Intervista del Direttore Massimo Maria Amorosini a Lavinia Mennuni, Senatore di Fratelli d’Italia
C’è un tema che sta provocando una vera e propria levata di scudi contro il Sindaco di Roma Gualtieri. Parliamo del piano della nuova Ztl Fascia verde nella Capitale, che avrà notevoli ripercussioni economiche e sociali. Ne parliamo con il Senatore Mennuni, da subito in prima linea in questa battaglia per fermare quella che ha definito “una proposta scellerata e vessatoria”.
Senatore Mennuni, quali iniziative sta promuovendo contro la proposta di Gualtieri?
Insieme ad altri parlamentari romani, stiamo valutando la possibilità di attuare un provvedimento legislativo a livello nazionale, che intervenga per annullare il folle allargamento della Ztl a Roma.
Non teme che qualcuno possa tacciare lei o il suo partito di non avere a cuore l’ambiente andando contro un provvedimento che nelle intenzioni di chi lo vuole attuare dovrebbe migliorare la qualità dell’aria?
Il partito Fratelli d’Italia è favorevole a misure atte a migliorare la qualità dell’aria, ma ciò che rimane inamovibile nelle nostre politiche sono i cittadini ed il buon senso. Quello che vorremo è un’elaborazione delle strategie da prendere, libere da una ’ideologia isterica “green”, che permea le direttive dell’Unione Europea e impoverisce gli italiani senza ridurre l’inquinamento, rendendo la cittadinanza meno propensa ad affrontare convintamente politiche ambientali.
Laddove il provvedimento dovesse diventare operativo, Roma riuscirebbe a farsi carico della mobilità dei tanti cittadini e lavoratori che quotidianamente vivono la città?
Purtroppo scontiamo una carenza infrastrutturale a Roma che rende il trasporto pubblico locale inefficiente e ove fosse gravato dalla presenza delle centinaia di migliaia di persone cui sarebbe vietato circolare con il proprio veicolo privato in città, come statuito da una ordinanza del Sindaco Gualtieri che prevede la preclusione per molti veicoli, si arriverebbe ad una situazione di collasso del servizio. Ritengo che la soluzione migliore ai problemi ambientali di Roma, sia attuare delle politiche che portino il cittadino a scegliere di spostarsi con i mezzi pubblici piuttosto che con la propria auto perché gli conviene, non perché è costretto. Per arrivare a ciò sono necessari investimenti nel trasporto pubblico della città.
Ma per far sì che Roma possa avere un sistema di mobilità degna di una grande Capitale, non dovrebbe impegnarsi anche il Governo?
Sin dalle prime settimane di Governo, Fratelli d’Italia ha sempre riconosciuto l’importanza di una Capitale forte, innovativa e sostenibile e per questo, nonostante la crisi energetica dovuta alla guerra e le conseguenti risorse stanziate a tal uopo, è riuscita a trovare ingenti finanziamenti, nella manovra di bilancio, da destinare alla Metro C, infrastruttura strategica e da me in particolare fortemente sostenuta, in quanto di collegamento tra il nord e il sud della Capitale. Conosco e sono sensibile e vicina alle problematiche di questa città e per questo ho indicato tale fondamentale opera che spero possa essere realizzata dall’amministrazione capitolina, competente in tale ambito, nel migliore e più sollecito dei modi. Anche i dati forniti da Legambiente nel rapporto “Ecosistema mobilità Roma, mobilità urbana, criticità e prospettive” indicano una forte sfiducia da parte dei romani nei confronti del trasporto pubblico, in quanto il numero medio di viaggi di ciascun romano è passato da 513 a 328 tra il 2015 e il 2020 con un calo drastico avvenuto tra 2016 e 2017. Chiaro segnale che le politiche dell’amministrazione romana inerenti alla mobilità, non stanno andando nella giusta direzione. Peraltro, il comune di Roma impartisce ordini, senza però dare l’esempio. I dati sul “Rapporto Mobilità 2021” chiariscono, infatti, che il 29,2% dei veicoli (compresi i tram) sono ad alimentazione elettrica, a metano o veicoli ibridi. Una percentuale assolutamente non in linea e lontana dalle ambizioni declamate dalla Capitale d’Italia. Come confermano i dati forniti nel rapporto sopracitato, la più grande carenza del trasporto pubblico riguarda proprio le metropolitane e la loro totale assenza in moltissime aree della città. Il confronto sui km di metro a disposizione dei cittadini di altre città europee è impietoso: Roma possiede 1.4 km di metro ogni 100mila abitanti, mentre Madrid 4.5, Berlino 4.3 e Londra 3.9. Siamo indietro di molto anche nel conteggio totale dei km con 60 a Roma, 213 a Parigi, 402 a Londra, 294 a Madrid, 146 di Berlino, 96,8 a Milano, 89 ad Atene e 78 a Vienna. Questi dati, oltre a darci la visione drammatica della situazione a Roma ci aiutano anche a comprendere come sia insensato seguire politiche simili a quelle delle altre città europee. I vari “Qui si fa così già da tempo” non reggono.
