maniera maggiore le misure destinate a fronteggiare l’emergenza: con scuole chiuse e servizi assistenziali ridotti al minimo, si sono fatto carico più del solito della gestione della cura. E, nonostante la messa in campo della strategia del governo di utilizzare pienamente la cassa integrazione per tutti i tipi di imprese e il blocco dei licenziamenti, molti sono stati i posti di lavoro persi di giovani e donne più soggetti più di tutti a lavori precari e temporanei. Il mancato rinnovo dei contratti ha interessato per oltre 10 milioni di lavoratori/trici (77,5% del totale).

Che cosa accadrà quando i due strumenti che hanno costituito un argine a licenziamenti e disoccupazione cesseranno?
Una prima risposta ai problemi evidenziati possono essere le misure inserite nella Legge di Bilancio n° 178 del 30 dicembre 2020 sia per quanto concerne il sostegno alle famiglie sia per quanto concerne il sostegno all’occupazione femminile. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Per quanto riguarda le misure per le famiglie, sono stanziati 3 miliardi di euro per l’assegno unico per i figli (da luglio 2021) per il 2021 e 5,5 miliardi per il 2022, un budget che si andrà ad aggiungere al fondo ad hoc, istituito lo scorso anno, e ai 15 miliardi derivanti dal superamento delle misure attualmente in vigore, in primis le detrazioni fiscali e gli assegni al nucleo familiare. A questi fondi, va a sommarsi il bonus bebé, che verrà riconosciuto per i bambini nati o adottati solo per un anno, dal primo gennaio al 31 dicembre 2021. Le famiglie interessate da questo provvedimento saranno circa 11 milioni. Il sostegno sarà previsto non solo per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, ma anche per gli autonomi, i liberi professionisti, i disoccupati e gli incapienti.

Inoltre, con la Manovra viene prolungato il congedo obbligatorio di paternità da 7 a 10 giorni. Certo sarebbe stato più opportuno ratificare la Direttiva europea del giugno 2019 sui Congedi che, non solo considera il requisito minimo di 10 giorni di paternità, ma affronta anche il tema dei congedi parentali. La direttiva, infatti, chiede agli stati membri due mesi di congedo parentale non trasferibile e retribuito. Questo congedo deve essere concepito come un diritto individuale, in modo da creare le condizioni adeguate a una distribuzione più equilibrata delle responsabilità. Inoltre con la Direttiva, gli Stati membri avrebbero dovuto fissare un livello adeguato di retribuzione, o indennità, per il periodo minimo non trasferibile di congedo parentale, tenendo conto del fatto che questo spesso comporta una perdita di reddito per la famiglia e che invece anche il familiare più retribuito (spesso un uomo) dovrebbe potersi avvalere di tale diritto.Occorre, dunque, aumentare il limite di indennità degli stessi andando anche oltre la copertura maggiorata del 50% prevista per il Covid – e il problema del computo dei giorni di congedo in termini di effettiva prestazione ai fini pensionistici.

Positivo l’aumento del Fondo per la Famiglia di cui al comma 1 art.19 della legge n. 248/2006 che prevede, da un lato, 500 mila euro in più per il 2021 da destinare alle associazioni che si occupano dell’assistenza di genitori che hanno subito gravi disagi psicologici e/o sociali in seguito alla morte di un figlio e, dall’altro, 50 milioni per il 2021 da destinare al sostegno delle misure organizzative adottate dalle imprese per sostenere il rientro delle madri lavoratrici dopo la maternità e favorire la conciliazione vita lavoro che spesso diventa un ostacolo insormontabile per la prosecuzione della carriera professionale e per la stessa attività lavorativa.
Importanti anche le risorse stanziate ad incremento del Fondo per il riconoscimento dell’attività di cura non professionale svolta dai caregiver familiari (75 milioni) per l’assistenza a disabili e anziani e il contributo per sostenere le madri sole con figli.

