Giuseppe Veneziano nasce nel 1971 a Mazzarino in Sicilia, studia e si laurea in architettura presso l’Università di Palermo. Inizia da subito a realizzare fumetti per alcune testate giornalistiche importanti. Decide poi di trasferirsi a Milano dove attualmente vive e dove ha scoperto la sua vera natura, la pittura. Veneziano non è solo pittore ma anche architetto, scultore e docente accademico. La prima volta che la pittura di Giuseppe Veneziano viene notata in ambito nazionale risale al 2004 in occasione della mostra dal titolo In-Visi presso il locale Le Trottoir dove tra le varie opere esposte, quella che fece più discutere fu un ritratto dell’artista Maurizio Cattelan con un cappio al collo, l’artista appese l’opera all’albero dove un mese prima Cattelan stesso aveva appeso tre bambini fantoccio. Senza pensarci due volte, decise di inserire tra le sue opere il volto di Maurizio Cattelan, impiccato come i bambini della sua installazione e appese una copia del suo quadro sullo stesso ramo dove lui collocò l’installazione un mese prima, così da fornire una chiave di lettura dell’opera. Quella che sembrò una pazzia per tutti, si rivelò una mossa vincente tanto che finì sulla copertina della rivista “Flash Art”.
L’ artista racconta la realtà cosi come è, nuda e cruda, testimoniando fatti di cronaca che ritiene che debbano essere raccontati. L’artista sostiene da sempre che se raccontasse soltanto il bene e il bello, racconterebbe una realtà parziale, un solo lato della medaglia. Purtroppo il male fa parte della realtà e scegliere di non volerlo raccontare è come voler omettere un qualcosa che esiste e che fa parte del nostro mondo. Veneziano ama particolarmente il fatto che le sue opere possano arrivare liberamente a tutti quanti, alla gente comune e che chiunque possa goderne liberamente. Nel periodo di pandemia l’idea principale dell’artista era quella di suscitare spensieratezza e sorriso nello spettatore tanto che, nel 2020, produce in acrilico su tela l’opera intitolata “La creazione dell’infinito” riprendendo la famosa opera di Michelangelo “La creazione di Adamo”. La rivisita inserendo, tra le due mani più famose del mondo, una mascherina chirurgica, la quale ha segnato un cambiamento profondo nella società mondiale. Ebbene, più che mai il significato e il linguaggio delle mani tornò centrale, in quel periodo in cui non potevamo più nemmeno stringerle per salutarci. La maggior parte delle sue opere è caratterizzata da soggetti religiosi e politici del passato, da cui l’artista parte per creare nuovi soggetti e visioni legate al presente: lo scopo è quello di ravvivare l’interesse per quei dipinti scorsi e scoprire le relazioni che possono avere con il mondo che ci circonda attualmente.
La Pop Art contemporanea per lui è dinamica, multipla e plurale, grazie anche allo spazio web e ai nuovi social media. Le sue opere ci dicono, chiaramente, che creare arte oggi significa scavalcare i nostri limiti, fondere i linguaggi più diversi e permettere la loro interazione, supportando la creazione di forme espressive nuove e più libere. La pittura di Veneziano vuole essere la pittura che parla alle persone in modo semplice, affrontando i valori della vita che le persone trovano istintivamente interessanti e importanti. Nonostante la loro natura ironica, le sue opere di denuncia creano generalmente sempre molto scalpore. E a tal riguardo l’autore stesso dice: “Se uno dei miei lavori fa scalpore, forse è la realtà stessa a fare scandalo”.
Eleonora Vicari