Al giorno d’oggi le tecnologie digitali rappresentano il motore di un cambiamento che si è propagato sia nella sfera sociale sia in quella culturale; un fenomeno sviluppato sempre più velocemente anche a seguito dell’esigenza di creare realtà e stanze virtuali indotta dalla pandemia Covid-19.
La digitalizzazione nei musei riguarda tutti i campi dell’attività, dall’amministrazione, fino alla comunicazione e al marketing.
Lo scopo della digitalizzazione nei musei è quello di attivare un rapporto di reciprocità con gli utenti, stimolando incontri costruttivi sia nelle sedi fisiche sia da remoto online.
In questo senso gli strumenti digitali possono intervenire approfondendo l’esperienza espositiva e fornendo ulteriori conoscenze più dettagliate che stimolino la curiosità degli individui.
Sotto questo profilo, Internet rappresenta il mezzo in cui si genera una conoscenza comune, si sviluppa un patrimonio culturale creativo condiviso e si trattano argomenti di rilevanza sociale, a tal proposito i siti web di riferimento dei musei, rendono possibili offerte indirizzate a differenti tipologie di clienti, che da qualsiasi parte del mondo possono connettersi.
La digitalizzazione offre a questi istituti culturali la possibilità di promuovere i luoghi di conoscenza in maniere diversificata, su scala internazionale e in modalità inclusiva e partecipativa.
Per sviluppare dei progetti che siano sostenibili occorre coinvolgere il pubblico di utenza nella creazione dell’offerta dei servizi in modo tale da esortare il target di riferimento alla partecipazione in chiave creativa, moderna e soprattutto innovativa.
La pratica digitale può anche arricchire la progettazione di una mostra con elementi scenografici e interattivi, come avvenuto al museo di Capodimonte a Napoli nella mostra “Luca Giordano, dalla Natura alla Pittura”, che attraverso un’installazione multimediale interattiva, invitava i visitatori a proseguire la visita nella città di Napoli, alla ricerca delle opere di Luca Giordano nelle principali chiese e luoghi culturali cittadini.
Uno dei vantaggi che offre la comunicazione online, è quello di garantire una modalità più economica e diversificata rispetto alle insegne, i volantini e le pubblicità informative tradizionali.
Uno degli obiettivi primari è la rapida diffusione dei siti e dei servizi offerti e il mezzo più efficiente sono proprio i visitatori che utilizzano il proprio smartphone all’interno del museo per postare foto e condividerle con amici e parenti, allargando sempre di più il pubblico destinatario.
Bisogna perciò sviluppare un’offerta che tragga vantaggio dall’utilizzo dello smartphone attraverso il supporto della navigazione lungo il percorso espositivo e facilitando la comunicazione diretta con il museo.
Esistono diversi elementi chiave per una strategia che risulti vincente; per quanto riguarda la connessione degli utenti è fondamentale testare la facilità di utilizzo su numerosi dispositivi differenti e sperimentare i contenuti con diversi gruppi di discussione.
Per captare i bisogni e le esigenze dei clienti, il personale incaricato dovrà raccogliere i feedback nel corso di gruppi di lavoro con il team di sviluppo, i media planner e gli utenti stessi per rappresentare diversi punti di vista; verificare il raggiungimento di nuovi target di utenti con campionature o sondaggi online.
La Gamification può rappresentare un asso nella manica, il gioco libero e volontario può costituire un invito ad avvicinarsi ai contenuti museali e anche agli altri visitatori.
La gamification è allineata con la convergenza delle tecnologie nell’economia digitale, è un modo intelligente per raccogliere dati sui clienti, relativi alle transazioni o meno, che sono utili anche a personalizzare l’offerta.
Una gamification digitale si può realizzare nel museo oppure online, utilizzando ad esempio la realtà aumentata, la realtà virtuale o una escape room.
L’obiettivo di questa apertura alla collettività è rendere le fonti accessibili e fruibili dove gli utenti possono essere incoraggiati a contribuire.
L’immersione negli universi dei giochi coinvolge generazioni diverse e può costituire un’esperienza attiva di apprendimento, bisogna puntare a catturare l’attenzione, stimolare la curiosità e la “fame” di conoscenza delle persone, obiettivo molto ambizioso per il mondo digitale, dove la soglia di attenzione degli utenti si è ridotta drasticamente.
Maura Malato