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14 Gennaio 2025
Primo Piano

Tecnologia digitale e nuove tendenze turistiche: per un viaggio alla scoperta del patrimonio nascosto nelle aree interne italiane

Cambia il nostro modo di vivere il turismo e il digitale permette di riscoprire borghi, parchi e monumenti meno noti: Artplace offre un’esperienza turistica nuova e integrata con lo spirito dei luoghi minori della provincia italiana

Dopo la profonda rivoluzione sociale imposta dal Covid-19 ai Paesi di tutto il mondo, molte delle nostre abitudini sono cambiate. In modo più o meno sottile, siamo stati indotti a modificare abitudini, percezioni, preferenze e per certi versi a ricordarci di quanto avevamo a portata di mano. Abbiamo iniziato ad apprezzare nuovamente il piacere della prossimità.

I nostri viaggi e la stessa idea del viaggiare sono cambiati. A partire da marzo 2020 abbiamo sperimentato l’esperienza estrema del “Viaggio intorno alla nostra camera” (o al più nel nostro giardino), già raccontata dall’ufficiale savoiardo Xavier de Maistre in occasione di 42 giorni di confino obbligato a Torino in seguito a un duello non autorizzato (correva l’anno 1790). Più tardi abbiamo riscoperto il fascino delle “gite fuori porta” a pochi chilometri da casa. I dati hanno poi confermato il successo del turismo estivo in montagna a partire dal 2020, la riscoperta del mare nostrum e di una conviviale villeggiatura in campagna di boccaccesca memoria, il successo dei cammini e degli itinerari culturali, naturalistici o religiosi italiani.

Prima involontariamente e poi con crescente curiosità, abbiamo scoperto che l’Italia è una miniera di piccole meraviglie, paesaggi, borghi isolati, pievi, edifici e soprattutto di storie e di vite che hanno acceso la nostra attenzione.

I dati Istat per il 2021 registravano un aumento del 34,4% del turismo in borghi e città d’arte con 12 milioni di presenze, di cui +54,7% di stranieri che sono aumentati del 66% rispetto all’anno precedente.

E per citare un altro caso, secondo i dati resi disponibili a febbraio 2023, nel 2022 sono stati oltre un milione e mezzo gli italiani che hanno votato il proprio luogo del cuore nell’ambito del censimento promosso dal FAI sui “Luoghi del Cuore”, la più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio che ha portato a individuare quasi 39.000 siti in tutta l’Italia per riconoscerli e valorizzarli.

Di fronte a un patrimonio di “care cose consuete” immenso, disperso e censito da un’infinità di enti, cosa possiamo fare per raccontarlo insieme con le istituzioni, le associazioni e le persone impegnate a farcelo riconoscere?

I problemi sono tanti e spesso facili da intuire anche per i non addetti ai lavori: dispersione capillare del patrimonio, scarsa accessibilità fisica e digitale dei luoghi belli e impossibili dell’Italia interna, informazioni e storie pressoché infinite ma sparse nella memoria collettiva dei residenti, negli archivi, nelle pubblicazioni di storia locale.

Ultimo ma non trascurabile, la mancanza di adeguate risorse finanziarie nei bilanci degli enti locali che custodiscono queste piccole meraviglie.

Per questo un contributo in grado di far scoprire e riscoprire questo patrimonio deve essere capillare, modulabile, facile da usare e naturalmente low cost. E deve poter cercare di censire, raccogliere, scegliere e soprattutto unire un’ingente mole di informazioni, curiosità e storie che ci permettano di riappropriarci di un patrimonio così vicino ma ancora in larga parte sconosciuto.

La tecnologia rende possibile realizzare a costi contenuti archivi colmi di contenuti di questo tipo, rendendo le informazioni che si cerchino immediatamente disponibili, quando e dove possano essere funzionali a visitare un sito, togliersi una curiosità o decidere cosa fare nel fine settimana senza prendere l’aereo. E sempre la tecnologia, in particolare grazie ai beacon (dispositivi bluetooth in grado di riconoscere quando ci avviciniamo a un sito naturale o artistico che merita di essere visto e trasferirci informazioni a riguardo), permette di progettare e vivere un’esperienza turistica innovativa e in grado di incuriosirci.

Coniugare questa esperienza con un racconto dei luoghi mai scontato e in grado di stimolarci a proseguire la visita e scoprire anche le tradizioni, le persone, i prodotti e le storie dei territori che attraversiamo richiede conoscenza, sensibilità e cura.

Proprio in questa direzione si muove Artplace, un’applicazione mobile pensata per raccogliere nella stessa piattaforma musei, gallerie d’arte, palazzi storici, parchi archeologici e punti d’interesse naturalistici e culturali in generale, con lo scopo di valorizzare lo sterminato patrimonio italiano di cui si diceva. L’app è disponibile senza costi di download per gli utenti nelle versioni iOS e Android e permette la fruizione di contenuti forniti dai partner locali e armonizzati per rendere unica e riconoscibile l’esperienza offerta a chi usi Artplace attraverso testi, foto, audio e video in italiano e potenzialmente in 7 lingue.

