Negli scorsi giorni giornali e televisioni hanno dato grande risalto al reddito di cittadinanza, a chi sostiene che debba andare avanti così come è e a chi di contro sostiene che debba essere rivisto nella sua applicazione o addirittura eliminato.
Lo stesso Ministro Di Maio ha ammesso che non sta funzionando il sistema della domanda e dell’offerta del mercato del lavoro disponibile. Questo perché nonostante vi siano imprenditori alla ricerca di lavoratori non funzionano i sistemi dei centri per l’impiego e dei software che devono assistere i centri per l’impiego, con la sola triste conseguenza che questi due mondi non riescono ad incontrarsi.
E’ indubbio che nel periodo di massima crisi conseguente ai lockdown dovuti alla pandemia Covid-19 questo strumento abbia avuto anche un ruolo di calmiere sociale, ma ritengo che oggi sia necessaria una sua riforma che parta da un nuovo modello che segua quelle che sono le logiche delle politiche attive.
In Italia le Agenzie per il Lavoro hanno in questi anni dimostrato una efficienza che purtroppo poco si è riscontrata nei centri per l’impiego, ed è per questo che è giunto il momento di un loro maggior coinvolgimento anche su questo strumento.
Al nostro Paese servono soluzioni concrete per far ripartire l’occupazione ed è per questo che l’esperienza maturata negli anni dalle APL nelle politiche attive del lavoro può rappresentare la giusta strada per supportare l’occupazione.
Con questo non voglio dire che i Centri Per l’Impiego, per i quali erano stati stanziati 1,5 miliardi di euro in tutta Italia -anche se non ancora spesi dalle Regioni-, siano strutture inefficienti ed obsolete, ma affermo con convinzione che soltanto attraverso una vera sinergia tra pubblico e privato si possano risolvere i problemi in Italia.
La formazione ha un ruolo importante per la ricerca di occupazione, ed anche in questo caso i risultati evidenti raggiunti dalle APL mettono in ombra i centri per l’impiego, tanto da ritenere che questa competenza debba essere di titolarità delle APL e non più dei Centri.
Altro aspetto importante è garantire il reinserimento dei lavoratori, reinserimento che non è stato aiutato dalla stretta sui contratti a termine. La APL devono avere accesso alla banca dati INPS dei percettori del rdc, che ricordo essere dati ad oggi consultabili soltanto dai Centri Per l’Impiego e neanche dall’ANPAL.
Se non si mette mano ad una riforma seria e di “visione” del reddito di cittadinanza continueremo ad avere uno Stato che eroga solo sussidi e che non fa niente di concreto per aiutare i cittadini a trovare un impiego. Questa riforma può partire da un confronto ed un lavorare insieme e per lo stesso fine da parte di pubblico e privato.
Leonardo Maiolica
Presidente SILPA