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14 Gennaio 2025
Arte e Spettacolo Rubriche

GABRIEL DAWE – L’arcobaleno in una stanza

L’arcobaleno è un fenomeno ottico e meteorologico che consiste nella dispersione della luce solare in gocce d’acqua presenti nell’atmosfera, creando una serie di archi luminosi e dai colori visibili a occhio nudo e che da sempre creano un effetto di stupore e meraviglia in ognuno di noi.

Da sempre chiunque ha sognato almeno una volta di poter toccare con mano l’arcobaleno, questo spettacolo naturale che ha affascinato artisti di diverse epoche, ed è stato rappresentato in vari modi attraverso l’arte. Il fenomeno dell’arcobaleno è stato studiato da filosofi e da scienziati sin dall’età classica, ma il suo ingresso nell’arte arriva da tutt’altro ambito e cioè da quello religioso. Nel nono capitolo della Genesi, infatti, l’arcobaleno viene indicato come “arco sulle nubi”, il segno con cui Dio stabilisce un’alleanza con Noè e i suoi figli al termine del diluvio universale. Per questo motivo i primi arcobaleni compaiono sin dal periodo del Medioevo e sono stati sempre collegati alla sfera della religione. Dopo il Medioevo però l’arcobaleno non è più un fenomeno biblico ma diventa la natura dell’arte stessa. L’arcobaleno diviene sempre di più il soggetto principale, non più secondario, delle opere e dei dipinti nei vari artisti, fino ad arrivare ad essere una creazione anzi un’istallazione spaziale vera e propria grazie all’artista Gabriel Dawe. L’artista realizza per la prima volta opere costituite da migliaia di fili sottilissimi, che attraversano l’ambiente in cui vengono installati, e danno forma ad un vero e proprio arcobaleno palpabile, assomigliando quasi ad un’arpa fatta di fili coloratissimi. Per rendere il tutto più realistico tende a scegliere, nelle sue mostre, posti molto luminosi dove vi sono giochi di luci che mirano a creare stupore nello spettatore. I colori vivi delle sue installazioni si alterano in base all’angolazione da cui vengono osservati e si dissolvono gli uni negli altri, creando illusioni ottiche dovute ai giochi di percezione e profondità. Chiodi, fili colorati e intrecci geometrici; ecco gli ingredienti che Gabriel Dawe utilizza per creare installazioni che appaiono come fasci di luce immensi. Le sue sculture tessili sono delle ragnatele di colori che creano vere illusioni ottiche. La scultura risulta morbida e leggera, fatta interamente a mano attraverso un’operazione di cucitura in serie adattata al supporto, che può essere piano, verticale o a vortice, si tratta di colonne e di qualsiasi altro elemento architettonico adatto all’inserimento della tessitura di questi fili sottilissimi. L’artista dai fili colorati nasce in Messico nel 1973 ed è a tutti gli effetti un’artista contemporaneo, divenuto famoso per la realizzazione di questi intrecci di fili che creano degli effetti visivi a dir poco spettacolari. Tuttavia, è importante notare che il suo lavoro non si concentra specificamente sugli arcobaleni ma esplora nel profondo l’uso del colore in maniera unica e coinvolgente. Studia e lavora nell’ambito del graphic designer, alla ricerca continua della libertà creativa, inizia con la sperimentazione arrivando alla scoperta dei tessuti e dell’arte del ricamo (attività che era totalmente proibita agli uomini nati e cresciuti in Messico). Le sue opere non sono altro che il risultato di uno studio concentrato sul colore e sull’effetto visivo che può avere sull’osservatore. La sua abilità nel creare opere che sfruttano la luce e il colore in modo dinamico è una caratteristica distintiva della sua arte, unica in tutto.

Quindi per la prima volta nella storia dell’arte, solamente grazie a Gabriel Dawe, noi tutti possiamo realizzare il sogno, dentro ognuno di noi, di vedere e poter toccare con mano, l’arcobaleno in una stanza.

Dobbiamo riconoscere che Dawe possiede tutte le caratteristiche per poter essere definito il padre delle arti visive, quell’area dell’arte che raggruppa qualunque forma artistica che abbia come fulcro principale l’aspetto visivo dell’opera.

Eleonora Vicari

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