Il Fondo di solidarietà comunale in relazione all’aumento del numero di posti per gli asili nido è un primo passo strutturale rispetto alla richiesta che proviene in questo periodo da tutto il mondo femminile, di investimenti cospicui in infrastrutture sociali e assistenziali per liberare il lavoro delle donne.
È, chiaro che anche le sunnominate misure, migliorando la conciliazione vita lavoro delle donne, hanno un impatto positivo sull’occupazione femminile che è stata destinata di risorse specifiche.

Apprezzabile la dotazione finanziaria per il mondo imprenditoriale femminile di 40 milioni di euro per gli anni 2021 e 2022. Obiettivo: promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, la diffusione dei valori di imprenditorialità e lavoro tra le donne e massimizzare il loro contributo, quantitativo e qualitativo, allo sviluppo economico e sociale del Paese. Il sostegno alle imprese guidate da donne è importante soprattutto nei settori green e in generale nell’economia circolare, in agricoltura, in turismo e cultura. Interessante l’istituzione presso il ministero dello Sviluppo del Comitato Impresa Donna finalizzato ad una più ampia condivisione in materia di indirizzo, programmazione e verifica degli interventi a sostegno dell’imprenditorialità femminile. La Manovra 2021 rifinanzia anche con 15 milioni di euro l’iniziativa Donne in campo, il regime di aiuto istituito per la concessione di mutui a tasso zero fino a 300mila euro a favore dell’imprenditoria femminile in agricoltura. L’agricoltura è tra i settori con la più alta percentuale di occupazione femminile. Un trend da sostenere, secondo il Mipaaf, alla luce delle sfide che interessano il settore, dalla maggiore sostenibilità, anche attraverso l’agricoltura di precisione, alla diversificazione del reddito, ad esempio mediante l’agricoltura multifunzionale.

È stato introdotto anche un interessante Fondo per il venture capital al fine di sostenere investimenti in capitale di rischio in progetti di imprenditoria femminile ad elevata innovazione tecnologica. Ammontano a 3 milioni le risorse a disposizione dello strumento.

Il 2021 sarà un anno bianco fiscale per le partite IVA fino a 50mila euro. Per questo motivo con la legge di Bilancio 2021 viene istituito il Fondo per l’esonero dai contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti.

Per quanto riguarda il rilancio dell’occupazione femminile è previsto lo sgravio contributivo (al 100%) per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani e donne nel biennio 2021-2022.
La lavoratrice assunta deve però rientrare, in alternativa, in almeno una delle seguenti tipologie:
a) disoccupata da almeno 24 mesi;
b) disoccupata da almeno 12 mesi e con almeno 50 anni di età;
c) priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
d) senza paletto di età, se residenti al Sud o un’altra delle aree individuate dalla carta degli aiuti a finalità regionale;
e) priva di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, e con una professione o settore economico caratterizzati da ampia disparità di genere.

Anche le assunzioni a tempo determinato sono incentivate, ma in questo caso si applica l’agevolazione originaria, ovvero la decontribuzione al 50%.
Permane forte la disparità di salario in ambito occupazionale, a partire dal dato che vede lavorare a tempo pieno retribuito il 52,3% di uomini e il 24,1% di donne. Di conseguenza resta anche la forbice nell’ambito della retribuzione (79%). Per tentare di ridurre il gap salariale è stato istituito il Fondo per il sostegno della parità salariale di genere con un budget di 2 milioni di euro annui dal 2022, destinato a interventi finalizzati al sostegno e al riconoscimento del valore sociale ed economico della parità salariale di genere e delle pari opportunità sui luoghi di lavoro.

Il rilancio dell’economia italiana non può non passare da un significativo incremento dei tassi di occupazione femminile, ostinatamente fermi tra il 48 e il 50%. La Legge finanziaria ha fatto i primo passi in questa direzione.

Il Recovery plan sarà, però, l’altro strumento importante per aggredire in modo strutturale le profonde diseguaglianze di genere che attraversano il nostro Paese.

Serenella Molendini
Consigliera Nazionale di Parità supplente

Articoli Correlati

L’evoluzione delle applicazioni di gestione delle attività lavorative.

Redazione

Cosa chiedono i giovani alla politica

Redazione

Il Piano Rigenerazione Scuola

Redazione