Musei, gallerie d’arte, palazzi storici ma anche interi borghi e parchi naturali possono valorizzare le proprie collezioni, bellezze o la propria storia condividendola con il pubblico.

Artplace intende contribuire alla promozione del patrimonio museale, culturale e naturalistico italiano attraverso un’unica app per tutto il territorio, offrendo agli enti culturali, ai comuni, ai parchi e ad altri soggetti interessati la possibilità di entrare a fare parte di un network digitale innovativo che permetta una comunicazione efficace, capillare e soprattutto originale del patrimonio locale.

Ma cosa si può aspettare il visitatore di uno dei luoghi serviti già oggi dal servizio di Artplace? Proviamo a raccontare il caso di un piccolo borgo. I sensori ibeacon sono installati nei pressi dei principali punti di interesse: se ci si avvicina o li si segue sulla mappa interattiva si viene raggiunti da una notifica sullo smartphone che ci invita a scoprire di più grazie a un testo, un racconto orale, un video o delle fotografie. L’esperienza cambia da un punto all’altro, non è mai del tutto prevedibile e svela informazioni, curiosità e racconti che ci spingono a continuare la visita.

Infatti i punti di interesse del borgo sono collegati tra loro da un fil rouge che cerca di rompere lo schema del classico itinerario turistico o della visita guidata, invitandoci a continuare il percorso in base alle nostre preferenze e, al tempo stesso, a scoprire quanto più possibile del luogo che stiamo visitando. Non solo le bellezze artistiche e naturalistiche, i paesaggi e i siti storici, ma anche la cultura locale, aneddoti e personaggi curiosi, vicende più e meno illustri, dritte sulle produzioni gastronomiche e artigianali da non perdere.

Proseguendo nell’itinerario insomma scopriamo il territorio, la sua cultura, i suoi prodotti e siamo invitati a provare qualcosa di diverso, come una visita esclusiva, un’escursione naturalistica, una bottega storica o una vecchia osteria.

Ma come fornire al visitatore un incentivo a scoprire questi piccoli segreti di un luogo? Per ogni territorio servito, Artplace – che coinvolge nel suo team diversi ricercatori attivi in ambito accademico – applicando metodi derivati dalle scienze e dall’economia comportamentali, elabora una piccola strategia integrata di sviluppo locale, confrontandosi con gli enti locali coinvolti (Amministrazioni, pro loco, associazioni culturali e commerciali, ecc.) e individuando eccellenze e obiettivi ad hoc per un territorio. Sulla base di evidenze scientifiche ed esperienza pregressa in altri contesti, Artplace crea un sistema di connessioni e stimoli che favoriscano per i visitatori un’esperienza diversificata, divertente e coerente, invitandoli a scoprire gli aspetti unici di un borgo, un parco, o un sito storico-artistico. I dati che ogni esperienza di visita restituisce ad Artplace permettono di calibrare, integrare e migliorare le informazioni, la dislocazione dei dispositivi e i collegamenti che sono al centro della strategia di ogni luogo, generando così un processo di innovazione continua e un sistema in grado di adattarsi ai gusti e alle abitudini dei visitatori.

Essenziale per ottenere una strategia ben strutturata è il coinvolgimento diretto dei protagonisti della vita economica, culturale e amministrativa dei luoghi: per questo il servizio è sempre proposto in armonia con le istituzioni locali e ricerca un confronto sistematico con le persone e i gruppi più attivi sui territori interessati.

Altrettanto importanti sono il linguaggio scelto per raccontare le storie dei luoghi, la dislocazione fisica dei dispositivi sul territorio, la qualità delle partnership tecniche e soprattutto culturali che permettono di proporre un’esperienza di visita allineata al genius loci di ogni località.

Finora, nel nostro Paese, hanno scelto di avviare un percorso di questo tipo musei, palazzi storici, piccoli borghi, siti archeologici, ma anche centri turistici di rilievo e alcuni tratti di cammini storici o itinerari culturali, come ad esempio i Comuni di Riccione e Valsamoggia, e il Comune di Fiumalbo nell’Appennino Modenese, riconosciuto fra i Borghi più belli d’Italia dall’omonima Associazione.

Se parlare di digitalizzazione del patrimonio culturale è diventato un mantra su cui è difficile registrare dissensi, rendere la scoperta della cultura locale una ragione per mettersi in viaggio con entusiasmo alla ricerca di luoghi speciali è ancora una sfida estremamente aperta, che iniziative come questa permettono di comprendere meglio e affrontare.

Raggiungere una crescente consapevolezza delle storie che il nostro patrimonio nascosto sa ancora raccontare e della sorpresa che può suscitare è un obiettivo di interesse di tutti che merita tutto il nostro impegno.

di Vittorio Cavani, CEO & Founder, SmartFactory
di Pasquale La Malva, Ricercatore, Università G. D’Annunzio di Chieti – Pescara
di Luca Cetara, Ricercatore, Eurac Research

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