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Roma
10 Ottobre 2024
Primo Piano

Obiettivi raggiunti, tavoli di concertazione, delibere e progetti futuri

Intervista a Monica Lucarelli
L’assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità di Roma Capitale traccia il bilancio dei suoi primi cento giorni in Campidoglio. E lo fa con la mentalità da manager che l’ha sempre accompagnata nelle sue esperienze professionali passate.

Assessora come sono passati questi primi mesi?
Sicuramente in fretta. Abbiamo lavorato tanto perché abbiamo trovato tanti problemi e criticità sul tavolo. Situazioni ferme da tempo su cui era necessario metter mano.

Ad esempio?
Beh il fronte attività produttive è sicuramente quello che aveva bisogno di maggiori sforzi. Dalle occupazioni di suolo pubblico al commercio su area pubblica abbiamo dovuto trovare delle soluzioni importanti, il tutto coinvolgendo le associazioni di categoria. Perché credo che alla base di un buon lavoro debba esserci senza dubbio il confronto e la concertazione.

Il fronte delle Osp sembra tener banco in questo periodo…
Con il Covid si è agito in deroga sia per andare incontro alle esigenze dei commercianti che per una questione di sicurezza per frenare la pandemia. E’ stata la possibilità per bar e ristoranti di installare le pedane che consentivano la consumazione all’esterno. Ci siamo resi conto che in molti si sono approfittati dell’emergenza e per evitare la deregulation abbiamo fatto partire per il I e II municipio un progetto pilota per monitorare tutte le Osp. Quelle non a norma, che non rispettano i parametri o creano ostacoli alla viabilità saranno rimosse. Prima di fare ciò, però, abbiamo inviato, in accordo con la polizia locale, un vademecum a tutti gli esercenti con le regole. In questo modo chi sa di essere fuorilegge ha tempo per sanare l’illecito ed evitare così le sanzioni e da martedì 22 sono scattati le rimozioni nel centro storico. Il nostro obiettivo e quello che merita Roma è il rispetto del decoro.

Poi c’è la questione ambulanti…
Sì e anche su questo fronte, dopo la sentenza del Tar, abbiamo deciso di affrontare la questione e innovare un settore che era fermo a decenni fa. Abbiamo sei mesi di tempo per creare un nuovo Piano, anzi in realtà quindici nuovi piani del commercio: uno per municipio. In questo abbiamo coinvolto tutti i minisindaci per avere il quadro totale della situazione perché territorio ha una sua peculiarità e delle diversità che ci impongono di diversificare i vari piani a seconda del quartiere. Inoltre stiamo studiando un nuovo sistema di assegnazione delle concessioni analizzando anche tutti i modelli presenti nelle capitali europee e città d’arte italiane. Siamo certi che alla fine del processo arriveremo alla creazione di un modello Roma che sarà innovativo e rivoluzionario allo stesso tempo.

Anche lo sviluppo economico avrà un peso importante nel suo mandato…
Assolutamente sì. Dobbiamo attivare l’economia territoriale e il suo sviluppo definendo una strategia integrata che abbia un duplice obiettivo. Per prima cosa supportare le realtà esistenti dando nuovi strumenti e favorendo lo scambio fra i diversi attori già attivi sul territorio. Parallelamente è necessario evitare la stagnazione dell’economia e attivare nuove energie per lo sviluppo economico, abilitando giovani talenti, e non solo, a diventare promotori del cambiamento. Nel contempo saremo promotori di uno sviluppo sostenibile che, attraverso l’uso delle tecnologie, promuova nuovi processi, prodotti e servizi. L’ecosistema dell’innovazione, start-up, PMI, imprese sociali, università e incubatori saranno così i primi promotori del concetto di Umanesimo digitale. Nonostante la crisi e l’emergenza pandemica, il talento e le opportunità per tutti i giovani innovatori italiani diventano il centro per un nuovo sviluppo sostenibile.

Lei ha anche una delega sulle Pari Opportunità, come ha trovato questo settore?
La situazione non era delle migliori… abbiamo ereditato una situazione difficile e problemi che stiamo risolvendo. In particolare sul fronte dei centri antiviolenza e delle case rifugio. Ci sono dei municipi privi di Cav e il nostro obiettivo è di aprire un centro ogni municipio e di portare i posti letto il più vicino possibile agli standard chiesti dall’Europa.

E sul medio termine quali risposte dobbiamo attenderci?
La Creazione di una cabina di regia per il contrasto alla violenza di genere con uno sportello aperto H24 e la strutturazione di una banca dati con tutte le disponibilità sul territorio relativamente a posti letto e situazione delle donne prese in carico. Messa a sistema del modello Roma: interoperabilità delle banche dati di Procure, Tribunali e Forze dell’Ordine per gestire al meglio e più rapidamente ogni singolo caso. Poi realizzare un Albo delle associazioni che si occupano di contrasto alla violenza per incrementare la qualità dei servizi offerti; la creazione di un percorso di formazione sulle pari opportunità e contrasto alla violenza di genere per insegnanti, operatori sociali e psicologi del Comune di Roma (possibile coinvolgimento della Scuola di Formazione Capitolina) e la messa a sistema di partnership pubblico-privato per la realizzazione di progetti formativi sulle PPOO nelle scuole, con focus particolare all’educazione all’affettività.

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