Quali fasce della popolazione sarebbero maggiormente colpite dalla nuova Ztl Fascia verde nella Capitale?
Le vere vittime di queste misure sono le fasce più deboli della popolazione, cioè coloro che non avendo la disponibilità economica per comprare una nuova auto, saranno costretti ad utilizzare l’inefficiente trasporto pubblico per andare a lavoro, sacrificando tempo e fatica, rischiando di venire ghettizzati nelle periferie perché impossibilitati a potersi spostare. Tutto ciò crea una disparità effettiva ancora più grande con chi può permettersi di rimpiazzare la vecchia auto con una nuova e chi no. Tra le vittime del furore ideologico dell’amministrazione capitolina, neppure il settore delle auto d’epoca sarà risparmiato. Questo comparto rischia di essere gravemente danneggiato, ed insieme ad esso, la filiera economica che gli appassionati di queste tipologie di auto generano.
In che modo si può rilanciare il trasporto pubblico a Roma?
Roma in questi anni ha due ottime possibilità per rilanciare il trasporto pubblico locale, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed il Giubileo nel 2025 oltre ai due miliardi e trecento milioni stanziati per la metro C. Amplissime risorse sono destinate all’efficientamento, all’ammodernamento e all’ampliamento del trasporto. Una gestione accurata e lungimirante di queste ingenti risorse riuscirebbe a migliorare la situazione della mobilità nella Capitale. La logistica deve ricoprire un ruolo di primo piano. Questo perché come vediamo dalle attuali linee di trasporto, soprattutto tramviarie (e piste ciclabili, anch’esse potenzialmente importanti nell’ampliare e diversificare il mix dei trasporti), riportano percorsi spezzettati che non rendono efficienti gli spostamenti. Saper unire i vari percorsi in maniera intelligente vorrebbe dire usare in maniera più efficace gli investimenti. L’ammodernamento è un altro punto su cui fare attenzione per la mobilità a Roma. Oltre all’ampliamento delle flotte un altro fattore da tenere in considerazione è l’età dei mezzi. Molti veicoli che la città dispone sono vecchi e dunque non ottimali dal punto di vista del consumo energetico. Esempio principale è composto dai tram, ma non solo. Sempre secondo i dati forniti da Legambiente nel rapporto “Ecosistema mobilità Roma, mobilità urbana, criticità e prospettive”, Roma è provvista di 31 km di tranvie (rispetto ai 187 di Torino o ai 180 di Milano) e l’età media di questi mezzi risulta essere 34.1 anni e hanno tutti oltre i 15 anni di vita. Questi sono numeri che non si addicono ad una Capitale come Roma.
Cosa si sente di dire a Gualtieri per convincerlo a ripensarci?
Mi auguro che Gualtieri faccia un grande passo indietro rispetto alle intenzioni iniziali. Le proteste dei cittadini e delle parti sociali sono state pronte e rumorose. La politica deve tornare ad essere al servizio del cittadino e le scelte che si fanno per il bene di quest’ultimo. Scelte di buon senso e libere da qualsiasi ideologia staccata dalla vera realtà del Paese. Senza un potenziamento effettivo e concreto del servizio di trasporto pubblico non è possibile limitare la circolazione dei veicoli privati a tutta la città perché così si andrebbe a limitare il diritto costituzionalmente garantito alla mobilità.